Capitolo ventisei
Kevin e Ian sono ai piedi del letto in cui Richard è stato visitato meticolosamente dal
Dottor Nelson, il quale ha somministrato il farmaco di cui il paziente ha bisogno
nell'immediato per diminuire i sintomi dolorosi dell'astinenza.
L'uomo, dal fisico asciutto e molto alto, è di discendenza Nord Europea; i capelli sottili
biondi, gli occhi azzurri e l'incarnato molto chiaro della pelle.
L'età è di circa quaranta anni, quindi giovane e molto professionale.
Essendo lo stesso medico che si prende cura di Beth, ha a disposizione nuovi metodi
per curare le varie patologie ed è molto aggiornato sui nuovi farmaci da testare sui
pazienti.
Inoltre è una persona discreta, di cui fidarsi ciecamente, cosa che tranquillizza Ian,
poiché se qualcuno venisse a conoscenza della loro presenza, sarebbe un problema.
Il dottore parla con Jayne, per fornirle i particolari della cura necessaria affinché Richard
migliori gradatamente.
I prodotti sono posati sul comò in perfetto ordine, e la tabella degli orari è già nelle mani
dell'infermiera.
«In principio avrà difficoltà a nutrirsi, il fisico potrebbe rifiutare il cibo »spiega rivolto agli
altri uomini presenti «consiglio di provare con brodo vegetale caldo, porzioni piccole di
alimenti facilmente digeribili. Se lo stomaco non dovesse trattenerlo, allora dobbiamo
alimentarlo attraverso la vena, con flebo di cui ho lasciato i flaconi all'infermiera. In tutti i
casi, penso che il paziente riuscirà a cibarsi normalmente presto.»
Kevin stringe la mano del dottore con calore:«Se dovesse collassare ancora?»l'ansia nella
voce.
«Non credo che succederà nuovamente »risponde con sicurezza,«Tuttavia Signor Ward
lei conosce i numeri ai quali può trovarmi, e verrò ogni giorno a fare un salto per
controlli »
Rassicurati gli uomini accompagnano il dottore alla porta, prima di uscire Nelson si
trattiene ancora un momento:«Quando avrà necessità di prendere aria, lasciatelo fare,
ma state attenti, anche se non dovrebbe, non è escluso che tenti di scappare per
cercare una dose, quindi è preferibile non perderlo di vista, ah! Tenete chiusa l'infermeria
quando l'ansia li prende qualsiasi farmaco a base di oppiacei potrebbe essere la luce
come per una falena »detto questo stringe la mano a Ian e si accomiata definitivamente.
«Il problema non esiste »sentenza l'uomo con un sorriso sornione «Da me non sfugge di
sicuro »Al ritorno dalla passeggiata, Beth e Azzurra, entrano in cucina assetate.
Un delizioso profumo di spezie, e aromi culinari, le stuzzicano le narici e l'appetito.
Ai fornelli, un'allegra Rita le accoglie con il suo docente sorriso e la lunga treccia che le
cade sulla schiena.
«Bentornate, signorine» le dice porgendole una tazza di tè verde ognuna.«Dopo una
bella camminata, avrete voglia di bere qualcosa di dissetante »
«Grazie Rita» trilla felice Beth, prendendo posto al tavolo in granito.
La donna la guarda mentre sorseggia la bevanda soddisfatta.
Nota l'incarnato splendido e sano, gli occhi brillanti di voglia di vivere, il sorriso spontaneo,
e si volta verso Azzurra, regalandole un sorriso di rispetto e riconoscenza.
«Che cosa cucini per pranzo?» le domanda Beth affamata, allungando lo sguardo alle
pentole e la padella sui fuochi ad induzione.
Rita le agita sotto il naso un lungo cucchiaio di legno:«Sorpresa, signorina!»esclama con
ilarità«Non è ancora pronto, potresti mostrare il resto della casa alla signorina Bridget »le
consiglia pratica.
La ragazza si alza e trascina l'amica verso la parte ancora inesplorata della villa.
Ma invece di trattenersi a descrivere le moltitudini di stanze che si intravedono lungo il
percorso, lei si dirige verso una porta in particolare in legno chiaro.
La apre a fatica, ed Azzurra rimane senza parole: scesi alcuni scalini, appare la visione di
una piscina riscaldata, invitante.
L'acqua cristallina, il pavimento in legno, le pareti in pietra, l'ampia vetrata che da sul
giardino.
«Ti piace?»la domanda è indagatrice, quasi speranzosa.
Azzurra abbraccia con lo sguardo l'ambiente accogliente, dai toni caldi, e un'emozione di
appagamento le invade l'anima:«È meravigliosa, Beth! Potremmo nuotare e divertirci
insieme.»
La ragazza batte le mani come una bambina la mattina di Natale.
«Bridget, sono contenta che Kevin ti ha portato con se,»ammette con gli occhi lucidi.
«Da sola non ho mai avuto il coraggio e la voglia di venire quaggiù, ma ora che ci sei tu,»
La voce le manca , ma per trasmettere la sua gioia abbraccia forte la sua nuova amica.
Azzurra avverte le lacrime pungerle le ciglia, e un groppo serrarle la gola, mentre ricambia
con affetto la stretta di Beth.
«Sai»le mormora all'orecchio «Bridget è il nome che mi hanno dato i miei genitori adottivi,
ma i migliori amici mi chiamano Azzurra »le confessa con voce tremante.
«Azzurra è un bellissimo nome, mi piace »commenta l'altra sorpresa.
«Si, ma è un segreto »l'avverte la donna dolce«Ricorda, davanti agli altri usa Bridget »La tavola è apparecchiata, la sala da pranzo pronta adornata da vasi di fiori freschi.
L'odore del pane fresco e fragrante si unisce a quello della carne alla griglia.
Azzurra sente un rumore strano alla bocca dello stomaco, è il brontolio della fame,
accanto a lei Beth deglutisce rumorosamente.
«Ah, eccovi!»la voce profonda di Ian dietro di loro, fa sobbalzare Beth, la quale si
aggrappa intimorita al braccio dell'amica.
«Vi ho cercato dappertutto, dove vi eravate cacciate?»domanda l'uomo spostandosi
davanti alle ragazze.
Beth lo fissa senza proferire parola, le guance rosse impallidiscono immediatamente,
la stretta diventa ferrea, tanto che Azzurra soffoca un lamento di dolore.
Ma Ian dalla sua notevole altezza e corporatura, sorride come solo lui sa fare.
«Ciao Beth»esordisce allungandole la mano gentile «Tuo fratello ha decantato la tua
bellezza, ma la realtà sbiadisce le sue parole »conclude portandosi la mano femminile
alle labbra.
Le gote di Beth prendono fuoco, gli occhi verdi sgranati.
«Ehi amico, stai parlando di mia sorella » interrompe sagace Kevin entrando in casa.
L'uomo nasconde un sorriso sornione fingendosi offeso, poi sofferma l'attenzione sul
golfino di Azzurra.
«E questo?»chiede sfiorando l'indumento incuriosito «Mi ricorda tanto quello di Beth»
«Ehi fratello, giù le mani dalla mia donna!»esclama Ian trascinandosi dietro la ragazza.
«Basta voi due» li ammonisce severa Azzurra «Non vi accorgete che avete messo in
imbarazzo Beth, poverina! »
Ma l'interessata sembrava godersi un mondo la scena, gli occhi ridenti, e il sorriso sulle
labbra rosse.
«Scusali tesoro » le circonda le spalle con affetto Azzurra «gli uomini sono come gli
animali alle volte, hanno la necessità di marchiare il territorio »
Una risata generale stempera la "finta" tensione, :«Beth, ti presento Ian il mio.....fidanzato «dichiara la ragazza un po' titubante.
In fondo nemmeno lei sapeva come chiamarlo: fidanzato, amante, amico? Questa notte
avrebbe avuto la sua risposta.
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