"Va bene, è successo tutto una sera..." Iniziò a dire Mattia, poi prese un bel respiro e guardò negli occhi Anna.
"Se non vuoi raccontarmi oggi non ti preoccupare, ma prima o poi sai che dovrai dirmi la verità"
Mattia annuì:" voglio raccontarti"
Anna gli fece un sorriso incoraggiante.
"Una sera eravamo andati a mangiare in un ristorante con amici. C'era una scuderia poco più in là del posto in cui stavamo mangiando e mia sorella aveva chiesto di andare a vedere i vari cavalli che dormivano all'interno. I miei glielo permisero e lei si allontanò.
Quando ormai era passata mezz'ora e di lei nessuna traccia, i miei mi mandarono a cercarla, pensando che avesse soltanto perso la nozione del tempo.
Arrivai nel piccolo posto buio da dove fuoriuscivano dei nitriti, ma ad un certo punto sentì un'altro suono. Erano delle urla soffocate. Immaginando il peggio, irruppi nella scuderia non trovando nessuno"Anna lo stava ascoltando attentamente cercando di imprimere nella sua mente ogni singola parola avesse detto.
"Guardai all'interno dei vari recinti, ma niente. Arrivati alla fine della lunga scuderia la trovai lì. Era seduta in un angolo con un laccio intorno alle mani ed intorno alle gambe ed una fascia che le copriva la bocca impedendole di urlare.
Mi precipitai da lei. Era in lacrime.
Mi faceva segno di 'no' con la testa, ma più la scuoteva più io mi avvicinavo.
Ad un certo punto, mentre cercavo di slacciarle le varie corde che la tenevano imprigionata, sentì un rumore di passi dietro di me. Gli occhi di Milena si erano riempiti di terrore.
Quando mi girai vidi un uomo, a-aveva in mano un coltello.
Ovviamente non si aspettava di trovarmi lì e rimase interdetto.
"E tu cosa fai qui?" mi chiese con un ghigno, io poi gli chiesi cosa aveva intenzione di fare con mia sorella.
"Una ripassatina" disse ridendo e poi aggiunse che l'avrebbe uccisa, era stato sincero, e solo in quel momento capì che se mi aveva detto quelle cose non mi avrebbe risparmiato.
Ho avuto paura in quel momento: paura per me, paura per mia sorella, paura per quello che sarebbe successo.
L'uomo poi si avvicinò a noi, si stava slacciando la cintura.
Quella scena mi fece uscire probabilmente dallo stato di shock in cui ero e riuscì a spingerlo per terra facendogli perdere la presa dal coltello. Presi mia sorella e scappammo.
Quando arrivammo al ristorante, tutti erano spaventati dopo che avevo raccontato quello che era successo, tranne mio padre o meglio, non era stupito.
Si alzò dalla sedia e disse:" è stata colpa mia"
Alla fine si scoprì che mio padre riceveva messaggi di ricatto da qualche mese e che lui, senza dire niente a nessuno, aveva pagato per tutto quel tempo. Tranne l'ultima volta.
Chiamammo la polizia e l'ambulanza: mia sorella fu portata in ospedale ed io, invece, fui trattenuto dalla polizia per fare un identikit dell'uomo.
Lo trovarono subito dopo: era sdraiato in un prato poco lontano da dove ci trovavamo, ubriaco"Anna rabbrividì dopo il racconto. Stava per piangere, ma non poteva, non poteva dire a Mattia che quell'uomo che aveva fatto cose orribili era suo padre.
"Lo portarono in carcere, ci sarebbe dovuto stare mi sembra per 4 anni, ma visto che la condotta era buona, lo premiarono lasciandolo uscire prima"
"C'è ancora qualcos'altro, vero?"
Ad Anna fece strano sentire la sua voce dopo tanto che non parlava."Sì...da qualche mese mi arrivavano dei messaggi di ricatto ed io...io..."
"E tu hai pagato, come ha fatto tuo padre"
Mattia annuì.
Anna sospirò."Perché lo hai fatto? Potevi denunciarlo"
"Sì, ma lui mi ricattava dicendo che aveva altri amici in giro, che se gli avessi fatto un torto sarebbero venuti subito a prendere mia sorella. Anna ho avuto paura" disse nascondendo la faccia sulle lenzuola bianche dell'ospedale.
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ComBACIO
RomanceI nostri corpi non si conoscevano ancora, ma i nostri cuori sapevano già tutto alla perfezione. (In fase di correzione)