15 - Incontri turbolenti

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La prima ad uscire in corridoio con passo felpato è Alexandra che, dopo essersi assicurata che non ci sia nessuno nel corridoio, ci fa cenno con la mano di muoverci velocemente. Andrew esce subito dopo di lei poi, mentre sto per uscire anche io, Luke mi prende per un polso e mi ferma, sussurrando:

"Ehi, se non vuoi che qualcuno pensi male di noi, dovresti almeno farmi uscire tra te e Andrew, altrimenti se rimango in fondo sembrerò sempre uno che è rimasto in camera vostra o, per qualche strano motivo, si trova davanti alla vostra camera di prima mattina. Non vorrai mica che, proprio ora, la gente inizia a parlare di noi in un modo strano?", insinua.

Io lo guardo di sottecchi, e il suo tono non mi piace per niente: sembra che mi stia deridendo e che sia infastidito dal fatto che non voglio che le persone pensino che siamo qualcosa di più di due che si devono sopportare per una punizione. Mi sembrava di aver capito, dopo la chiacchierata di stamani, che anche lui volesse la stessa cosa. Ma non ho voglia di altri drammi e discussioni inutili, che non portano da nessuna parte, visto che abbiamo già chiarito in che tipo di direzione vogliamo andare entrambi, perciò mi fermo, e con un cenno della mano lo invito a passare avanti, mentre Andrew aspetta sulla soglia della porta.

"Andiamo, Luke, muoviti", gli dice.

Lui mi guarda con uno sguardo intenso e pieno di domande, come se non si aspettasse che non gli dessi nessuna risposta, poi scuote la testa ed esce fuori dalla camera. Io rilascio il fiato che, solo ora, mi sono accorta di trattenere da quando eravamo in fila dietro alla porta, poi mi metto dietro a Luke e chiudo velocemente la porta dietro di me.

Per fortuna, appena spunto anche io in corridoio, noto che non c'è nessuno, e quindi forse ce l'abbiamo fatta a passarla liscia, anche se ancora siamo in fila come marionette e, nonostante Andrew davanti, Luke si vede perfettamente in mezzo a noi. Appena si accorge che sono dietro di lui e che ho chiuso la porta, fa due lunghi passi verso sinistra e si ritrova fuori dal nostro gruppetto e, mentre fa due passi ancora più in là, mi accorgo che effettivamente ora non sembra che stesse uscendo da camera nostra, ma che stesse passando di lì per caso. Alexandra e Andrew si guardano sorridendo, contenti che il piano abbia funzionato, mentre io mi soffermo per un momento a guardare Luke, un po' intristita, come se sentissi che in questo preciso momento siamo tornati ad essere esattamente come prima di questa notte, come entrambi volevamo stare, anche se adesso non ne sono più così sicura. Adesso lo sento lontano, distante, come se non si fidasse nemmeno più di me come amica, come se stamani avessimo rotto qualcosa che si era creato e che era talmente fragile che non riusciremo più a farlo stare insieme. Cerco di fargli un sorriso, nonostante questi miei pensieri, lui ricambia e alza la mano in un cenno di saluto poi, senza dire una parola, si volta e se ne va, come se niente fosse davvero successo.

Io rimango impietrita a guardare la sua figura che si allontana, e all'improvviso sento come un vuoto che mi opprime, come quello che ho provato tanti anni fa. Ma non posso e non devo ricascarci, non con uno come Luke. Abbiamo preso una decisione matura, quella che davvero è la migliore per entrambi, e dobbiamo rispettarla, perché solo così potremmo costruire davvero un rapporto giusto per entrambi, senza che nessuno soffra troppo o rimanga troppo coinvolto. Alla fine, siamo due caratteri troppo simili, focosi e impulsivi e, nonostante io cerchi sempre di mascherare questi lati del mio carattere mentre lui li lasci uscire sempre liberamente, non potremmo mai andare d'accordo ed avere un rapporto sano e normale, nemmeno di amicizia, figuriamoci di qualcos'altro.

"Ehi, tutto bene?", mi dice Alexandra, poggiandomi una mano sulla spalla e facendomi uscire dagli strani pensieri in cui mi sono invischiata.

Smetto di fissare l'orizzonte, da cui Luke è sparito da un po', mentre altri studenti hanno cominciato a passarci, e la guardo, cercando di mostrarmi serena e sorridente:

Un errore da ripetereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora