Capitolo20

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Capitolo venti

Il tempo di indossare una camicia e un paio di jeans, la porta della suite
viene colpita nervosamente.
Sulla soglia un Richard distrutto, dal volto pallido e sconvolto, agli occhi iniettati
di sangue, gli abiti sgualciti, appare agli occhi di Ian.
"Questa non sarà una giornata facile " pensa immediatamente l'uomo, mentre
si appresta a farlo entrare in salotto.
«Taylor, grazie per avermi ricevuto a quest'ora, ma non sapevo a chi rivolgermi,
sono nei guai grossi »inizia a parlare con difficoltà il ragazzo.
Ian gli offre una seduta, sulla quale Richard sprofonda esausto, le mani fra i
capelli.
«Che tipo di guai?»gli domanda calmo, in apparenza.
«Di vita o di morte » gli conferma l'altro.
Notando le mani malferme del ragazzo, Ian si avvicina al mobile bar e gli
prepara qualcosa di forte da bere.
A mano, a mano che Richard ripercorre tutto ciò che è successo la sera prima,
lo sguardo di Ian diventa sempre più scuro e preoccupato. Ma mantiene la calma.
"Decisamente la giornata è rovinata "pensa continuando ad ascoltare.
«Come cazzo sei finito in questa brutta merda?»gli domanda impassibile.
Richard butta giù il resto del liquore nel bicchiere:«All'inizio è stato per via di
mio padre, lui...pretendeva da me voti alti, ed io non riuscivo ad accontentarlo,
ad una festa un compagno di facoltà mi ha offerto la prima dose ed io mi sono
sentito un leone. Poi è diventata una abitudine, e non certo gratis. Fino a che ho
potuto ho pagato, poi per non sospettare mio padre, ho accumulato un debito che
sto pagando ancora ora, spacciando»
Ian ordina del caffè e la colazione, né avevano bisogno tutti, la sua mente
è un passo avanti.
«Che cosa non mi hai detto?» domanda ammiccando.
Il ragazzo sbianca, ma non replica, invece poggia la testa sulla poltrona e
chiude gli occhi:«Una mattina, dopo un festino a base di cocaina, pillole, alcol,
mi sono svegliato, e....accanto c'era una ragazza, con la gola tagliata, e altre
ferite sul corpo, il sangue era ovunque, soprattutto sulle mie mani e su di me.
Mi hanno fatto credere che l'avevo ammazzata e mi sono venuti in aiuto,
facendo sparire il cadavere. Sarebbe stato omicidio volontario aggravato da
assunzione di sostanze stupefacenti, io sapevo bene che cosa mi aspettava,
così ho lasciato fare tutto a loro senza indagare. Questo è stato l'errore più
grave che ho commesso, perché da allora ho firmato la mia condanna per
la vita. Il capo della gang mi ha ricattato ed io li ho aiutati legalmente, ogni
volta che mi chiamano.»
«Wells, sai a che cosa vai incontro vero?»domanda Ian, la fronte aggrottata.
Il ragazzo annuisce sospirando.
«Se vuoi il mio aiuto, devi fare i nomi, di tutti. Poi dovrai testimoniare contro
di loro »gli spiega spietato.
«So tutti i nomi, anche di chi è al vertice »ammette Richard.
"Cazzo, cazzo"pensa Ian, dentro di lui cresce l'ansia.
«Hai il cellulare spento?»chiede speranzoso, al cenno affermativo soffia
fuori l'aria dai polmoni.
L'arrivo della colazione da a Ian il tempo per contattare l'unica persona che
li può aiutare.
Raggiunge Azzurra in fretta:«Ascolta tesoro, vai di là con Richard e fai
colazione, ma mangia per favore e in abbondanza. Poi torna qui e riempi
il borsone, fai in fretta e..no, non chiedermi niente per ora, fai come ti dico »
Azzurra in maglietta e jeans obbedisce e lascia la stanza.
Ian sfila il cellulare dalla tasca dei pantaloni, i pensieri vorticano nella sua testa,
mentre compone un numero a lui indispensabile.
«Jack!»esclama con urgenza. Dall'altra parte della comunicazione la voce
allarmata dell'uomo risuona chiara:«So quanto è successo al The King, si
tratta di una droga sintetica che attacca le cellule cerebrali accrescendo
in chi l'assume una forte aggressività aggiunta da una insaziabile fame di
carne umana »spiega nel dettaglio.
«Hai attinto dai tuoi contatti?»domanda Ian impaziente.
Il silenzio è un'affermazione:«Come sta Bridget?» un padre ha un'unico
pensiero primordiale.
«Sta bene, per ora »risponde in fretta Ian «Jack, ho qui il figlio dell'avvocato
Wells, Richard. È in una brutta situazione, dietro le morti nel locale c'è lui.
Sono anni che spaccia per i bastardi di Detroit, lo hanno iniziato alle
anfetamine da quando studiava all'università, e il padre pretendeva risultati
che lui non riusciva a dargli»inizia a raccontare con calma, dall'altra parte
il respiro profondo dell'uomo in ascolto.
«Una mattina dopo un festino, si è trovato con il cadavere di una ragazza
accanto, naturalmente gli hanno dato una mano, per poi ricattarlo. Richard
ha prestato le sue consulenze e incarichi legali per conto loro. Sa tutto Jack,
ogni nome, anche di persone insospettabili, ed è d'accordo di vuotare il sacco
se noi gli diamo una mano »afferma Ian «È un avvocato, sa bene che cosa
rischia, quindi accetta di testimoniare contro di loro »conclude con enfasi.
Un lungo sospiro si avverte dalla comunicazione:«Ian, ascolta siete tutti in pericolo . Devi fare presto, per prima cosa chiudere il cellulare di Richard.
Paga il conto, io ti mando un aereo con gli uomini della sicurezza. Prendete
con voi lo stretto necessario, e avviatevi all'aeroporto. Aspettate nella sala
Vip.»le istruzioni sono dettate con chiarezza.
«Richard ti ha detto se c'è qualcuno che sa oltre a lui?»Allen chiede preciso.
Alla risposta negativa incalza:«Non può avere fatto tutto da solo, suo padre
avrebbe dovuto essere al corrente dai resoconti del figlio. È stato coperto da
una persona che lavora all'interno dello studio. La sua assistente per esempio.»
sostiene l'uomo.
«Glielo chiedo subito Jack, e...mi raccomando manda un aiuto concreto a Rosa»
«Già fatto , andate!»la comunicazione si interrompe, Ian si sente gelare il sangue.
Su di lui dipende la sopravvivenza di due persone, una dei quali è innamorato e
che in quel momento lo sta guardando intensamente.
Azzurra si perde nello sguardo fermo di Ian, ha ascoltato le ultime parole
dell'uomo, ma il suo primo impulso è quello di volargli tra le braccia.
La coppia rimane abbracciata per un attimo, i respiri profondi che si completano.
«Ian....so tutto, Richard mi ha raccontato quello che è successo »dichiara la
ragazza agitata.
Lui le accarezza piano i capelli:«Azzurra, in questo momento devi cercare di
mantenere il sangue freddo e di aver fiducia in me. Dobbiamo lasciare l'albergo
subito. Tuo padre ci sta inviando un aereo a prelevarci. Ma non abbiamo molto
tempo a disposizione. Metti nel borsone il necessario, intanto pago il conto.
Ah, indossa scarpe comode.»le ordina calmo.
Azzurra annuisce e corre verso la sua stanza, il cuore in gola.
Ian raggiunge Richard, il quale sembra essersi calmato.
«Chi è stato a darti una mano in questi anni?»gli chiede mentre si appresta
a mettersi in contatto diretto con la Reception.
«Nessuno »risponde il ragazzo fingendo.
«Senti Wells, non sei solo tu un bersaglio, ma chiunque altro sa quanto sai tu
deve assolutamente essere protetto, altrimenti lo condanni a morte certa »
lo informa impassibile.
L'altro abbassa il capo arrossendo:«Si chiama Amy Gill »
Ian chiede il conto immediatamente e prenota un taxi , poi si avvia a preparare
le sue cose.
Nel giro di mezz'ora sono pronti a scendere nella hall dell'hotel.
Ian conclude l'operazione di pagamento e aspetta la conferma dell'arrivo
del taxi.

Il gruppo si dirige svelto verso l'uscita, il ruggito di un motore li blocca
sulla porta.
Un grande Cadillac Escalade nero sta sopraggiungendo a velocità elevata,
dalla portiera aperta anteriore un uomo si sistema un passamontagna, rivelando il
colore scuro della pelle, mentre stringe in una mano un'arma di grosso calibro.
Il Cadillac si ferma, tre persone incappucciate scendono, le armi spianate contro
di loro.
«State giù »ordina Ian estraendo una Glock dalla giacca e aprendo il fuoco,
abbattendone uno.
Inizia uno scontro a fuoco, Ian è calmo e preciso, ma gli altri sono superiori di
numero e di potenza in armi.
D'un tratto una Tesla Model S , rossa, si frappone tra la Cadillac e il gruppo,
Ian non crede ai suoi occhi, il volto stravolto di Ward si affaccia dal finestrino.
«Presto, dentro!»grida per sovrastare il rumore delle detonazioni.
Azzurra entra per prima sul sedile posteriore, seguita da Richard, dopo
aver sparato un altro colpo andato a segno, Ian prende posto accanto a
Kevin.
«Stavo vedendo da te Taylor, non pensavo di trovarmi in mezzo ad una festa »
sostiene l'uomo sgommando verso la Strip.
«Qualsiasi cosa ti ha portato da me, è stato una grande idea, grazie amico!»
replica Ian controllando la strada.
La Tesla rossa sfreccia per distanziare la Cadillac, Azzurra e Richard accucciati
per non essere colpiti.
Ward controlla la posizione dal finestrino retrovisore e si accorge che l'auto
inseguitrice è scomparsa.
Una volante della polizia a sirene spiegate li incrocia, ma li oltrepassa per
raggiungere il luogo della sparatoria.
«Ecco spiegato il motivo per cui hanno preferito non inseguirci»sostiene Ian.
Ward rilascia un lungo sospiro di sollievo:«Cristo Taylor, suppongo siano guai
seri»afferma con un pizzico di ironia.
«Dobbiamo sparire »chiarisce Ian lapidario «Dobbiamo scomparire per il resto
del mondo »specifica l'uomo iniziando a raccontare la vicenda.
Ward ascolta in silenzio, da persona matura e professionale quale è.
Il volto impassibile, gli occhi incollati alla strada, l'uomo pensa freneticamente
ad ogni soluzione fattibile.
«Facciamo a modo mio, Taylor, ma cambiamo macchina »esordisce dopo aver
ragionato.

