1 La spiaggia

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I colori del tramonto dipingevano il cielo, tra un alternarsi di rosa, rosso, arancione e blu. L'aria era fresca e scompigliava i capelli, arancioni pure quelli, di Anna.
La lunga gonna estiva che portava, svolazzava e lasciava scoprire leggermente le gambe di lei. Al suo fianco c'era un ragazzo, capelli castani, uno sguardo attraente, che le teneva la mano. Camminavano entrambi sulla spiaggia: fianco a fianco, mano nella mano.
Si erano appena conosciuti ad una festa, infatti in lontananza si sentivano ancora i rumori ovattati della musica. Sapevano entrambi che sarebbe stata una storia da una notte, ma non riuscivano a stare staccati l'una dall'altro.
Entrambi continuavano a pensare: fatti un favore lascialo, poi ne rimarrai delusa, lo sai, e comunque rimanevano lì attaccati sia con le mani che con gli occhi.
Si stendeva davanti a loro la sabbia di una spiaggia della Toscana , sorridevano quando si riscoprivano a guardarsi di sottecchi.
Ad un certo punto lui rallentò poi si fermò, la attirò a se tirandole dolcemente il braccio, si morse il labbro inferiore facendo finta di essere in imbarazzo, ma Anna sapeva che quella era tutta scena, in quel poco tempo che avevano trascorso insieme aveva capito che quel ragazzo era tutt'altro che timido. Il ragazzo la osservava con sguardo indeciso come se stesse pensando se baciarla o no, ma sapeva già la risposta, la sapevano entrambi. Anna si avvicinò lentamente alle sue labbra. Respirò. Si stava ancora più avvicinando quando il ragazzo la anticipò. Erano lì un millimetro di distanza l'uno dall'altro, i respiri mischiati, veloci, qualcosa nella pancia, forse qualche farfalla che viveva lì e Anna non si era mai accorta di custodire. Poi tutto rallentò, il tempo si fermò: il ragazzo la baciò leggermente con le sue labbra candide che sapevano lontanamente di una qualche bevanda alcolica che aveva bevuto alla festa. Poi piano piano il tempo accelerò, il bacio si fece più appassionato, le labbra si muovevano perfettamente coordinate tra loro. Tutto combaciava. Anna pensò che quella forse fosse la sensazione che si provava quando qualcuno era veramente felice . Scacciò velocemente quel pensiero dalla testa perché si ricordò subito dopo di aver letto una volta una cosa riguardo alla felicità. Un famoso poeta affermava che la felicità non esisteva, era solo un momento di tregua in mezzo alla sofferenza, e Anna non voleva provare di nuovo dolore dopo il suo infelice passato. Voleva fermare il tempo. Tutto qui.
Si guardarono reciprocamente negli occhi poi lui disse con fare divertito :" piacere Mattia" e fece un inchino, Anna si era dimenticata di non sapere neanche il nome del ragazzo. Lei rise e poi a sua volta disse :" piacere Marta " facendo un inchino accennato. I suoi genitori le avevano insegnato a non fidarsi mai degli sconosciuti ed a non rivelare mai la propria identità, ma pensò subito di essere stata una stupida a dire un nome falso...intanto ormai lo aveva baciato, altro che non fidarsi degli sconosciuti...
Sorrisero di nuovo, poi Anna disse :" forse è meglio che io torni alla festa, si chiederanno dove sono finita"
"Oppure possiamo rimanere qua un altro po' a goderci questo meraviglioso tramonto. Di solito questo lo propongono le ragazze...dai " disse Mattia, a patto che quello fosse il suo vero nome, facendo un sorrisetto storto.
Anna rise. Non si sentiva per niente a disagio con lui. Lo baciò lievemente sulle labbra e disse :"va bene"
Il mare era una tavola piatta e rispecchiava i colori del cielo, mentendo e facendo credere di essere arancione. C'era caldo ma non troppo, si stava bene . Piano piano il sole tramontò del tutto e iniziarono a spuntare le stelle. Mille meravigliose luci che brillavano sopra ad Anna e Mattia , che si stavano ancora tenendo la mano sdraiati sulla sabbia.
Mattia si mise su un fianco appoggiato con la testa sulla mano e iniziò ad osservare Anna. Lei si sentiva in imbarazzo ma non voleva darlo a vedere, così si girò a sua volta verso di lui e iniziò ad osservarlo. Aveva i capelli ricci, e il classico riccio ribelle che ricadeva sulla fronte, i suoi occhi erano verdi e brillavano nel buio della notte.
Lui aveva delle grosse mani che erano il doppio di quelle di Anna, con unghie rotonde e leggermente allungate, ben curate. Anna guardava sempre le mani delle persone , era una mania.
"Sei bellissima stasera"
"Grazie, ma non credo che tu sia veramente così sdolcinato" disse Anna ridendo.
"Ok sì in effetti mi hai scoperto, volevo solo essere gentile" disse lui alzando le mani in segno di resa" Bè allora raccontami qualcosa su di te..."
"Stai dicendo sul serio? Non mi era mai capitato un ragazzo che mi chiedesse di parlargli di me. Se ci tieni tanto...solo non vorrei sembrarti psicopatica" disse Anna ridendo.
"A me piacciono gli psicopatici"
Anche se Anna non credeva a quest'ultima affermazione disse:" ok ehm la prima cosa che guardo nelle persone sono le mani le memorizzo e solo da quelle posso capire a chi appartengono "
Sembrava stupito. Ora che ci pensava Anna questa cosa non l'aveva mai detta a nessuno, non perché la reputasse strana, ma perché lei non lo faceva volontariamente lo notava e basta. Mattia poi disse :" ok questa cosa è molto strana, ehm ed immagino tu abbia già osservato ben bene le mie di mani, ed il verdetto è?"
Anna arrossì lievemente :"No le tue mani non le ho ancora guardate, i miei occhi hanno avuto solo tempo per guardare le tue labbra " mentì.
Si avvicinarono e lei sentì borbottare a Mattia una cosa del tipo " non ci credo " ma non aveva sentito molto bene e fece finta di niente perché nel frattempo lui l'aveva baciata.
Piano piano si riavviarono verso la festa, verso la musica, il casino, il divertimento. Ma quanto Anna sarebbe voluta restare la sulla spiaggia ancora tiepida per il calore del sole insieme a lui, uno sconosciuto che aveva baciato senza saperne il motivo. Ma non potevano.
"Ehi ma dove eri finita Anna!"
Mattia la guardò e poi disse facendo il suo solito sorriso sghembo :" Anna ?"

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