Capitolo 29

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Forse Stephan mi piaceva ma non lo volevo ammettere. Sto sul letto con in mano il diario dove scrivo tutti i miei sfoghi. Lo apro e trovo la lista dei pregi e dei difetti che avevo fatto su Stephan e su Gabriele. E mi salta agli occhi l'ultimo pro di Stephan che andava a battere senza ombra di dubbio quelli di Gabriele: Stephan era qui e Gabriele no. Inizio a pensare molto a questa frase. Stephan é qua e da come diceva Ester e da quanto ha detto lui, Stephan é qua ed è qua anche per me.

L'estate era alle porte, la scuola stava per finire, fuori il sole splendeva ogni giorno. Il sole splendeva fuori in cielo ma non in me. Dentro di me c'era una tempesta, era tutto grigio e confuso. Una tempesta di emozioni e pensieri molto confusi. Era circa un mese che era così, da quel famoso giorno in cui Stephan si era "dichiarato", era anche da quel giorno che non ci parlavo e mi evitava continuamente. Ci stavo male per questo ed anche molto perché dopo questo mese che non lo sentivo, non vedevo il suo sorriso, i suoi occhi, mi sentivo quasi vuota. Praticamente mi piaceva ed anche tanto!
Non so che fare veramente... Non so se andare da lui e dirglielo o stare ferma. Sono molto combattuta. Non so se chiamarlo, se mandargli un messaggio.. Ho la mente molto confusa e devo farmela mettere apposto da qualcuno! Prendo il cellulare con l'intento di chiamare Bryan; compongo il numero e aspetto che squilli. Mentre aspetto, sento il campanello suonare. Mi alzo con il cellulare ancora vicino all'orecchio e mi avvio verso la porta. Apro la porta e trovo Bryan. Ma che ci fa qui?
Gli salto addosso facendo cadere il cellulare per terra! Quasi che lo strozzo per quanto lo tengo stretto, sembra che era un tentativo per non farlo andar via, di nuovo.
Bryan: Mari, mi strozzi.
Marica: Oh.. ehm scusa, ma che ci fai qui?
Bryan: Son venuto a trovare la mia piccolina.
Marica: Ti stavo giusto chiamando.
Bryan: Avevi per caso bisogno di uno psicologo?
Marica: Si, come lo sai?
Bryan: Ormai ti conosco, quando non hai quella scintilla di felicità negli occhi, anche se non sorridi, non sei felice. Scommetto che c'entra Stephan, vero?
Marica: Si..
Bryan: Sputa il rospo bellezza.
Marina: Allora...- inizio a raccontargli tutta la storia e mi segue attentamente.
Bryan: Dunque non sai che fare. Mh... chiarisci. Vi piacete molto entrambi, fidati!
Marica: Ma tu che ne sai??
Bryan: Fidati di me. Del tuo fratellone - mi fa l'occhiolino e in un qualche modo capisco che sa qualcosa che non mi vuole dire.
Mari: Dunque ora che dovrei fare?
Bryan: Ora stai con me un pomeriggio perché domani mattina riparto e mi sei mancata. Senza fare storie eh! Non ammetto rifiuti! Oggi pomeriggio Shopping tesoro!
Ma quanto lo posso amare? Ce è tutto 'sto ragazzo!
Marica: Ma quanto posso amarti io?
Bryan: Non tanto quanto ami Stephan. - si mette a ridere e si becca un mio pugno sul braccio e un'occhiataccia.
Bryan: Ma che vuoi? È vero!! - beh, ok che mi piace ma forse arrivare a dire che lo amo è troppo... no?!
Marica: Mh.. bada a come parli.. ora andiamo a fare shopping - quasi che lo dico con gli occhi a cuoricino, o poco ci manca.
Bryan: Si andiamo.
Usciamo di casa e ci dirigiamo in centro. Parliamo del più e meno ed entriamo in vari negozi. Stranamente, molto stranamente, non compro nulla. Stanchi, ci mettiamo seduti in un bar e ordiniamo due lattine di coca-cola.
Ad un tratto inizia a suonare il cellulare di Bryan e si allontana per rispondere, ha un sorriso ha trentadue denti, chissà chi l'ha chiamato... lo scoprirò..
Mentre aspetto che torna Bryan vedo passare davanti a me Stephan. Si accorge che lo stavo guardando quasi con la bavetta a lato della bocca e mi sorride. Appena passa, torna Bryan che mi scuote per risvegliarmi dal mio stato di trance.
Bryan: Marii, chiudi la bocca che ti entrano le mosche. - e se la ride pure.
Marica: Eh? Ma non avevo la bocca aperta! - metto il broncio come una bambina di due anni.
Bryan: A me pare di si, è passato un certo faraone che ti ha sorriso e ti sei quasi sciolta... - lo dice con una certa fierezza che mi irrita un po... però dopo tutto non ha tutti i torti, mi ha sorriso, cioè è un mese che non lo faceva.. Ha dato un po di acqua al piccolo germoglio che si iniziava ad appassire e che ora con quella spruzzata di sorriso ha iniziato a riprendersi.
Dopo un po' facciamo per tornare a casa ma Bryan al posto di deviare per casa mia, prende un'altra strada e si ferma davanti a una casa a me sconosciuta. Mi benda e sento lo sportello suo aprirsi e chiudere. Inizio a chiamarlo ma non risponde nessuno. Pochi secondi dopo sento il mio sportello e qualcuno prendermi le mani e farmi in qualche modo alzare e farmi camminare. Quest'individuo non parla, e non riesco a capire in nessun modo chi è, neanche dal profumo. Mi è nuovo.. credo.
Sento una chiave in una toppa di una serratura e intuisco che stiamo per entrare in una casa. Infatti non sbaglio, stranamente non fiato per sapere dove sono e cosa sto facendo. Mi fa sedere su una sedia, si avvicina a me. Ne sono sicura. Sento il suo fiato in faccia, più precisamente sulle labbra. Sento che mi prende di nuovo le mani e infine sento delle labbra sulle mie a formare un tassello perfetto di un puzzle; combaciavano perfettamente con le mie. Sento la sua lingua picchiettarmi il labbro come a chiedere l'acceso. Dopo aver esitato un po glielo concedo e la mia lingua insieme alla sua ballano armoniosamente. Tutto d'un tratto si stacca e senza esitare, ne fiatare tolgo la benda e a pochi, pochissimi, centimetri da me e dalle mia labbra trovo...

*****

*Chi trova?? Manuel, un ritorno inaspettato, Andrea, Stephan o magari Gabriele?!

Il mio principe azzurro è un faraone rossoneroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora