Grazie mille a tutti voi per aver votato la mia storia, per avermi espresso i vostri pareri, per chi ha aggiunto la storia nel proprio elenco di lettura e spero vivamente che la storia continui ad appassionarvi. Siamo giunti a circa seicento visite, io voglio arrivare a mille.
Grazie a voi ci riuscirò. ♡
Buona lettura! •°°•
Jo_14Italia, Caserta.
[Pov's Tani]Un silenzio fin troppo sopportabile tra me e Sofia, e pur avendole mandato quel messaggino su Facebook, lei non lo ha né letto e né visualizzato.
Mi sento corrodere di rabbia, mi piacerebbe sapere il motivo per cui non mi vuole degnare di un po' del suo tempo da artista e sono addirittura gelosa del college che la ospita o degli amici che adesso hanno conquistato la sua amicizia, mentre io l'ho persa.
Grugnisco, Giulia sembra più serena adesso, ha risolto i suoi problemi, mentre io sono al punto di partenza.
Mi chiedo forzatamente quando questo muso lungo tra di noi avrà fine. Ce lo terremo fino alla fine dei nostri giorni oppure mi deciderò a fare io il primo passo prima che lo faccia lei?La terapia psicologica di Giulia non mi era servita a nulla, ascoltare il mio cuore era stato come gettarsi da un aereo senza avere il paracadute, ovvero schiacciandosi al suolo come una polpetta in padella.
Giulia era fortunata. Era bastato una chiamata del mio quasi cognato a rimettere a posto la sua giornata. Serata a Margellina, in un locale che proponeva sul terrazzino la splendida venduta del golfo di Napoli e ovviamente lei aveva ben accettato la proposta.Io ero impoltrita nel letto, stremata dalle sette ore di puro studio su miei bei e adorati libri di letteratura latina, mentre lei nel fiore della sua giovinezza, truccata, indossando con nonchalance il suo vestito rosso, pieghettato, che si stringeva alla vita e uno spacco nella parte bassa della gamba, era saltata nella Peugeot del suo ragazzo, che era anch'egli elegante, in quanto si vedeva lontano un chilometro il suo pantalone nero, stirato, la camicia con sopra una giacca e delle scarpe lucidate, magari con dell'olio di gomito? No, scherzavo.
Se n'erano andati via, diretti al luogo prestabilito, più innamorati che mai, come se la discussione di giorni prima fosse senza alcuna importanza.
Beati loro.
Lo pensavo, non lo dicevo altrimenti si sarebbe montata la testa.Mi rimisi a dormire.
Ero stanca, come se avessi fatto io l'impero romano, mica Romolo e Remo che erano stati a guardare. Avevo la schiena che gemeva ad ogni movimento, la testa ingarbugliata dai discorsi di Seneca, Giulio Cesare e altri bei compagni, la vista che necessitava di riposo e la testa pure, tanto che decisi di concedermi quel meritato relax senza nessun tipo di applicazione che mi distraesse e lasciai il telefono silenzioso sul comodino, di fianco al letto.
Morfeo però non aveva ancora deciso di accompagnarmi personalmente alla porta del sogno, e stavo con gli occhi semiaperti, nell'oscurità di una camera vuota. Il letto di fronte al mio non era stato sfatto e Giulia non era ancora rincasata, nonostante domani dovesse lavorare allo studio.
Sbuffai, lei si godeva la vita, io marcivo come i fiori in inverno.
Guardai il led solo per scrutare l'orario. Era notte, dalla finestra il cielo era ancora un misto fra viola scuro e blu acceso, senza ombra lunare a far da sfondo.
<<Domani la uccideranno.>> mormorai, riferendomi alla mia amata sorellina maggiore.
Passata mezzanotte.
Ma non così presto perché potessi alzarmi e prepararmi per andare a scuola.
La mia testa lì non si corrucciava più di tanto, anzi era ingabbiata e imbottita alla stregua del tacchino del giorno del Ringraziamento di troppi concetti, abbastanza perché il primo della lista ovvero 'Sofia' non mi torturasse anche lì.Non appena il telefono lampeggiò corsi a vedere, nonostante trattenuta dalle coperte, ma il messaggio mi fece sospirare delusa. Era Giulia.
"Sorellina, ti prego, torno tardi.
John è impegnato a sorprendermi.
Non farmi sgamare!"
Lessi il messaggio.
Era logico che la coprissi nei suoi mille casini sopratutto perché oltre che sorelle eravamo complici per la vita.
Ma non mi importava ora come ora. Non volevo essere cattiva, ma speravo fosse un'altra persona.
"Ok, Giulia." Le risposi, anche se poi non visualizzò.
Mi girai e le molle sobbalzarono sotto al mio peso, nascondendo la faccia nel cuscino. Con la coda dell'occhio mi girai verso il comune aggeggio telefonico per poi strillare, senza alcuna ragione in particolare il mio sdegno.
<<Fottiti. Stupidissimo aggeggio!>> Ovviamente non rispose.
E come poteva? Avremmo dovuto aspettare nuove invenzioni di psicopatici per vederlo prendere vita sotto ai nostri occhi.
Mentre nella mia testa balenò l'assurdo pensiero, il telefono squillò e io sussultai, infossandomi al di sotto del piumone.
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Sei la mia chiave di violino (Vol.1) [IN REVISIONE]
Romance● Capitolo #1 ~ Perdono? revisionato il 05/03/16 Alessia si trasferisce in America per frequentare un college musicale. Incontra Josh che diventa suo amico e coinquilino, ma sarà l'incontro con Alan a stravolgerle completamente la vita... Pagina...