28 La denuncia

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Il tempo passò veloce, Anna ed Ettore si lasciarono si ripresero ma rimasero sempre insieme. Mattia si trovò una ragazza e tutto andava a gonfie vele.Tutti si erano dimenticati di quel piccolo e casto bacio che si erano dati qualche tempo prima Mattia ed Anna.
Milena lavorava sempre al bar con i suoi fratelli ed ora aveva iniziato a socializzare di più.
Tutti stavano bene, ma ovviamente nella vita, quando tutto va troppo bene, deve succedere qualcosa.

"Ehi" disse Anna quando entrò nel bar.

"Ehi" risposero Milena e Mattia dall'altra stanza.

"Mi vado a mettere il grembiule e arrivo"  disse lei avviandosi allo spogliatoio.

Si tolse la maglia, si mise la solita divisa del bar e, stava per uscire, quando il suono di una notifica la fermò.
Prese il telefono e lesse il messaggio: numero sconosciuto.

Sei proprio una brava figlia sai? Brava che non hai detto niente a nessuno di me.
Ora però devi farmi un'altro favore.

Anna non ci poteva credere, era ancora lui?

Portami 1000€ entro la fine del mese.

Che cosa?

Anna entrò in panico, non riusciva a respirare. Svenne.

Delle voci ovattate furono l'ultima cosa che sentì.

*
Si risvegliò in una stanza d'ospedale, Mattia era davanti a lei.

"Ti piace così tanto questo posto? Nel giro di due mesi ci sei già finita tre volte" sorrise lui.

"Che cosa...? Perché sono qua?"

"Sei svenuta...di nuovo"

Le ritornò tutto in mente: il messaggio di ricatto, suo padre.

Una notifica le arrivò.

Mattia si sporse per prenderle il telefono.

"No! Lo prendo io" esclamò lei velocemente.

"Oh....ok" disse lui "comunque è un messaggio di Ettore"

"Ma mi spii?"

Nel messaggio c'era Ettore che chiedeva come stava e si scusava perché era al lavoro e non poteva venire lì.

"Allora?" Chiese lui.

"Ha detto che non può venire, lavora"

Lui annuì:" capisco"

Il rapporto di odio tra i due si era un po' alleviato, ma rimanevano sempre rivali.

Un'altra notifica le arrivò.

Questa volta però era quello che lei si immaginava.

Sbiancò in viso.

"Che succede?" Chiese Mattia.

"N-niente"

"No, ora mi fai vedere"

"No"

Ma Mattia ormai aveva già preso il suo telefono e stava guardando il display.

"Ricatta pure te? Da quanto?" Poi lesse meglio "figlia?!"

"Ehm..."

"È tuo padre?!"

Anna annuì.

"Cosa cazzo ti è passato per l'anticamera del cervello? Perché non me lo hai detto?!"

"È pur sempre mio padre" cercò di giustificarsi.

"Quello che tu dici essere 'pur sempre tuo padre' ti ha aggredito, rapita e ora ti sta ricattando. Pensi che sia giusto? Pensi che se uno è un padre non faccia cose sbagliate?"

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