"Un attimo, Alexandra, finisco di sistemarmi e vi lascio il bagno", dico, cercando di assumere il tono di voce più normale che riesco a fare. Deglutisco forte, cercando di tornare in me e cominciando a lambiccarmi il cervello per capire come risolvere questa situazione: cavolo, ma come mi è venuto in mente di lasciarmi andare a certe situazioni con Luke? Non ci siamo mai potuti vedere. Lo guardo intensamente, mentre lui continua a guardarmi quasi scocciato, per averlo spinto via da me.
"Ok, ma sbrigati. Ma si può sapere dov'è Luke?", continua a chiedere Alexandra, al di là della porta.
Faccio un sospiro per cercare di dare una spiegazione logica alla sua presenza nel bagno con me che non gli lasci pensare a niente di sconveniente, poi mi si accende una lampadina:
"E' qui nel bagno. Sai, stamani quando si è svegliato era ancora rintontito dalla sbornia di ieri sera, non capiva dove era ma aveva decisamente bisogno del bagno. Ha quasi finito di vomitare tutto l'alcool che aveva in corpo, l'ho dovuto accompagnare nel bagno ed evitare che facesse troppa confusione, ma ti assicuro che non è stato un bello spettacolo. Cinque minuti e usciamo", dico, sperando che si sia bevuta la mia storiella.
"Ah, ok, è lì con te. Spero che si senta un po' meglio, rispetto a ieri sera. Finite pure, noi possiamo aspettare altri cinque minuti", mi dice, anche se la sua voce sembra poco convinta.
Faccio un sospiro, e poi guardo Luke: mi sta guardando come se l'avessi offeso a morte.
"Che c'è?", dico bisbigliando. "Qualcosa dovevo dire per giustificare la tua presenza qui dentro, e tu ieri sera eri davvero tanto ubriaco. E forse è anche per questo che ti sei comportato così stamani", dico, cercando di salvare la situazione. Quello che stava succedendo tra di noi cinque minuti fa era bellissimo e intenso, ma totalmente sbagliato. Forse in quel momento aveva bisogno di sfogarsi e a aveva trovato me, ma sono convinta che, se anche avesse ottenuto quello che ottiene sempre dalle donne, mi avrebbe poi mollato lì come tutte le altre, e io questo non posso permetterlo.
Lui mi guarda quasi furioso poi dice, a denti stretti:
"So che per te la reputazione è tutto, ed anche per me vale molto, e se si cominciasse a parlare di noi in un certo modo sarebbe una brutta situazione per entrambi. Tu pensala come vuoi, ma quello che è successo cinque minuti fa, stava succedendo perché entrambi lo volevamo, non perché io fossi ancora ubriaco. Per mia fortuna, le sbornie mi passano in fretta. Ma probabilmente hai ragione, io non sono il tuo tipo e tu non sei il mio, forse era solo necessità di avere qualcuno accanto, e per la prima volta ti ho visto davvero come una ragazza. Ma non voglio che tu diventi come le altre ragazze che frequento, quindi forse è meglio evitare queste situazioni, anche perché tu mi hai salvato la reputazione e io non voglio che i miei ormoni impazziti ci creino problemi. Perciò tranquilla, faremo finta che quello che è accaduto stamani qui dentro non sia mai successo".
La sua voce è ferma, sembra non avere nessuna emozione, ma io intuisco una punta di...delusione? Rabbia? Non riesco ad inquadrarlo bene quello che vuole esprimere, ma io so perfettamente che non mi sono sentita viva come cinque minuti fa da tantissimo tempo. Sono sicura che se Alexandra non avesse bussato, io avrei lasciato fare a Luke esattamente quello che voleva, anche se sapevo che era sbagliato e che me ne sarei pentita. Ora capisco perché le ragazze cadono così facilmente ai suoi piedi: ha un modo di guardarti e di atteggiarsi che ti fa sciogliere in trenta secondi. E forse questo voleva anche essere un modo per sdebitarsi della mia gentilezza.
"Ok, Luke, quello che è successo stamani per me non è mai accaduto, siamo a posto", dico, facendo uscire più rabbia di quello che dovrei. Ma che mi prende? Non era questo che volevo? Che le cose ritornassero a posto?
Lui mi fa un mezzo sorriso rassicurante, poi si avvicina a me e i miei battiti accelerano di nuovo in un colpo solo. Mi dice piano e sensualmente all'orecchio:
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Un errore da ripetere
Storie d'amoreDenise é una studentessa molto diligente al terzo anno di college ad Harvard. Ha un passato oscuro e tenebroso da cui cerca di fuggire, e per questo pensa solo a studiare e a raggiungere il suo obiettivo, lavorare per le più importanti case editrici...