«Avranno sicuramente preso il numero della targa, non è sicuro proseguire
con questa, oltretutto sarà danneggiata, »suppone Ward, infilandosi l'auricolare.
«Wenda? »chiede al cellulare, Azzurra alza gli occhi al cielo «Cara ho bisogno
della tua auto, si....so dove le tieni. Grazie tesoro, senti lascio la mia nel tuo
garage, mi raccomando deve rimanere al sicuro, ok Wen, a presto!»
Toglie l'auricolare e sorride soddisfatto:«Vedete che vantaggio avere una
donna che non fa domande ed è in sintonia con il sottoscritto » ammette
con ironia.
Dopo un quarto d'ora, la Tesla rossa prende una strada laterale, molto
curata, sicuramente residenziale, graziose villette sono distanti l'una dall'altra
in modo da assicurare la privacy.
Ward si ferma davanti ad una di queste, una casa a due piani, con un cortile
che la circonda.
«È molto carina!»osserva Azzurra, notando le tende di pizzo alle finestre, e i
vasi di fiori che adornano i terrazzi.
Kevin parcheggia all'interno del cortile, si avvicina al portone di ingresso e
traffica nei pressi della cassetta delle lettere, un attimo dopo entra in casa.
Gli altri attendono curiosi in auto, Ian approfitta per chiamare Jack .
«Allen!»risponde l'uomo in tono alterato.
«Sono Ian, siamo finiti dritti in un'imboscata, ma stiamo bene. Un amico ci sta
dando una mano. Non so dove siamo diretti, quando saremo al sicuro ti chiamo.
Ah, Jack proteggete Amy...sei al corrente, bene! A presto!»chiusa la telefonata
Azzurra avverte una lacrima scivolare dalle ciglia:«Mio padre come sta?» chiede
cercando di non far trapelare la sua ansia nella voce.
«Piccola...»sussurra Ian prendendole una mano «Tuo padre è una roccia, senza
il suo appoggio non saprei cosa fare "»la tranquillizza dolcemente.
La porta del garage si alza, ed una GMC Acadia rosso brillante appare alla
vista di tutti, nel suo splendore.
«Alla faccia della discrezione »mormora Ian strabuzzando gli occhi.
Ward scende soddisfatto:«Scendete gente, si cambia mezzo di trasporto »
afferma mostrando la vettura nella sua interezza.
Gli altri prendono posto velocemente, mentre Kevin nasconde la sua auto in
garage.
«Ian, dammi una mano a caricare acqua e viveri per il viaggio »chiede rientrando
in casa.
L'uomo obbedisce all'istante:«Ward, dove stiamo andando?»la domanda è d'obbligo.
«Si va al Lago Tahoe.»

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