Capitolo quattro
Dieci anni dopo.
Il vasto salone lussuoso è gremito di ospiti, una deliziosa orchestra diletta
l'atmosfera con un sottofondo musicale armonioso, come le luci soffuse
sistemate ad arte negli angoli più appropriati.
Uno stuolo di camerieri in uniforme si destreggia attraverso gli invitati, sostenendo
in equilibrio vassoi traboccanti di calici di champagne, o di manicaretti
stuzzicanti.
Le persone presenti al ricevimento sono tutte in abiti da sera, per festeggiare
un evento speciale per i padroni di casa, la laurea appena conferita della loro
unica figlia ventiduenne.
La ragazza è appena giunta dall'Universita' di Harvard nel Massachusetts
a bordo dell'aereo privato del padre Jack Allen un noto uomo d'affari milionario
apprezzato e temuto nell'ambiente di Chicago.
Jack come la moglie Kate è molto orgoglioso della figlia Bridget, la quale è
riuscita ad ottenere la laurea in psicologia nella metà del tempo previsto
normalmente.
La coppia è attorniata dagli amici che si complimentano per l'eccellente
risultato ottenuto dalla loro figlia.
Jack Allen è un uomo attraente, sulla cinquantina dimostra meno della sua età.
Indossa un impeccabile smoking nero che enfatizza la sua notevole altezza e il
fisico asciutto.
I capelli dal taglio giovanile sono leggermente brizzolati, gli occhi di un azzurro
coinvolgente, lo sguardo di una persona decisa e di grande esperienza.
Accanto a lui Kate Allen la moglie, una donna molto curata nell'aspetto, la vera
partner che è abituata a sostenere il marito nella sua immagine di uomo d'affari
potente e in vista alla comunità.
Indossando un elegante abito nero lungo fino ai piedi, con una scollatura a cuore
impreziosito da un collier di diamanti che le illumina il volto dalla pelle levigata,
gli occhi verdi truccati con cura, i capelli biondi raccolti in uno chignon, alle
orecchie un paio di orecchini di diamanti a goccia.
Il sorriso sempre pronto sulle labbra a chiunque le si avvicini.
Una signora, amica di vecchia data le si accosta prendendola a braccetto.
"Kate, non vedo Bridget da nessuna parte, le voglio dare un grande abbraccio "-
-le sussurra con affetto.
Lei si china per agevolare l'amica visibilmente più bassa in altezza:"Cara, sarà
sicuramente a festeggiare insieme ai suoi amici, sai come sono i giovani "- le
risponde diplomatica."Posso mandare qualcuno a rintracciarla Beth "
L'altra scuote la testa sorridendo:"Oh no tesoro, la saluterò più tardi, lascia che si
goda la serata "- ammette dandole una leggera pacca sulla mano.Distante dalle luci della ribalta, una ragazza dai lunghi capelli dorati acconciati
in splendide onde a ciocche più chiare in punti strategici, rimane sull'ampia
terrazza della villa a contemplare assorta la splendida visione del lago Michigan.
Le acque placide del lago si estendono all'infinito, come quelle di un mare.
Fasciata in un lungo abito aderente rosso corallo le evidenzia le curve morbide
del suo fisico alto e armonioso.
Il corpetto, lascia scoperte le spalle fino a scendere dolcemente al décolleté,
impreziosito da preziose gemme, la gonna lunga le fascia i fianchi e la vita
stretta, mentre le gambe sono libere in un profondo spacco.
Ai piedi un paio di sandali d'oro dal tacco alto.
Non porta gioielli, solo una sottile catenina in oro con un ciondolo a cuore di cui
lei non si separa mai, un braccialetto di diamanti al polso l'unico ornamento
prezioso indossato per accontentare le suppliche della madre.
Gli occhi di un colore spettacolare sono truccati alla moda Smokey eyes,
le labbra morbide in rosso corallo come l'abito.
Lo sguardo dalle lunghe ciglia, colpevole di cuori infranti, spazia lontano
dall'altra parte del lago in un luogo preciso tanto tempo prima.
"Bridget!"- la voce vellutata della sua migliore amica, spezza la sua solitudine.
Lei si volta verso una ragazza molto bella, un viso sensuale, due occhi da
cerbiatto, due labbra armoniose, il fisico mozzafiato.
"Michelle almeno tu, chiamami Azzurra."I ricordi non si sono mai sbiaditi nella sua mente.
Dieci anni prima quando seduta in quell'auto lunghissima si allontanava dalla
sua vita quella che conosceva verso l'ignoto, stretto nella mano l'unica cosa che
le restava era il cartoncino che Ian le aveva dato.