Quel giorno Anna sarebbe dovuta andare a scuola e poi al lavoro.
Scese dal letto: la testa le girava.Non aveva nessuna voglia di uscire di casa per qualsiasi ragione, di uscire dal letto.
La serata passata era stata più semplice di quanto si sarebbe aspettata, e doveva ringraziare Mattia per questo.
Sentì il telefono di casa squillare e sua madre correre per rispondere.
La sentì sibilare fra i denti:" Marco cosa vuoi ancora da noi?"
Era il padre di Anna che aveva chiamato ancora una volta per chiedere qualche favore.
"No, avevamo deciso che non ci saremmo più sentiti, che saresti uscito dalla nostra vita. I soldi mancano a te ma mancano anche a noi" disse sua madre prima di riattaccare.
Ecco perché Anna lavorava, doveva aiutare sua madre a guadagnare un po'. Sì che con quel lavoro al bar i soldi non sarebbero bastati neanche per una persona, ma lei faceva quello che poteva.
"Buongiorno" disse sua madre andandole in contro.
"Era ancora Marco?" Chiese Anna.
Non lo chiamava più 'papà' ormai da tempo, da come le aveva lasciate non se lo meritava.
Sua madre si rabbuiò sedendosi su una sedia:" sì, ma ormai lui non è più un problema per noi"
Lei annuì e andò a cambiarsi.
"Anna, oggi lavori?"le chiese Gio quando la vide arrivare nel cortile della scuola.
Lei annuì.
"Che c'è?"
"Ha chiamato ancora una volta Marco..."
Gio non disse niente, si limitò a guardarla ed annuire.
"Capisci? Ma cosa vuole ancora?" disse Anna con la voce mozzata dalle lacrime trattenute.
Iniziò a correre e andò a nascondersi nel retro della scuola.
Non voleva piangere lì davanti a tutti, e non voleva ammettere che lo stava facendo per suo padre."Anna, Anna" disse Gio con il fiatone dopo la corsa.
La vide rannicchiata in un angolo a piangere silenziosamente."Ehi" disse lui girandola verso di se.
Le asciugò le guance dalle lacrime che le avevano bagnate."Sai che io ci sono, quindi se mi vuoi parlare di qualcosa, qualsiasi cosa, anche che ti è iniziato a piacere Justin Bieber, che personalmente sarebbe proprio una disgrazia" disse lui strappandole una risata "parlamene" disse poi ritornando serio.
Lei si asciugò le lacrime e lo abbracciò.
Rimasero così per un po' di tempo poi la campanella suonò e dovettero entrare.Entrarono in classe e subito la voce squillante di Benedetta si sentì.
"Ieri sì, devi sapere che dopo che ci siamo baciati, io e Mattia" disse marcando sull'ultima parola "siamo andati a casa sua e...be...sapete poi cosa succede" disse lei ammiccando giuliva, poi si girò verso di loro e disse:" Anna, sai che quando si piange si è più brutti, quindi, già sei con il tuo amichetto checca, se poi per di più c'hai quella faccia, non posso proprio tollerarti"
Anna non aveva le forze per controbattere come di solito avrebbe fatto, oggi sarebbe toccato ad entrambi limitarsi ad abbassare la testa, ma poi sentì una voce.
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ComBACIO
RomanceI nostri corpi non si conoscevano ancora, ma i nostri cuori sapevano già tutto alla perfezione. (In fase di correzione)