12- Un risveglio inaspettato

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Passo i primi dieci minuti dopo che Alexandra e Andrew hanno spento la luce ad osservare Luke che se la dorme come se non ci fosse un posto più comodo al mondo in cui dormire: è abbracciato al guanciale con qualche ciuffo ribelle che gli cade sul volto, e adesso sembra proprio la persona più tranquilla al mondo, un bellissimo ragazzo che, senza quella sua boria di sempre, potrebbe essere anche uno da conoscere meglio. Sorrido involontariamente: non mi capiterà mai più di vederlo così tranquillo e rilassato, me lo devo imprimere nella memoria che, sotto sotto, è proprio una persona normale, che non deve essere per forza il macho man della situazione sempre.

Decido che è giunto il momento anche per me di andare a letto, altrimenti domattina mi addormento a lezione, e mi alzo per andare in bagno: non posso andare a dormire così, ma nemmeno dormire con i miei soliti pigiami informi e vecchi, visto che abbiamo ospiti in camera. Prendo una tuta dall’armadio e mi avvio in bagno, saltando con cautela le lunghe gambe di Luke: non voglio che si svegli proprio ora e cominci a fare un gran casino perché è in camera mia.

Riesco ad arrivare al bagno senza inciampare da nessuna parte e senza fare nessun tipo di rumore. Sospiro di sollievo non appena chiudo piano la porta, e mi guardo allo specchio: sono proprio un disastro, il trucco che mi aveva fatto Alexandra si è quasi sbavato del tutto e i capelli si sono afflosciati completamente. Sospiro rassegnata a tornare la solita me, quello che nessuno si fila mai. Mentre mi sistemo, ripenso alla serata: l’appuntamento con Alex e la sua scenata di gelosia, e soprattutto il trovare Luke alla mia porta, senza sapere come fare a toglierlo di lì. Mi preoccupa alquanto il suo risveglio di domani mattina: e se pensasse male per il fatto di aver dormito in camera mia? E se andasse a dire in giro che ha passato la notte nella mia stanza, come farei a spiegare le cose agli altri e soprattutto ad Alex? Oddio, l’idea che Andrew ha avuto di farlo restare qui non mi sembra più così brillante. Ma perché mi son fatta prendere da certe remore e non l’ho lasciato lì fuori? A parte che ci sarebbero state lo stesso delle domande sul perché lui si trovasse proprio davanti alla mia camera, quindi la cosa non era fattibile. Ma domani mattina mi devo assolutamente svegliare prima che lui si svegli, spiegargli le cose ed evitare che se ne vada in giro a parlare a ruota libera. Ma cosa mi è capitato? Stavo proprio bene quando non ero nessuno, non avevo nessun tipo di problemi, e ora mi ritrovo piena di casini con persone con cui non avevo niente da spartire.

Sospiro e finisco di struccarmi, poi mi cambio e riesco di nuovo piano dal bagno. La stanza è immersa nella penombra, c’è solo la mia luce sul comodino che manda un bagliore. Dal letto di Alexandra e Andrew non proviene nessun rumore, e credo che anche loro stiano dormendo, mentre Luke non è più né nella stessa posizione né nello stesso punto in cui lo avevo lasciato: ora è sdraiato vicino al mio letto, tanto attaccato che credo che dovrò salire dal fondo per andare a dormire, anche perché non lo posso spostare e rischiare che si svegli facendo un gran baccano.

Ma come cavolo ha fatto a spostarsi fino a lì? E poi, a quel punto, perché non si è infilato anche nel letto, visto che era anche vuoto e sicuramente più comodo? Sembrava in coma profondo, vorrei sapere dove e come ha trovato la forza di spostarsi. Sospiro di nuovo, e mi avvio verso il letto.

Entro dal fondo del letto e mi sdraio a pancia sopra, guardando il soffitto. Cavolo, non sarà affatto facile chiudere occhio stanotte, sapendo che lui sta dormendo sotto al mio letto. Mi allungo per spengere la luce, e lo guardo di nuovo. Ora è voltato verso il mio letto, con un sorriso beato e pacifico rivolto verso di me. Chissà se quando si è spostato si è accorto di non essere in camera sua o in camera con qualche delle sue svariate ragazze, visto che si trovava sdraiato per terra, ma è probabile che fosse talmente in confusione che non si sia nemmeno reso conto di dove si trovasse. Mi decido a spegnere la luce e mi volto verso il muro: vediamo se mettendo qualche metro di distanza in più riesco a dormire.

Un errore da ripetereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora