Capitolo7

252 40 45
                                    

Capitolo sette.

«Azzurra che cosa ti prende?»- sussurra Rosa all'orecchio dell'amica.-
Pallida come un lenzuolo, la ragazza cerca di trattenere le lacrime imminenti.
Uno strano malessere la stava aggredendo implacabile.
Un fastidioso formicolio la paralizzava dai piedi fino alla testa, il cuore batte
incontrollabile nel petto, tanto da aver paura di collassare.
La testa inizia a vorticarle come una trottola, un sudore freddo le imperla la fronte.
Guarda l'amica parlare, ma non capisce una parola, il terrore si impadronisce di
lei, la quale in un impeto di razionalità si alza barcollando in cerca di un bagno.
Non sa nemmeno lei come, ma trova la toilette ed vi entra velocemente.
La stanza è molto ampia e confortevole, sceglie la prima porta e siede sul
coperchio del water.
Passa il tempo, Azzurra tenta di calmare il malessere respirando ed espirando,
le mani strette al petto che non accenna a rallentare i battiti furiosi.
Non pensa a nulla, solo a riprendere il controllo di se stessa.
Lentamente, inizia a sentirsi meglio, tanto da provare a stare in piedi.
Apre la porta e si avvicina ai lavandini lussuosi del bagno, l'acqua le dà sollievo.
Si lava il volto e il collo, madidi di sudore freddo, sospira sollevata, alzando gli
occhi, incontra quelli nocciola di Rosa attraverso lo specchio.
Lo sguardo della sua amica è addolorato, ma anche deciso.
Con passi veloci la raggiunge abbracciandola affettuosa:«È passato?» le
domanda dolcemente.
Alla risposta affermativa, le porge la borsa dimenticata al tavolo e la esorta ad
uscire dal bagno.
«Vieni, il taxi ci sta aspettando »- le ordina in tono sostenuto.
Azzurra non riesce nemmeno a protestare, la debolezza le ha provocato un
calo di zuccheri e di forza interiore.
«Ho la macchina nel parcheggio »- la informa con un filo di voce.
Rosa non si scompone:«Mando qualcuno a prelevarla, non ti preoccupare.»-
-la riassicura mentre escono all'aperto.
Il taxi è già disponibile davanti all'ingresso, le due ragazze salgono in fretta.
Dopo aver indicato l'indirizzo al tassista Rosa si rilassa sui morbidi sedili in
pelle, mentre stringe le mani ad Azzurra.
«Ti porto a casa mia tesoro »- poi notando lo sguardo inquieto dell'amica
precisa:«Ian non è in casa, oggi è partito per Las Vegas, ha intenzione di
aprire un altro locale laggiù.»
Il tragitto a parte il solito traffico non sembra molto lungo:«Sai preferisco
affidarmi ai taxi per il momento »conversa tranquilla pagando la corsa.
La zona residenziale dove scendono è al centro della città nel famoso Loop.
Alzando lo sguardo Azzurra riconosce il lussuoso condominio dove suo padre
e lei erano stati proprio la stessa mattina a visitare un appartamento in vendita.
Era uno dei suoi preferiti, vicino allo studio e agli uffici del genitore.
Il condominio in stile moderno possiede una portineria, e un'ampia entrata.
Rosa percorre sui tacchi alti la pavimentazione lucida bianca e nera, sorride
all'uomo in divisa e accompagna Azzurra verso l'ascensore.
I piani scorrono uno dopo l'altro fino a raggiungere l'ultimo piano.
L'androne è della stessa pavimentazione dell'entrata, luminoso, ampio i
corrimano in legno pregiato, in alto una splendida cupola azzurra che assicura
un'atmosfera magica.
Rosa apre una porta in legno blindata, dopo aver digitato un codice su una
tastiera apposita.
Lo sguardo di Azzurra osserva una stupenda area relax, ammobiliata da
comodi divani in pelle panna, in mezzo a tavolini in cristallo e legno.
Il pavimento è in marmo bianco lucido, ad una parete un televisore ultimo
modello, al di là la sala pranzo composta da un originale tavolo moderno come
le sedie coordinate.
Ma l'attenzione della ragazza si sofferma su un'ampia terrazza da dove si
ammira le acque del lago bellissime.
L'impulso l'attira ad oltrepassare la soglia della grande portafinestra, per
respirare l'aria pulita a quell'altezza.
Quando si affaccia, nota il parco sottostante, una vasta zona verde e allunga
lo sguardo verso l'orizzonte infinito.
«Eccomi »- Rosa si avvicina reggendo un vassoio con due bicchieri che
contengono una miscela di liquidi.
Appoggia il tutto su un ampio tavolo rettangolare e invita Azzurra ad
accomodarsi:«Ti piace qui?»le domanda notando il colore ritornare sulle
guance della ragazza:«Sono stata una stupida a dirti di Ian e me a freddo,
ricordo l'affetto che nutrivi per lui.»- ammette porgendole un bicchiere.
«Che cos'è »- domanda Azzurra sospettosa.
«Bevi ti farà bene »- la sprona Rosa sorseggiando il cocktail per prima.
Mentre Azzurra assaggia, lei guarda il lago trasognata:«Abbiamo tante cose
da raccontare, sono passati dieci anni, e sono successi tanti avvenimenti che
ti voglio tanto raccontare.»
«Il tempo cambia, ma noi due siamo sempre le piccole scavezzacollo che
ricordo »- spera Azzurra rinfrescata dalla bevanda leggermente alcolica.
Le due ragazze ridono di cuore, ricordando le avventure trascorse insieme,
specialmente seguendo Ian.
«Dopo che sei andata via, ho passato un brutto periodo, sola per strada come
sempre»-inizia a confidarsi Rosa-«L'unico che mi teneva d'occhio era Ian, poi
mio padre perse il lavoro e in casa i miei litigavano in continuazione. Era
un inferno vivere con loro così accaniti, così restavo fuori casa più a lungo,
e ho conosciuto gente poco raccomandabile.»
Il viso di Azzurra si adombra improvvisamente.
«Eh già, mia cara sono entrata in un giro pericoloso, per fortuna Ian aveva
aperto il primo locale, ricordi quello che lui frequentava con quelle zoccole?
Insieme al proprietario hanno ristrutturato ed è diventato il locale di punta
della città. Nel frattempo i miei genitori si sono separati, nessuno dei due
mi voleva tra i piedi, quindi Ian mi ha preso con se mi ha fatto studiare danza
canto, recitazione e sono diventata Rosalynd.»
«Ian ha sempre avuto a cuore noi due »- ammette Azzurra sincera.
«Ancora oggi non mi spiego il perché »- aggiunge Rosa.
Lo squillo del cellulare di Azzurra interrompe i loro ricordi:«Michelle!»- esclama
sorpresa.
.«Cara, i tuoi mi hanno chiamato, non riescono a rintracciarti dove sei?»
La ragazza controlla l'ora, conoscendo lo strano comportamento possessivo
dei genitori, si agita all'istante:«Sono da Rosa, ma i miei non la conoscono,
accidenti, ora inizia l'interrogatorio.»- sospira rassegnata, dentro di se non
vedeva l'ora di vivere per conto proprio, forse la morsa fastidiosa a cui i
suoi genitori la sottoponevano si sarebbe allentata un po'.
«Non ti preoccupare tesoro, ci penso io, per ora.»- la rassicura Michelle, a
conoscenza della situazione incresciosa.
«Grazie cara, ti devo un favore »- sospira.
Rosa l'osserva incuriosita:«Non mi dire, alla tua età sei ancora tenuta al
guinzaglio come una ragazzina?»- le domanda incredula.
Azzurra annuisce:«Dal momento in cui sono entrata in casa loro e mi hanno
adottata, è sempre stato così, vogliono conoscere chi frequento, dove sono,
dove vado, se rientro a casa per cena e se no con chi sono, non parliamo di
rimanere fuori a dormire, devono sapere da chi e soprattutto se è una
persona che conoscono.»-racconta sfogando la sua esasperazione.
Rosa rimane in silenzio, poi si alza e invita l'amica a seguirla.
Si avviano in cucina, un locale assolutamente confortevole, moderna
le pareti piastrellate in celeste, il banco in granito color panna, come le
pensiline in alto, in legno laccato.
La cucina è interamente accessoriata, gli elettrodomestici in color bronzo,
separati in un angolo apposito.
«Accomodati su uno sgabello »- la invita dolce Rosa-«Io vado a cambiarmi,
intanto serviti pure ancora un po' di aperitivo »
Mentre la ragazza sparisce alla vista, Azzurra prende il cellulare:«Papà, sono ..»
«Chi è Rosa?»- la voce secca del Signor Allen non è per niente di buon
auspicio.
Prima di rispondere Azzurra, prende un istante per riflettere:«Non la conosci,
è una mia amica del College, ma te la presenterò al più presto.»- cerca di
rassicurarlo.
«Sai perfettamente che non mi piace che frequenti persone che non conosco.»-
- ribatte impassibile l'uomo.
«Fai un'eccezione per questa volta, papà, in fondo non ti ho mai deluso.»- si
difende la ragazza a ragione:«Anzi per dirla tutta, dormo qui con lei questa
notte, abbiamo tante cose da raccontarci, domani mattina quando torno ti
dico quale appartamento ho scelto, è uno dei tuoi preferiti.»conclude tenace.
Un lungo silenzio si prolunga dall'altra parte della linea, è la prima volta che
l'adorata figlia tira fuori gli artigli:«Va bene Bridget, per questa volta lascio
correre, d'altronde hai ragione tu, non mi hai mai dato nessun problema, e
sono contento della tua scelta, ma domani mattina ti voglio vedere a casa.»
Azzurra si deterge il sudore sulla fronte:«Va bene papà, non sei curioso di
sapere su quale stabile è caduta la mia scelta?»
«Ne parleremo domani Bridget, ti saluto la mamma.»- è con questo chiude la
conversazione.
La ragazza ripone il cellulare espellendo tutto l'ossigeno trattenuto.
«Quindi stai cercando un appartamento?»- domanda Rosa appoggiata al muro.
Indossa un comodo caftano bianco, comodo e leggero, ai piedi un paio di
pantofole abbinate.
«Si cara, e ho le idee chiare in proposito.»-
L'amica apre il frigo, dalla quale prende una pirofila per infilarla nel forno.
«Sai qui, sullo stesso piano ne vendono uno che è fatto apposta per te.»
Azzurra le sorride raggiante:«Ma va?»- la stuzzica maliziosa.
Rosa spalanca gli occhi incredula:«Davvero?»sussurra in un soffio.
Al cenno affermativo di Azzurra si lancia tra le sue braccia entusiasta.
«Ti aiuto io ad arredarlo, vedrai sarà un gioiellino.»
«Mi piacerebbe molto, ma conoscendo mio padre ci metterà sicuramente lo
zampino.»-
Rosa sbuffa irritata, poi cambia argomento:«Indovina che cosa ho messo in
forno?»- le domanda eccitata, riempiendo il bicchiere di Azzurra.
La ragazza annusa l'aria, un profumo delizioso che le ricorda Detroit le stuzzica
l'appetito.
«Le famose polpette che mi portavi!»- esclama felice e affamata.
L'amica ride di gusto:«Le ho preparate prima di incontrarti, speravo restassi
a cena.»- ammette battendo le mani.
Improvvisamente il suono del campanello d'entrata le fa sobbalzare, Rosa corre
ad aprire.
Fa il suo ingresso un bellissimo ragazzo, alto con i capelli lunghi scuri, legati
in una coda, gli occhi altrettanto scuri e affascinanti.
Azzurra ricorda di averlo visto al locale quella sera, quando Michelle faceva la
accalappiatrice.
«Nic, grazie di essere passato.»- lo saluta Rosa- «Ti presento Azzurra la mia
migliore amica. Ora lei ha dimenticato la sua auto nel parcheggio del solito
posto dove vado a prendere l'aperitivo. Mi occorre che tu la vai a ritirare per
parcheggiarla nel mio posto auto »
Nic chiede ad Azzurra il tipo di auto, prende il dispositivo di sicurezza e lascia
l'appartamento.
Rosa apparecchia in terrazza, accende una candela nel mezzo, per creare
l'atmosfera.
Il profumo intenso della pietanza è una nuvola di benessere alle papille
gustative.
Le due ragazze cenano in compagnia di una buona bottiglia di vino rosso.
«Dunque, tesoro ora tocca a te raccontarmi di te.»- la esorta Rosa curiosa.
Azzurra si gode la serata come non faceva da tempo:«Quando Ian mi ha
infilato su quella macchina, per me è iniziato un lungo viaggio. Sono salita
su un aereo privato, mi sono addormentata dalla stanchezza e dal dolore.
Davanti a me è apparsa la più bella e la più grande casa che io abbia mai visto.
Per me stavo facendo un sogno, dal portone d'ingresso è uscita una donna
bionda, dal viso dolcissimo e mi ha trattato come se fossi una bambola di
porcellana. Kate, mia mamma. Quando ho visto per la prima volta mio padre
ho avuto timore, mi incuteva soggezione, ma in seguito si rivelò un uomo
gentile e generoso. Kate mi fece il bagno come prima cosa, e lì si accorse
che Carmen mi tingeva i capelli di nero. Poi ho conosciuto Michelle, e siamo
diventate subito amiche.»
Rosa sorride assaggiando un sorso del vino rosso:«Mi farebbe piacere
conoscerla, dev'essere una ragazza simpatica.»- osserva sincera.
Azzurra scoppia in una risata:«Oh è molto simpatica e ha la passione per lo
shopping, da quando ha messo piede nel vostro locale non parla d'altro »
«Da noi è la benvenuta.»- dichiara Rosa.
«Sai mi sono laureata ad Harvard, in psicologia »- le confida -«Ho scelto
questa facoltà per aiutare chi come Carmen è affetto dalla dipendenza
dell'alcol o della droga, ed ho intenzione di inserirmi in programma di
riabilitazione per persone che non possono permettersi di pagare.»
La ragazza annuisce orgogliosa:«So che sei una persona speciale Azzurra,
ma quando sei venuta al locale eri in compagnia di un ragazzo che è un
assiduo frequentatore »inizia con una smorfia.
«Chi Richard?»-
Rosa annuisce seria:«Spero non ci sia nulla tra te e quello. È una pessima
persona, arrogante e sgarbato.»- allo stupore sul viso dell'amica rincara la dose.
«Nessuna ragazza vuole avere a che fare con lui, non solo si fa di cocaina, ma
alcune volte perde il controllo e diventa violento.»
Alle affermazioni di Rosa, Azzurra rimane schioccata:«Non avevo idea, di questo
suo lato.»-
«Azzurra stai attenta quando sei con lui, non fa per te.»-le raccomanda ansiosa.
«Stai tranquilla non è il mio ragazzo, anche se ci ha provato.» la rassicura.
Rosa si alza dal tavolo soddisfatta:«Vieni ti mostro la mia camera da letto, qui
ci penserà Ines una donna che mi aiuta nei lavori domestici.»
La camera da letto di Rosa rispecchia in pieno la sua personalità.
Una vera e propria alcova, sensuale come lei.
Le pareti in legno chiaro, al centro un bellissimo letto a baldacchino con tanto
di tende bianche come ornamento.
La testiera è in art deco , foderata da un tessuto orientale pregiato.
I toni sono chiari, legno e panna, una cabina armadio enorme straripante di
ogni tipo d'abbigliamento, da un lato la zona trucco, con uno specchio speciale
un tavolino e una poltrona.
In fondo un'altro tavolo e poltrone sempre sui toni chiari.
«Azzurra vuoi fare tu la doccia per prima?»
Mentre la ragazza si avvia al bagno, lei sceglie tra i suoi cassetti un indumento
particolarmente raffinato e lo appoggia alle lenzuola con cura.
Uscendo dal bagno, con indosso un ampio asciugamano morbido, Azzurra
nota una porta chiusa in legno massiccio.
Rinfrescata dopo una giornata piena di emozioni, raggiunge l'amica in camera.
La trova davanti allo specchio intenta a massaggiare il viso con una crema,
poi osserva l'indumento prezioso adagiato al letto.
«Ho scelto questa camicia in seta per te.»- le dice Rosa compiaciuta.
La ragazza la prende delicata tra le mani, la camicia in questione è un leggero
scampolo di seta trasparente cortissimo.
«Tesoro non hai mai indossato un capo così in via tua eh?»- più che una
domanda è un'affermazione:«Dalla tua espressione direi di no, è per questo
che non hai un fidanzato.»- conclude ridendo.
«Scusa se ho ficcato il naso in giro »si giustifica Azzurra-«Ma ho visto una
porta che divide l'appartamento »
«Ah quella»- risponde Rosa infilandosi sotto le coperte:«Ian ed io abbiamo deciso
di sezionare la casa in due alloggi per praticità. Dietro la porta c'è l'ala dove vive
Ian, ha il suo studio e la zona dove accoglie i visitatori per affari. Poi viaggia
molto e torna a casa a qualsiasi ora, così per non darci fastidio abbiamo
pensato a questa soluzione, devo dire che funziona a meraviglia.»- conclude
pratica.
Azzurra indossa la camicia e raggiunge l'amica, sospirando soddisfatta, il
materasso è morbido e confortevole:«Non riesco a crederci tu ed io insieme
dopo tanti anni»-ammette emozionata.
Rosa si appoggia ad un braccio il volto verso di lei:«Mi permetti di chiederti una
cosa?»-le domanda in confidenza.
«Hai mai avuto un rapporto sessuale?»
Il rossore imporpora le guance di Azzurra:«Ho avuto alcuni flirt, ma niente di
serio.»risponde sinceramente e non c'è niente da aggiungere.

Durante la notte, Azzurra sente il bisogno di uscire in terrazza, le chiacchiere
con Rosa non riescono a farle prendere sonno, ma prima le occorre una
puntatina al bagno.
Per non svegliare l'amica si avventura per la casa al buio.
Trova il bagno per fortuna, ma all'uscita perde l'orientamento, tastando i mobili
tenta disperatamente la giusta via.
La sua volontà però non dà i suoi frutti, allora tenta di trovare un interruttore.
Le mani accarezzano le pareti invano, alla fine trova la porta giusta.
Con un sospiro di sollievo prosegue in cerca della camera da letto.
«Fai ancora un solo passo e ti taglio la gola »-una voce gelida la inchioda sul
posto, un braccio forte le stringe il torace, mentre la fredda sensazione della
lama affilata di un coltello le preme la giugulare.
Sceglie di rimanere in silenzio, tanto è terrorizzata.
«Cosa ci fai in casa mia, come sei entrato?»- domanda la voce dura.
Al suo silenzio, la lama penetra nella carne causandole un dolore acuto.
Le sfugge un lamento spontaneo, il quale avverte il suo assalitore ad
allentare la presa, Azzurra sente il proprio sangue colarle lungo il petto.
Una mano le tocca i capelli, il viso fino ad raggiungere il seno, attraverso il
tessuto leggero della camicia.
«Chi sei dannazione, parla!»- le ingiunge brutalmente la voce.
La ragazza rabbrividisce:«So...no Azz...urra.» -balbetta impaurita.
Una imprecazione rabbiosa la turba ulteriormente:«Azzurra, che cazzo ci
fai qui, stavo per ammazzarti»
La ragazza si stringe nelle braccia che la circondano, il profumo dell'uomo
che ha sempre amato le fa girare la testa:«Ian»- sussurra con voce esile.
L'uomo le accarezza il collo ferito, baciandolo dolcemente, il respiro affannoso.
«Azzurra, che cosa mi fai »-la voce roca, le mani scendono a prenderle un seno.
I loro respiri si fondono in un unico suono, quello della passione.

AzzurraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora