Capitolo 26

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A grande richiesta vostra il capitolo ventisei dedicato agli amanti della Taniosh, la seconda coppia più amata de 'La tua Canzone'. Ci potrà essere inoltre la possibilità che questo capitolo venga dedicato a una persona.

Vi ringrazio sentitamente per i commenti ricevuti, i complimenti, i 'continua' e 'grazie per aver creato questa storia' ma senza dilungarmi troppo su questo ritengo che sia merito vostro se questa storia ha raggiunto un bel traguardo di oltre quattro mila visite e ottocentoottantanove voti oltre ai seicento commenti.
Continuate così :)
Vi adoro e lo dirò sempre: il merito è vostro che leggete ogni obbrobrio che pubblico e non l'autrice che si impegna a scriverlo. Quindi ecco l'ennesimo disastro esistenziale.

Ancora, buona lettura.

[Pov's Tania]

A poche ore dallo scalo del mio aereo avevo dovuto abbandonare la tanto desiderata prospettiva di poltrire comodamente nel letto.
Mi sentivo molto sfibrata, il sedile dell'aereo mi aveva solamente accentuato il dolore al collo. Cinque dannate ore in quel catorcio sospesa in un effimero equilibrio sull'oceano atlantico, il continuo girovagare della hostess, la disperata ricerca del mio caro vicino di postazione di scavare nel settore nasale come se stesse cercando l'oro in una miniera.

Non era stato poi un cattivo viaggio anzi il pilota aveva condotto il volo in modo esemplare e tutti i passeggeri erano rimasti contenti.
Beh se anche il Titanic avesse avuto quel signore come comandante non sarebbe affondato inabbissandosi nella profonda oscurità delle acque gelide, ma se così non fosse stato, la storia non avrebbe conosciuto la sua prima tragedia e Cameron non avrebbe mai pensato di riprodurre il film con quello schianto di Caprio. Sì lo ammetto, preferivo un genere molto crudo e sanguinario ma quel film dalla prima volta che lo proiettarono mi rapì totalmente per ben due ore.

Un guinnes word record visto che i film drammatici non mi interessavano. Si piangeva ad ogni spezzone, consumavi tutto il serbatoio di lacrime, ti prendevi una pausa con quei dieci minuti interminabili di pubblicità di cose inutili e costose come le poltrone o le docce per gli anziani incapaci.
Continuava il film prolungavi la sofferenza.

Su me non avevano mai avuto molto risultato. Se Sofia visionandoli affogava in un mucchio di fazzoletti stropicciati, io al contrario piangevo sì ma dal ridere, una risata isterica, forte, di una che generalmente non ha cuore. Succedeva tutte le volte anche quando allo Space del Vulcano Sofia mi ordinò di prendere i biglietti per Colpa delle Stelle, dove lei per l'ennesima volta si commosse insieme alla sala, mentre io a stento trattenevo l'ilarità, rimanendo impassibile allo spasmo cronico della protagonista malata ai polmoni. Bello ma malinconico, e ripetevo, Titanic era risultato il più accreditato per gli occhi blu di Leonardo e la finezza dei suoi capelli biondo cenere.

'Non hai un cuore?' Mi chiedeva spesso la mia migliore amica, quando di sabato, nolleggiavamo qualche film per passare il tempo.
Io rispondevo. 'No, ma generalmente non capisco perché si debba piangere... insomma è un film, può succedere, ma è finzione.'
Per Sofia era essere senza cuore, averlo di pietra, ma questo era il mio carattere e non potevo cambiarlo neanche se avessi voluto.

Lei era stata l'unica ad accettarlo senza proteste. La nostra amicizia era iniziata con un po' di remore in seconda elementare perché io ero quella dura e impenetrabile che tutti evitavano e lei una delle studenti più belle e eleganti dell'istituto. Eravamo diverse in tutto e per tutto, con una quantità non definita di pregi mista a difetti, ma tra di noi c'era quel rispetto delle differenti idee che ci rendeva forti, che ci poteva allontanare ma ci univa.
Con lei stavo bene.
Il nostro duo si andava consolidandosi sempre di più.
Dalle elementari finimmo per trascorrere insieme anche il periodo triennale delle medie, e come se fosse stato scritto dal destino, in seguito le superiori.

Sei la mia chiave di violino (Vol.1) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora