Capitolo8

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Capitolo otto.

Ian stringe ancora di più la ragazza a se, come se avesse paura di avere
un'allucinazione:«Sei diventata una donna splendida!»le bisbiglia eccitato
passandole la lingua lungo la piccola ferita al collo.
Azzurra sente il respiro farsi affannoso:«Nemmeno tu scherzi!»
Improvvisamente si trovano uno di fronte all'altro, lo sguardo penetrante di Ian
la scrutano come un predatore, gli occhi appannati dal desiderio.
Lei ne è ammaliata, e non distoglie l'attenzione su di lui, come ipnotizzata.
Prima si assaggiano con delicatezza, le labbra morbide si sfiorano cercandosi
bramose, poi Ian esercita una lieve pressione e si fa strada con la lingua.
Azzurra si lascia condurre e accetta l'invasione gemendo.
Con un ringhio di esasperazione l'uomo la prende con forza, reclamando la
sua bocca seducente.
Si fondono in un luogo e profondo bacio, che li lambisce lentamente come
lingue di fuoco che bruciano alimentando un desiderio assopito da tempo.
La ragazza si aggrappa all'ampio torace maschile, i muscoli sodi scorrono
sotto le sue mani, forti come rocce.
Ian le accarezza l'intero corpo flessuoso e sensuale.
Interrompono il bacio ansando, gli occhi lucidi come diamanti.
Lui la prende per mano, invitandola a seguirlo, l'intenzione è esplicita, ma
Azzurra fa resistenza.
«Che cosa c'è piccola?»le domanda con voce roca.
Lei scuote la testa titubante:«Rosa, non posso.»
«Perché?»Ian l'abbraccia, la pelle che scotta.
«Tu...e lei siete sposati.»
Ian la lascia andare di colpo, un lungo brivido la scuote ovunque.
«Ah, te l'ha detto.» la voce si raffredda all'istante.
Lacrime cocenti le imperlano le ciglia:«Ma tu la ami?»gli domanda amaramente.
Il silenzio cupo di lui le spezza il cuore, in un lampo torna sui suoi passi,
fuggendo dalla stanza ignorando il richiamo di lui.
Oltrepassa la porta con facilità chiudendosi in bagno.
Nessuno la segue, meglio così, si osserva allarmata allo specchio, il volto
stralunato, ma non una goccia di sangue le macchia la camicia soltanto un
sottile graffio le deturpa la pelle bianca.
Per timore di svegliare Rosa, rinuncia ad uscire in terrazza e si infila dritta
a letto.
Scruta la sagoma dell'amica, non si muove il respiro profondo di chi dorme
tranquillamente.
Azzurra però non riesce a prendere sonno, con gli occhi spalancati ripensa
a quello che è successo con Ian, le emozioni forti la trasportano a quei
momenti di passione cieca e sfrenata che l'hanno trascinata in un vortice
incandescente, impossibile da fermare.
Nemmeno il pensiero di Rosa ha impedito ai suoi sentimenti di resistere
all'amore infinito per lui.
Il senso di colpa verso l'amica le pesa nel petto, come un sudario.
Lei non è quel tipo di ragazza che non si fa problemi, un'anima c'è la ed anche
bella sensibile specie verso la persona che ha trascorso e combattuto per tanto
tempo in condizioni disastrose insieme.
Dall'altra ala della casa, Ian non si dà pace.
Dopo una lunga doccia gelata per raffreddare il desiderio bollente che lo
torturava come una torcia umana, ha ancora il membro in erezione.
Con un'imprecazione si avvia verso il mobile bar e si prepara uno brandy
per cercare di calmarsi.
Avere avuto tra le braccia Azzurra gli ha risvegliato quelle emozioni ormai
sopite da qualche tempo.
Annusare il suo profumo particolare, toccare il suo corpo magnifico, la sua
pelle di seta, è stato per lui una tortura.
Il fatto che lei si sia rifiutata di proseguire fino infondo, non lo sorprendeva
la conoscenza della sua onestà nei confronti del prossimo è il risultato
della sua fuga improvvisa.
Il cellulare squillò improvvisamente, interrompendo i suoi pensieri.
«Dimmi.»
Chiunque è dall'altra parte della linea telefonica è una persona a lui famigliare
e parla a lungo, Ian ascolta in silenzio dopodiché chiude la comunicazione,
senza un saluto.
Altri problemi assillano la sua mente, si serve di un'altro goccio di brandy
e si siede sul letto assorto.
Solo poche persone né sono al corrente, ma lui non è partito per Las Vegas
com'era programmato, ma a Detroit, dove del suo primo locale aveva trovato
solo i resti carbonizzati.
Un attentato è un avvertimento serio da non sottovalutare.
Il suo socio per fortuna è salvo, i bastardi hanno agito dopo la chiusura evitando
vittime innocenti.
Qualcuno aveva iniziato a remare contro di lui, una persona a cui dava fastidio
la sua espansione nell'aprire locali in diverse città del Paese.
Ultimamente a Chicago era stato vittima di perquisizioni a sorpresa in cerca di
droga, se c'era una cosa che lui non tollerava era proprio lo spaccio nei suoi
locali.
Accettava solo chi né faceva uso personale, ma niente spaccio, purtroppo c'era
chi lo stava facendo e lui aveva un sospetto del colpevole.
Quel viscido di Richard Wells, figlio del noto avvocato di Chicago, stava dando
non pochi problemi a Ian.  
Le ragazze si lamentavano delle sue maniere molto brutali, non solo pretendeva
prestazioni particolari, ma se otteneva un rifiuto diventava violento ed alcune di
loro affermava di averlo sorpreso a tirare di coca prima degli incontri.
Sapeva che dietro lo spaccio c'era il suo zampino, oltretutto diffondeva droghe
sintetiche altamente pericolose.
Ian lo aveva ammonito più volte, fino ad arrivare all'espulsulsione totale dal
locale, ma il braccio lungo del padre lo aveva scavalcato e il viscido era tornato
a calpestare il suolo di "casa sua " e le cose erano ricominciate.
L'unica soluzione era prenderlo sul fatto, senza prove non poteva agire
seriamente e quindi chiudere la bocca al caro Avvocato Wells.

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