24 Anna

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(Scusate tantissimo ma è successo un casino con wattpad e il capitolo 24 si è cancellato....ho dovuto riscriverlo e questo che leggerete è più o meno un riassunto di quello che c'era prima...sorry🍃 se potete rivotatelo e commentatelo, grazie mille)

La notizia dell'attentato aveva scosso un po' tutti.

"Ma pensate che verranno anche qua, in Italia?" Chiese Milena impaurita.

"Oh no tesoro, stai calma ora" disse Anna abbracciandola.

"Certo che possono venire anche qua"

Anna lanciò un'occhiataccia a Mattia.

"Milena" disse trattenendosi "potresti un attimo uscire?"

Lei annuì e subito uscì dal piccolo sgabuzzino in cui erano.

"Ma cosa ti salta in mente eh? È già spaventata abbastanza, non c'è bisogno di te che vai a rimarcare la cosa"

"Ma deve sapere la verità"

"Perché tu la sai la verità? Pensi che qualcuno qui la sappia? Ti rispondo io: no, quindi adesso non farla preoccupare perché non ce n'è bisogno. Ti prego non farla soffrire, non un'altra volta"

Ci fu silenzio, poi Anna si accorse di quello che aveva detto.

"Tu cosa sai?" Chiese Mattia con un'improvvisa ira che si leggeva negli occhi.

"I-io non so molto"

"Cosa sai?"

"S-so che le è successo qualcosa di brutto, un po' di tempo fa"

"Chi te lo ha detto?"disse sibilando fra i denti.

"Non te lo posso dire"

"Dimmelo" disse lui stringendole forte per il polso.

"Mattia, lasciami, mi fai male"

L'ira che inondava i suoi occhi, improvvisamente scomparve e ritornarono del colore normale, lui si staccò lentamente e si guardò le mani:" s-scusami"

Anna lo guardò, non ci poteva credere. Era così facile farlo andare fuori di testa?

Prese le sue cose e, sbattendo la porta, uscì dal bar.

Le luci della via in cui a poco avrebbe preso un taxi, erano tutte spente ed un venticello portava un leggero freddo da far venire la pelle d'oca ad Anna.
Ad un certo punto, si sentì prendere da dietro ed una mano le tappò la bocca impedendole di chiedere aiuto.

Il buio le impediva di vedere qualsiasi cosa intorno a se, sapeva solo che c'era qualcuno che la stava trascinando in un vicolo buio in cui lei non era mai stata.

Un luce che filtrava da un parete illuminò per pochi secondi le mani del rapitore.
Ruvide al tatto.
Callose.
Unghie non ben pulite.

Era suo padre.

Arrivarono in quella che Anna capì essere una piazzetta.
Il rapitore la mise in ginocchio e subito la sua pelle andò a contatto con la ghiaia pungente.
Bruciava.

"Allora, il tuo caro fratellino è stato un po' scorretto nei miei confronti, ora, visto che ho te, di sicuro risponderà ai miei ricatti"

"Che cosa vuoi da me?" Riuscì a dire senza balbettare Anna.

"Cara Milena, io non voglio niente da te, se non i tuoi soldi, per ora"disse malizioso.

Milena?
Qualcosa non quadrava.

Anna non poteva credere che veramente suo padre la stava tenendo in ostaggio, senza saperlo va bene, però comunque lo stava facendo.

In ostaggio? Anna ci pensò, da quello che aveva capito il rapitore non aveva nessuna arma con se, forse poteva tentare di scappare.
E l'occasione si presentò subito.

"Adesso mandiamo un bel messaggio a tuo fratello, vediamo se tiene più ai soldi o a te"

Mentre suo padre stava tirando fuori il telefono dalla tasca, Anna ne approfittò e con un veloce scatto, iniziò a correre.

Subito delle mani la presero e la sbatterono a terra, suo padre si mise a cavalcioni su di lei e le poggiò un coltello sulla gola:" credevi di scappare così facilmente?"

Tirò fuori il telefono e con la luce del display la illuminò:" m-ma tu non-non sei Milena" disse stupito " Anna?"

Poi successe tutto in fretta: un pugno solcò il viso del rapinatore e delle mani la sollevarono da terra.
Una voce le chiese:" ce la fai a camminare?"

"Sì" bisbigliò lei.

Prese la mano della persona che aveva di fianco: era Mattia.
Iniziarono a correre, giù per la discesa che riportava alla strada principale.

Arrivati, entrarono nel bar, che ormai era chiuso. Anna si sedette su una sedia e Mattia di fianco a lei.

"Come stai?"

Lei annuì.

"Allora senti" disse prendendole le mani "ora devo chiamare l'ambulanza e poi la polizia per denunciare il rapitore, ok?"

Anna scosse la testa in segno di 'no' :" non voglio, t-ti assicuro che sto..." Disse prima di svenire.

Mattia corse a prendere il cellulare e chiamò l'ambulanza.
Arrivarono velocemente, caricarono Anna su di una barella e lui si accomodò nel retro della vettura.

"Cos'è successo?" Chiese uno dei ragazzi dell'ambulanza.

"Devo raccontarlo direttamente alla polizia"

Arrivati entrarono rapidamente con la barella nell'ospedale, lasciando Mattia da solo.

Entrò e si sedette su una delle sedie della sala di aspetto.

Dopo un po' di tempo si addormentò con il collo storto da un parte e le braccia incrociate sul petto.

Un tocco sulla spalla lo risvegliò.

Era una ragazza con un camice bianco e i capelli castani:" la sua amica sta bene, se vuole può andarla a trovare. Fra un po' arriverà la polizia"disse.

Mattia la ringraziò e si avviò verso la stanza indicatagli dall'infermeria.

Si avvicinò al letto. C'era Anna, bianca in volto, sulle coperte bianche di quel bianco ospedale. Solo i suoi capelli ricordavano chi fosse: il suo calore, la sua solarità, tutto.

Mattia si sedette sulla sedia di fianco al letto, e le strinse una mano.

Lei si svegliò.

"Come stai?" Le richiese lui.

"Sono stata meglio" disse sorridendogli, poi ritornò seria.
"Sai che dovrai raccontarmi primo o poi quello che è successo"

Mattia annuì.

"Va bene, tutto successe una sera..."

***
Allora secondo voi cosa racconterà Mattia?

Quella che vedete in copertina è Anna😍😍

Ah e questo capitolo è sempre dedicato a quel bambino che è nato da poco (🤗) e che si chiama Ettore🦄🦄

Un bacione,

~Hireen3

ComBACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora