Capitolo9

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Capitolo nove.

«Las Vegas?»la voce stridula di Azzurra echeggia lungo i corridoi che attraversa
nella stretta sicura di Ian:«Ma tu sei impazzito, io non posso venire con te a Las
Vegas, dimentichi che ho dei genitori, mi...o padre ti ammazza!»
Le urla della ragazza risuonano nell'aria, ma nessuno accorre in suo soccorso.
L'effetto dell'alcol mitiga per un attimo l'energica reazione femminile.
«Che fa, dorme?»- sussurra piano Ian a George.
L'uomo si assicura osservando gli occhi chiusi di Azzurra.
Annuisce speranzoso, sopportare tutto il viaggio una femmina furiosa non è il
massimo della vita.
Il gruppo esce da una porta secondaria, dove ad attenderli un Suv nero con i
vetri oscurati.
Prendono posto, George al volante, la donna accanto a lui, dietro Ian e Azzurra.
Il tragitto verso l'aeroporto si svolge in assoluto silenzio, il Suv si ferma ai piedi
di un aereo privato, preso in affitto da Ian per il viaggio.
In cima alla scaletta un'Hostess già pronta ad accoglierli, i piloti alle loro
postazioni .
La donna in uniforme scruta imbarazzata la ragazza inerme, nelle braccia
dell'uomo alto e avvenente, ma non apre bocca.
Ian sistema Azzurra sdraiata su una poltrona, allacciandole la cintura di sicurezza.
«Dana, prego accomodati dove preferisci »- si rivolge alla donna che li segue.
George prende posto accanto ad Azzurra, Ian si avvia alla cabina di pilotaggio.

La luce soffusa della candela posta al centro del tavolo rende l'atmosfera
sensuale e romantica.
I tratti rilassati del ragazzo che è seduto accanto a lei appaiono tra le sfumature
quelli di una statua greca.
Michelle approfitta di un momento di distrazione del suo accompagnatore, per
ammirarlo in tutti i particolari; non è mai stata timida con il sesso opposto, ma
con Kirk per la prima volta la sua sicurezza vacilla, incrinando la sua
autostima.
Il naso dritto, le labbra sensuali, il ciuffo ribelle per non parlare del suo sguardo
che ti attira come un cobra, ed è altrettanto letale.
Il locale appartato che lui ha scelto è l'apoteosi della privacy, molto intimo e
discreto; situato di fronte al lago, dispone di tavoli all'interno di un magnifico
giardino, lontani l'uno dall'altro in mezzo a piante ed alberi curati e illuminati
da minuscole lucine colorate che contribuiscono a creare l'atmosfera magica.
Accanto al loro, una bottiglia di Champagne dentro un secchiello per
mantenere la temperatura fresca.
Kirk distoglie lo sguardo dal lago per puntarlo dritto in quello di Michelle.
Due perle color smeraldo le fanno salire il cuore in gola, la ragazza si sente
in imbarazzo, incredibile per mimetizzare il suo turbamento afferra in modo
sgraziato il calice di vino e né butta giù il contenuto in un solo sorso.
Da perfetto cavaliere Kirk glielo riempie nuovamente.
«Hai una grande sete, Michelle »- osserva omaggiandola di un ampio sorriso.
Lei ricambia, ma senza esagerare:«Tranquillo non ho intenzione di ubriacarmi »
Il ragazzo inarca un sopracciglio divertito:«Non ho nessuna intenzione di
vederti ubriaca, anzi mi piacerebbe sapere qualcosa in più ti te»ammette sincero.
«Che cosa vuoi sapere?»l'alcol inizia a fare il suo effetto rendendola più loquace.
Kirk si allenta la cravatta soddisfatto:«Per esempio quanti anni hai, che cosa fai
per vivere....»
«Ho ventidue anni, e sto studiando allUniversità Giurisprudenza, mi mancano
pochi esami, intanto mio padre ha avuto la brillante idea di farmi fare pratica
dal famoso Avvocato Wells »
Il ragazzo sgrana gli occhi sorpreso:«Wells, il padre di quel Richard che il
Mister non riesce a buttare fuori dal The King?»
Michelle ride di gusto:«Non sapevo nulla di questo particolare. So che Richard
tira di coca e tratta male le ragazze del locale, ma questa diatriba fra i due mi è
nuova.»
«Stai attenta con quello Michelle, è pericoloso non solo infastidisce, ma il Sig.
Taylor è sicuro che spaccia all'interno del King roba sintetica molto nociva e
talvolta letale alla salute.»il tono di voce duro.
«Ma Ian non ha preso provvedimenti?»- domanda incredula la ragazza.
Kirk beve un sorso dal suo calice:«Altroché, lo ha sbattuto fuori senza tanti
complimenti, ma l'influenza del padre ha fatto sì che due sere dopo è ritornato
con in faccia l'espressione di chi può fare tutto.»
Un refolo d'aria fresca allieva la calura notturna, le foglie si agitano deboli,
un leggero brivido scorre nel corpo accaldato di Michelle.
«Scusami, non intendevo turbarti»- le sussurra il ragazzo avvicinandosi.
Il profumo maschile sensuale le provoca miriadi di sensazioni pericolose,
oltre ad un altro brivido più intenso.
L'impulso per lei è quello di bere nuovamente il suo bicchiere in un solo
colpo. "Dannazione "- pensa infastidita - "Penserà che sono un'alcolizzata"
«Perché ora non mi parli un po' di te»-devia il discorso abilmente.
Kirk sorride sornione:«Ho venticinque anni, sono laureato in Architettura e Design.
Ma al momento mi trovo bene con il Mister, sono pagato profumatamente e
inoltre ho stretto molte amicizie importanti.»risponde strizzandole l'occhio.
Michelle fa una smorfia:«La mia amica, per esempio sta cercando un
Professionista che le arreda l'appartamento »prova a stuzzicarlo.
Lui alza le spalle impassibile:«A me piace quello che faccio »- dichiara onesto.
«Non ti annoia scorrazzare donne e sorbirti le loro chiacchiere?»
Con una risatina accosta il volto a quello di lei:«Non è sempre come lo pensi
tu. Alle volte è molto piacevole...»allusione che manda a fuoco Michelle.
«Sei un.....»- l'improvviso morso di gelosia le attanaglia le viscere, lei fa per
alzarsi dal tavolo, ma la forte mano maschile la trascina tra le sue braccia.
Un lungo bacio divampa fra loro, lasciandoli storditi:«È da quando ti ho vista la
prima volta che ho voglia di assaggiare le tue morbide labbra.»- le mormora roco
sfiorandole il collo con la lingua.
Michelle annega nello sguardo intenso del ragazzo, sensazioni mai provate
prima la rendono languida ed eccitata.
«Sei bellissima, hai due occhi dolci che mi danno alla testa »- continua lui
accarezzandole il viso.

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