Capitolo tredici
Le luci dei fanali posteriori della Jaguar, si intravedono appena prima di
scomparire dalla visuale, oltre la curva.
Michelle rimane impalata a guardare, con la testa confusa e la delusione
cocente dentro il cuore.
"Col cavolo," pensa irritata, mentre si avvia verso casa, "Se aspetti che ti venga
a cercare, caro ti aspetta una bella sorpresa "
Il problema è che senza Azzurra con cui condividere la sua esperienza, il vuoto
si fa strada dentro di lei, facendo vacillare la sua autostima.
Che cosa è mancato dopo la stupenda notte, trascorsa con Kirk? Lei si è sentita
al settimo cielo, mai un ragazzo le era piaciuto così tanto.
Ma lui non è sembrato ammaliato quanto lei, anzi con quel "ci vediamo " ha
chiuso un capitolo, senza un minimo di emozione.Al volante della sua Jaguar, Kirk si dava dell'idiota, perché mai non le aveva
chiesto il numero del cellulare? Si era comportato da stupido, per la prima volta
in vita sua il suo cuore aveva reagito durante un incontro con una ragazza.
Le emozioni che Michelle gli aveva suscitato, lo avevano sorpreso, stupito.
Forse è stato il motivo per cui si era comportato come un codardo, fuggendo come spaventato da se stesso, non era pronto per essere coinvolto da sensazioni
così intense.
Gli occhi da cerbiatta gli tormentano l'anima, come le sue labbra morbide e
carnose, il corpo voluttuoso, tonico.
Lo squillo del cellulare interrompe le sue elucubrazioni, avvia il viva voce.
«Kirk!,»la voce familiare di Nick giunge ironica.«Dove cazzo sei,?»
Il ragazzo si chiede il motivo della chiamata:«Sto andando a casa » risponde
stizzito.
«Porta subito il tuo culo al locale, ti sei dimenticato di Loraine, ti sta aspettando
da quasi un'ora »lo avvisa l'amico con sarcasmo.
Kirk, impreca mentalmente "Cavolo Loraine, si era dimenticato dell'appuntamento
notturno con la cliente, che per stare con lui, arrivava dal Canada."
«Amico, c'è Rosalynd che è fuori di se, io ho provato ad offrirmi come sostituto,
ma quella donna viene esclusivamente per te »conclude Nick.
Il ragazzo chiude la comunicazione, e si dirige verso il centro.
Non è proprio la serata giusta per compiacere Loraine, soprattutto dopo aver
avuto fra le braccia Michelle.
Spera vivamente che sia venuta solo per sfogarsi, come fa diverse volte,
lamentarsi del marito anziano, che è pure scorbutico.
Michelle le ha sconvolto il cervello, in una sera è riuscito a dimenticare tre
regole fondamentali: non avere rapporti sessuali senza preservativo, ignorare
completamente un incontro, e non provare niente, MAI.La luce mattutina che filtra attraverso le tende della suite, risvegliano Azzurra dal
suo sonno profondo.
Gli occhi ancora annebbiati, osservano l'ambiente circostante, ricordandole di non
essere nella sua camera a casa, ma in una stanza di uno degli alberghi più
lussuosi di Las Vegas.
Las Vegas? Azzurra si siede d'impulso sul letto enorme, rammentando tutti gli
avvenimenti delle ultime ore.
Ian...il loro incontro nella doccia, il fuoco che li aveva divorati con passione, la
sua intenzione di farla sua, il rifiuto di lei, la paura che l'aveva paralizzata.
Avverte la testa girarle, posa i piedi a terra lentamente.
Appena si sente in grado, va in bagno per una doccia galvanizzante.
Si lascia accarezzare dall'acqua tiepida insaponandosi il corpo con una
fragranza floreale fresca, e i capelli lunghi da uno shampoo delicato alla
lavanda.
Uscita rinvigorita e profumata, si spalma una crema idratante dappertutto ,
per nutrire la pelle stanca, dopodiché si avvolge in un ampio telo bianco e
rientra nella camera.
L'alta figura di Ian, voltato verso la finestra, le fa balzare il cuore in gola.
L'uomo indossa un completo leggero di lino chiaro, i capelli scuri risaltano
coprendo il colletto nero della camicia.
Avvertendo la sua presenza, Ian si volta restando sul posto ad osservarla.
Azzurra si è raccolta i capelli biondi in uno chignon disordinato, lasciando il
décolleté nudo, come le lunghe gambe.
La pelle luminosa e profumata grazie alla crema, inducono lo sguardo di lui
in un mare blu brillante di desiderio silenzioso.
Entrambi si guardano intensamente, a lungo senza proferire parola, né allungare
una mano.
«Ti aspetto in salotto,»la avverte Ian con voce neutra «La colazione è già pronta »
«Che cosa è opportuno che indossi?»domanda la ragazza ignara del programma
della giornata.
«Qualcosa di leggero, ma porta con te da coprire le spalle, in questi alberghi
tengono l'aria condizionata al massimo.»le risponde pratico.
«Quanto tempo ho a disposizione?»
Ian sorride guardandola:«Se fosse per me, non uscirei da qui, ma visto che è
necessario, direi una mezz'ora, massimo.»
Azzurra soffoca un sorriso, certo il tempo non è molto, ma tentar non nuoce.
Si muove svelta verso la cabina armadio, esaminando il contenuto in suo
possesso.
Ian le ha consigliato un abito leggero, e le capita tra le mani, un capo di cui lei
si era quasi dimenticata l'esistenza: un corpino senza spalline, aderente rosa
pallido, compresa una gonna leggera sempre rosa, come una corolla di un fiore
prezioso, in vita una cintura nera a nastro morbida.
Le sta d'incanto, la gonna è appena sopra il ginocchio, volteggia intorno alle
gambe affusolate.
Ai piedi, un paio di sandali d'argento alti, ma non eccessivamente.
I capelli lasciati lunghi fino alla vita, lisci e qualche onda sulle punte.
Il trucco leggero, appena accennato visto il caldo insopportabile.
Scelse un copri spalle nero, la borsa e si avventura nell'altra ala della suite.
