Capitolo ventuno
Jack interrompe la comunicazione con Ian, nei suoi occhi brilla una strana luce,
eccitazione mista a preoccupazione.
Con una mano sprofondata nei capelli brizzolati, pensa che gli avvenimenti si stanno
susseguendo troppo velocemente.
Finalmente può esaudire il desiderio di una vita, che ha perseguito da lungo tempo
senza trovare una risposta, ma a quale prezzo?
Sua figlia si trova nel bel mezzo di una situazione a dir poco pericolosa, e letale nonostante la protezione preziosa di Ian al suo fianco, e di cui lui ha la massima stima.
Riprende il cellulare, lo sguardo determinato:«Phil, vieni nel mio ufficio per favore »
Phil è il suo uomo della sicurezza più fidato, dare a lui il compito di coordinare l'operazione
di prelevare sua figlia e gli altri in salvo è la scelta migliore.
Un'altra persona deve essere messa subito al corrente dei fatti:«Victor, amico mio, che né
dici di passare subito nel mio ufficio? È urgente »afferma inflessibile all'avvocato.
La voce dall'altra parte della linea suona altamente infastidita:«Jack!, Sono occupato
tra poco ho una riunione importante e mio figlio oggi non è venuto al lavoro, »
Le iridi dell'uomo riflettono lo scherno che prova nell'udire le lamentele di Wells.
«Non mi meraviglia che tuo figlio non sia in ufficio questa mattina, Victor» ribatte serio,
«Si tratta proprio di Richard, il motivo per cui ti ho chiamato, e sentimi bene, è questione
di vita o di morte. Quindi delega a qualcun altro la tua cazzo di riunione, ti voglio nel mio
ufficio massimo tra mezz'ora »chiude la comunicazione con un sorriso stampato in faccia.
Con Victor sono amici da sempre, dalle sue prime operazioni finanziarie, dopo il trasferimento da Detroit.
Si alza dalla scrivania per osservare il panorama che lo circonda dall'immensa vetrata
all'ultimo piano di uno dei suoi tanti grattacieli , costruiti e progettati da lui stesso.
Oggi è un uomo potente, stimato dalle alte cariche dello stato, a quelle militari.
Ma quando la sua vita anni addietro era sprofondata nella disperazione, aveva preso
sua moglie in lacrime e si era trasferito a Chicago per ricominciare.
Il provvidenziale aiuto fornito ad un amico finanziere in difficoltà, gli aveva garantito la
soffiata su un affare speculativo ad alto rischio, un fondo con il quale guadagnò la cifra
necessaria per iniziare la sua carriera.
Un leggero bussare alla porta, lo distolse dalle sue reminiscenze:«Entra pure Phil»All'interno dell'ufficio, Michelle ed Amy svolgono il lavoro in arretrato in perfetto silenzio.
Ognuna delle due è immersa nei propri pensieri, riguardanti la sera prima quando entrambe erano davanti al locale di Ian.
Il trambusto dovuto alle tragiche morti, le luci delle volanti della polizia, le transenne
che delimitavano il perimetro del caseggiato.
Lo sguardo ammaliatore di Kirk sovviene alla mente di Michelle.
Il movimento meccanico con il quale lui si portava la sigaretta alle labbra, per lei molto
affascinante, come la sua bocca sensuale.
«Ora devo andare »le aveva detto fissandola intensamente, gli occhi smeraldo luccicavano ammiccanti:«Mi piacerebbe uscire ancora con te»aveva chiesto sfiorandole
una ciocca di capelli con un dito delicato.
Lei era rimasta fredda, anche se dentro fremeva:«Io no!»gli aveva risposto seccamente,
«Prima mi dici "ci vediamo ", come se la cosa non ti interessasse, ora cambi idea, ma io
non sono un giocattolo con cui trastullarsi quando si ha voglia » e specificato questo si
era voltata, ma Amy era sparita.
Kirk né aveva approfittato per perorare la sua causa, fino a raggiungere un accordo
utile per entrambi.
Un appuntamento a cena, senza secondi fini, solo per conoscersi meglio.
Nel frattempo Amy si era riunita a loro, ma nel suo sguardo si notava una tensione che
prima non manifestava.
Il viso pallido sotto il trucco e gli occhi che saettavano dappertutto, sviando quelli delle
persone presenti.
«Che cosa fate ora?»aveva domandato Kirk,«Sicuramente il locale verrà chiuso, per il
momento »
La ragazza si strinse nelle spalle «Andremo a bere qualcosa da un'altra parte »suppose
cercando l'approvazione dell'amica.
Ma Amy scosse la testa:«Preferisco tornare a casa, se non ti dispiace »
