una piccola bugia

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Entro nella mia stanza come una furia. ho il fiato corto e non mi importa se Alexandra sta ancora dormendo oppure no: l'unica cosa di cui mi importa è farmi una bella doccia e scrollarmi di dosso quella serata e soprattutto quegli occhi che continuano a tornarmi in mente.

"Che cavolo succede?" esclama la voce ancora impastata dal sonno di Alexandra quando i miei tacchi cominciano a perforarle la testa, mentre mi muovo alla velocità della luce nella stanza.

"Niente, niente, torna a dormire", dico sottovoce mentre mi tolgo i sandali. Mi dispiace  averla svegliata, visto che ha ancora la testa sotto il guanciale ed è sommersa dalle coperte, anche se sono le otto e mezzo e alle nove e mezzo abbiamo una lezione.

"Eh, no, no mia cara, non te la caverai così facilmente. Mi hai svegliata dopo essere sparita per tutta la notte, e addirittura torni di mattina in un giorno in cui hai lezione. Non hai mai dormito fuori nemmeno nel weekend, quindi, qualcosa deve essere successo per forza, e io voglio assolutamente saperlo", mi dice Alexandra, con la voce adesso di chi sembra sveglio da ore.

Smetto di frugare nell'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da mettersi al posto di questo  microabito che indosso  e  mi volto a guardarla: i suoi lunghi capelli ricci mogano con i riflessi rossi, scompigliati dal sonno sono  ancora più belli, mentre i suoi attentissimi e bellissimi occhi blu come il mare mi scrutano profondamente. Guardandola anche appena sveglia, capisco perché c'è la fila di ragazzi dietro a lei: è bellissima, ed anche molto simpatica e socievole. Faccio un sospiro:

"Sinceramente, non so cosa sia successo ieri sera. So solo che stamani mi sono svegliata nel letto di qualcun altro senza sapere come ci sono finita, e appena me ne sono resa conto, me la sono data a gambe levate. Non ho idea di chi fosse l'appartamento, ma fortunatamente non ho visto nessuno, nessuno si è accorto di me e non ricordo niente, e mi sta benissimo così. Adesso mi devo fare una doccia, se no a lezione ci arrivo come un cadavere" e, non dando tempo ad Alexandra di aprire bocca, prendo  i vestiti e vado a rinchiudermi nel bagno. Alexandra è rimasta seduta a bocca aperta sul letto, senza avere il tempo di formulare una qualunque domanda.

Non appena mi trovo in salvo nel bagno, mi appoggio alla porta e tiro un lungo respiro di sollievo: non so perché ho evitato di rispondere alle richieste di dettagli della mia migliore amica, ma voglio tenere quello che è successo solo per sé, come voglio conservare l'immagine di quel bellissimo ragazzo sconosciuto che mi guardava dispiaciuto fuggire da lui, e che mi avrebbe fatto molta compagnia negli anni che mi separavano dalla laurea, visto che quelli sono l'unica cosa che posso permettersi, l'unica cosa che può non distrarmi dal mio obiettivo.

Mentre entro in doccia, non posso fare a meno di pensare che i ricordi sono l'unica cosa che mi è rimasto del suo passato e l'unica cosa che continua a tormentarmi durante la notte, poiché da quando ho fatto quello che ho fatto non sono più riuscita a dormire una sola notte a diritto senza aver incubi. Tranne, forse, la notte passata, ma forse non mi ricordo degli incubi come non mi ricordo di tutta la sera. Mentre sto con la testa sotto l'acqua, cercando di scacciare tutte le brutte immagini che come un fiume in piena sembrano tornarmi alla mente, mi sembra di sentire dei toni sordi e una voce, quindi chiudo l'acqua e mi metto in ascolto.

"Ehi, ma credi di sfuggirmi così? ! Guarda che lo so che non mi vuoi raccontare cosa sia successo davvero! Non è possibile che ti svegli a casa di qualcun altro e non c'è nessuno con te. Dai, su, dimmi la verità, con chi ti sei divertita stanotte? E lo sai che non la smetterò fino a che non me lo dirai", urla Alexandra dall'altro lato della porta. Scuoto la testa sotto la doccia, mi metto l'accappatoio e l'asciugamano in testa, mentre penso a cosa dirle. Apro la porta e Alexandra è lì, con gli occhioni sgranati in attesa di una risposta. Non posso non soffocare un sorriso, vedendo la sua faccia curiosa, poi rispondo:

Un errore da ripetereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora