Capitolo 21

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[Pov's Sofia]

Io ti salverò.

Non importa come farò, non importa se le possibilità di farcela saranno minime. Dobbiamo vincere le nostre paure, perché sono quelle che ci fanno restare coi piedi per terra; prenderemo tutto il nostro coraggio e si andrà avanti, anche se esausti.

La mia unica salvezza sei tu.

Non importa cosa diranno gli altri, cosa potrebbero pensare di noi due, io non avrò paura se stringerai la mia mano nella tua. Non camminerò a capo chino, non nasconderò la testa nella terra come gli struzzi quando tutti mi potrebbero vedere, vedere che ti amo. L'ho detto, ti amo.

Non ho timore di urlarlo al mondo intero. Mi sono innamorata, la mia prima volta e il mio cuore adesso è tuo, non mi frega che tu sia più grande, l'amore non ha età, non ha confini e né barriere.
Perché dovrei mentire?

È da tutta una vita che lo faccio, ma adesso basta, non ci sto più, mollo. Mollo la mia facciata da studente disinteressata, mollo il mio finto allontanamento, mollo le bugie, mollo il non volerti, mollo.

Non ho paura. Sono pronta Alan, qualunque cosa accadrà ti starò vicino, ti proteggerò dai pregiudizi, mi occuperò di chi ti ha bastonato, curerò le ferite del tuo cuore, ti darò il mio motivo per vivere. Per la prima volta ho sentito la mia persona cambiare in meglio e non lo sto mentendo a me stessa.

Tu mi piaci.
Se non fossi imbarazzata te lo direi adesso dinanzi a questo specchio cristallino, in questo luogo incantato dove una favola inizia e una finisce, ma qualcosa mi blocca. Non posso parlare, e poi è da stupidi confessare di essermi invaghita di te perché mi risponderai che è solo una cotta, i fottuti sedici anni che mi rendono intoccabile. È solo una scusa, la stessa, fino alla noia riterrai che i miei sentimenti non sono altro che un breve fuoco attizzato destinato a spegnersi. Niente passione, niente desiderio, nulla di realizzabile anzi patetico.
Cercherò forse di spingerti a riflettere sulla decisione.
Sarà sempre quella?

Dopotutto sei adulto, io sono solo una ragazzina con la smania di donna che vuole accaparrarsi un uomo solo per saziarsi, per poi spezzargli il cuore come farebbero tutte quelle sciocche senza principi e valori a cui appellarsi.
Il tuo cuore cerca un riparo, qualcosa su cui fare riferimento, e quel porto sicuro dove tu vorresti nasconderti non è il mio.
È la tipica storia già scritta e il finale si conosce. Una storia tra un professore più grande e una sua alunna, non ne verrà niente di buono. Entrambi soffriranno, verranno segregati nelle ridicole leggi della società, in quelle leggi che le altre persone riassumono in pedofilia e masochismo. Alla fine lui continuerà a passare la sua vita come prima e lei dovrà farsene una ragione per non morire di dolore tutte le volte che lo vedrà.

È triste però è inevitabile.

Non c'è pietà per amori sfortunati, amori che non vedono nemmeno la luce dopo il tunnel, amori tragici, amori che non dovrebbero manco esserci, amori divisi fra la razionalità di tenersi alla larga e la spinta del cuore a stringersi.
Amori che non cominciano. Sono come i bimbi rifiutati dal destino, bimbi che non vengono accolti degnamente e che rimangono senza nome, tagliati fuori dai giochi ancor prima di parteciparvi, bimbi esistiti solo per errore.
Uno di questi era il nostro.

Noi che ci impegnavamo per correggere gli errori e raddrizzare la direzione e noi che alla fine sbattavamo contro lo stesso muro.

Noi che dicevamo 'no' ma il momento dopo, sospinti dal ritmo del battito, lasciavamo che ci travolgesse senza ostinatezza.

Noi che credevamo di odiarci, che non fossimo stati creati per appartenerci. Tolte le bende tutto divenne chiaro, leggibile nelle righe del libro chiamato destino, quello che speravamo fosse livore non era altro che il disperato tentativo di osteggiare i nostri impulsi incontenibili.
Era amore. Mi correggo lo è.

Sei la mia chiave di violino (Vol.1) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora