16 - L'aula della verità

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Rimango impietrita sulla soglia della porta, a guardare Luke che mi guarda con una strana collera negli occhi. L'aula è quasi piena, ma io riesco solo a vedere il suo sguardo infuocato verso di me. Non so cosa gli sia preso, io sono abituata a vederlo circondato da altre ragazze e non l'ho mai guardato in quel modo, perché ora mi sta guardando così solo per il gesto di affetto che ha fatto Alex?

Sbatto le palpebre per distrarmi da quel ghiaccio infuocato che sono i suoi occhi, e muovo due passi in direzione dei banchi. Appena mi sposto, mi rendo conto che tutti gli occhi, sia dei ragazzi che delle ragazze, sono puntati su di me, e tutti continuano ad indicarmi e a confabulare tra di loro, ridacchiando. Ma cosa sta succedendo? Dov'è finita la mia invisibilità? Lo avevo detto ad Alex che non mi piaceva stare al centro dell'attenzione, ma lui ha voluto fare lo stesso quel gesto. Perché sono andata ad incastrarmi con due delle persone più popolari di tutta la scuola, se volevo continuare a passare inosservata? Non lo so nemmeno io.

Cammino a testa bassa salendo le scale, seguita da sguardi e commenti che faccio finta di non sentire. Sento lo sguardo di Luke che segue ogni mio movimento ma, volendo evitare un qualsiasi tipo di scontro con lui, mi siedo cinque file più in basso, scegliendo quella con meno persone sedute.

Appena entro nella fila, passo dietro un paio di ragazze per andarmi a sedere nei posti più centrali, e, appena sono passata, sussurrano,non troppo a bassa voce: "E brava questa Denise Jhonson, eh? Prima fa la secchioncella santarellina a cui non interessa niente dei ragazzi e della vita sociale, e poi sta il pomeriggio da sola con Luke Edwards, e la mattina si fa vedere accompagnata a lezione da Alex Mitchell. Deve avere qualcosa che attira i due ragazzi più belli e popolari della scuola, dovremo farci insegnare anche noi come si fa", e ridacchiano.

Sento subito la collera montare: come si permottono di giudicare me e la mia vita, senza nemmeno conoscermi? Io non ho mai giudicato il loro stile da ochette svampite, ma che loro si permettano di sparare giudizi su di me, proprio non mi va giù. Faccio due profondi respiri per calmarmi, prima di ripetere la sparata come ho fatto con Luke e beccarmi un'altra punizione, anche se il professore non è ancora arrivato.

"Scusate, ma voi come vi permettete di sparare giudizi su chi non conoscete nemmeno?", dico tornando sui miei passi e avvicinandomi a loro. Vedo le ragazze impallidire per un attimo. "Non vi è mai venuto in mente che, forse, i ragazzi sono anche interessati al cervello nelle ragazze, e preferiscono passare più tempo con quelle che ce l'hanno, piuttosto che con quelle che son buone solo a spogliarsi per attirare l'interesse maschile? Forse Alex e Luke hanno più cervello di quanto voi pensiate, e si trovano meglio a condividere del tempo con chi sa anche intavolare una conversazione, piuttosto che con chi sa muoversi solo sotto le lenzuola. E' solo questo che dovreste imparare: ad usare il cervello invece che sempre e solo il corpo", dico, voltandomi e tornando a sedermi al mio posto.

Vedo le due ragazze impallidire e non riuscire ad aprire bocca: forse non si aspettavano una simile reazione o risposta da me, ma mi sono stufata di essere sempre lo zimbello di tutti. Le ragazze mi guardano per qualche altro istante, poi tornano a confabulare tra di loro, e io mi siedo e guardo in direzione della porta, e in automatico mi si allarga un sorriso: vedo Alexandra che mi guarda sorridendo, deve aver visto la scena e, anche se non ha sentito quello che ci siamo dette, deve essere molto contenta del fatto che, finalmente, mi sono decisa a rispondere a qualcuno.

Sale le scale velocemente sorridendo, poi vedo che alza una mano come a salutare qualcuno dietro di me, ma poi la riabbassa subito, guardandomi perplessa: capisco che stava salutando Luke e che probabilmente lui non l'ha salutata. Passa dietro le due ragazze, guardandole malissimo senza neanche sapere cosa mi hanno detto, e si siede velocemente vicino a me, bisbigliando per non farsi sentire da nessuno:

Un errore da ripetereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora