Action 1

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EMMA POV

Non ero proprio sicura di aver fatto la scelta giusta, ma forse mostrargli quanto a volte potesse essere noioso starmi dietro l'avrebbe convinto a lasciar perdere. E in più mi aveva portato panino al formaggio grigliato, anelli di cipolla e cioccolata con la cannella... una possibilità se l'era guadagnata.
Lo feci accomodare sulla sedia di fronte alla mia, quella che di solito occupavano i clienti, ed estrassi il contenuto della busta posandolo sulla scrivania.
Oltre al mio pranzo c'erano un hamburger e delle patatine fritte, quindi immaginando li avesse presi per sé, glieli poggiai davanti.
-Tu non bevi niente?
-Ho la mia fiaschetta di rum, non ti preoccupare tesoro.
-Devi proprio chiamarmi "tesoro"? Non mi chiama così neanche il mio... fidanzato. E poi devo aggiungere alcolizzato alla lista di aggettivi che la mia mente ti ha già attribuito.
-Pervertito, antipatico, persecutore.- elencò con una mezza risata -Quindi hai un fidanzato.
-Già- asserii alzando un sopracciglio e lo guardai in faccia. Certo, l'avrei avuto per ancora un giorno o due dato che ormai ero certa di volerlo mollare, ma non avevo intenzione di condividere questo dettaglio. Magari si sarebbe convinto che lo stessi facendo perché mi ero presa una cotta per lui o qualcosa del genere: non ci sarebbe stato da sorprendersi visto il suo ego.
-Se neanche ti chiama tesoro, non credo ti meriti...
-Questi non sono affari tuoi. E poi non mi piace essere chiamata così, ok? Mangia, così tieni la bocca occupata e non spari cazzate.
Senza attendere una sua risposta decisi di seguire il mio stesso consiglio ed addentai uno dei dodici anelli di cipolla: si era davvero impegnato, mi aveva addirittura preso la porzione grande!
Assaggiai anche la cioccolata, e fui felice del fatto che fosse ancora calda e saporita. Lanciai uno sguardo allo scrittore, e lui ricambiò con un sorriso: in fondo non era poi così male come persona, solo non era esattamente il tipo con cui di solito andavo d'accordo.
-E tu, fidanzato?- gli domandai, per cercare per una volta di essere io a fare conversazione... in fondo non ci sarebbe stato nulla di male nel conoscerlo un po'.
-No... non sono pronto a una relazione seria...
-Hai 34 anni- gli feci notare -Aspetti di farne 40?
-Non lo so... forse aspetto solo la persona giusta. Magari non ci crederai, ma mi vedo sposato e con tre bambini un giorno.
Rimasi in silenzio a guardarlo sorpresa: non mi sarei aspettata un'affermazione del genere da una persona come lui, da uno scrittore di successo, o almeno ex, e sicuramente milionario. Sposato, e addirittura non con uno o due, ma tre figli.
-Hai ragione, non ci credo ma... non sta a me dirlo. È solo che non sembri il tipo. Sì sai, sembri più un tipo da feste... cose così.
-Diciamo che in parte hai ragione... ma ho una doppia faccia, diciamo. Non vado molto alle feste, certo, più che altro locali... ma amo anche la tranquillità. Come potrei fare lo scrittore altrimenti? Non credo che scrivere da ubriaco possa essere una buona idea!
Non riuscii a trattenere una risata, sapeva essere simpatico se voleva. Come il suo "buon sonno", che nonostante fosse stata una battuta un po' triste, era stata simpatica. Non gliel'avrei detto, ma la lista di aggettivi che lo riguardavano ne aveva appena guadagnato uno positivo.
-Sarebbe divertente leggere il libro di un ubriaco, non trovi?
-Forse Swan, forse... magari se lo facessi tornerei a vedere come una volta.
-Ma scusa, va davvero così male?
-Beh... metti a confronto 1 milione di copie circa per ogni libro... e 20.000 per due.
-Oh...
In effetti era un gran bel calo, molto grande decisamente. La qualità dei suoi romanzi doveva essere passata dalle stelle alle stalle per finire così, ma decisi di non esprimere quel pensiero ad alta voce. Doveva già essere una situazione piuttosto frustrante senza che mi ci mettessi di mezzo io a peggiorarla: e poi, per qualche strano ed inspiegabile motivo, un po' mi dispiaceva. Se per anni aveva venduto così tanto non doveva essere tanto male: strano non mi fosse mai capitato tra le mani qualcosa di suo, allora! Ma avrei rimediato col libro che mi aveva regalato, e se mi fosse piaciuto avrei preso in considerazione l'idea di informarmi e acquistarne anche altri.
-Beh Killian... io non so che dire, mi dispiace... ma non credo potrei esserti di grande ispirazione, soprattutto in questo periodo. Lo vedrai da te, stasera... la tipa che è venuta prima mi ha chiesto di pedinare suo marito, come immaginavo insomma.
-Vedremo... magari si dimostrerà essere un noto trafficante d'armi! E l'immagine della detective sexy che lo cattura è decisamente d'ispirazione.
-Ma che palle!- esclamai infastidita: proprio ora che avevo pensato di riconsiderarlo almeno un pochino, doveva tornare a fare il pervertito. Per fortuna la collaborazione sarebbe durata solo per un giorno, perché non avevo la minima intenzione di personificare la detective sexy di un romanzo giallo. Ero una detective e basta, nel mio lavoro l'aspetto fisico non contava. Ero brava in ciò che facevo, intelligente, brillante, capace, consapevole, una professionista: essere descritta come bella e sexy sarebbe solo stata un'offesa.
-Ma perché te la prendi per così poco... ti vedi brutta per caso?
-Non mi vedo in nessun modo! Tu guardi qualcosa che non siano le belle ragazze?
-Ahhh allora lo sai che sei bella.
-KILLIAN JONES!- esclamai saltando in piedi e battendo un pugno sulla scrivania: l'uomo fece quasi un salto per lo spavento, ma riuscì ugualmente ad afferrare il mio bicchiere ancora mezzo pieno di cioccolata prima che si rovesciasse su tutti i documenti.
-Scusa...- borbottò mordendosi il labbro. Sapevo che avrebbe potuto benissimo rispondermi con qualche altra battutina, ma una volta tanto aveva finalmente capito che non era il caso. Ogni tanto poteva anche starci, ero d'accordo, ma lui sembrava non averne mai abbastanza di provocarmi!
Continuammo a mangiare in silenzio aspettando l'arrivo della fantomatica Regina, e nonostante non se lo meritasse gli offrii qualche cioccolatino come dessert, dalla scatola che tenevo in ufficio da due giorni; ne erano rimasti solo 5 da un totale di venti, li avevo divorati, ma poco importava... il mio metabolismo mi permetteva ancora di esagerare ogni tanto.
Quando sentii bussare alla porta buttai tutte le carte e cartoncini nel cestino, poi con un solo sguardo feci capire all'uomo di accomodarsi in piedi accanto a me.
-Avanti- dissi quindi, sperando di non avere delle briciole tra i capelli, non avevo la minima voglia di fare brutte figure.
Quando la porta si aprì, guardai entrare una donna probabilmen sulla trentina, non molto alta, magra, occhi scuri e capelli neri. Si muoveva elegantemente su un paio di tacchi alti, ed indossava una gonna nera e una camicetta rossa.
-Buongiorno... Regina.
-Regina Mills- si presentò e mi strinse la mano, poi ci accomodammo entrambe sedute.
Tuttavia non poté fare a meno di notare Killian e gli lanciò uno sguardo sospetto: trovandosi dietro di me non potevo vederlo, ma speravo vivamente fosse rimasto serio.
-Lui è Killian Jones, il mio assistente in prova. Non si preoccupi di lui.
-Va bene, nessun problema.
-Benissimo. Mi dica signora, in cosa posso esserle utile?
-Beh, non ne sono proprio sicura. Non sarei voluta arrivare a questo punto, ma mi sono ricordata che mio figlio Henry mi aveva detto di questa donna molto gentile che lavora come investigatrice privata, quindi...
-Oh, lei è la madre di Henry! Avrei dovuto capirlo per via del cognome, mi perdoni!
-Non si preoccupi, non siamo gli unici Mills di New York. Non so se lo sa comunque, ho adottato Henry quando aveva quattro anni... purtroppo la sua prima famiglia adottiva è morta in un incidente d'auto, e si è salvato solo il bambino.
-Oh! No non lo sapevo, io... mi dispiace.
-Non è qualcosa di cui ama parlare... comunque, capisce quanto ha sofferto immagino. Ed è per questo che voglio assicurarmi di dargli una vita felice e senza problemi.
-Lo capisco, sono orfana anch'io. Ma almeno lui è stato fortunato a trovare una madre come lei...- sorrisi, e la donna ricambiò leggermente. Henry mi aveva parlato di lei, ma mai avrei pensato che non fosse la sua vera madre e che fosse stato adottato: se le voleva così bene, voleva dire che aveva fatto un buon lavoro con lui.
-Mi spiace. So che è una frase di circostanza ma...
-Non si preoccupi, davvero. Sono troppo grande per soffrire di abbandono...
-Non direi, è ancora molto giovane... ma in ogni caso, il mio fidanzato mi ha chiesto di sposarlo. No, non si congratuli per favore- si affrettò ad aggiungere, mentre stavo già aprendo la bocca per farlo.
-Non sono convinta di volerlo fare. Ovviamente ne sono innamorata, ma è da un po' che si comporta in modo strano. Delle notti rincasa molto tardi, e in poche parole non gli credo quando dice che si tratta di lavoro.
-Pensa che il suo fidanzato la tradisca?
-Forse. O forse è altro. Non lo so. Ma vorrei sapere cosa c'è sotto prima di prendere una decisione, perché non voglio portare Henry in una situazione che potrebbe finire in modo spiacevole. E in secondo luogo, vorrei essere sicura anch'io.
-Lo capisco, è giusto- asserii, dispiacendomi già per lei. Era un po' ingenua a volere il mio aiuto, se il suo sesto senso le diceva che l'uomo la tradiva, per esperienza sapevo che quasi sicuramente sarebbe stato così... ma non sarei stata felice di darle la notizia, una volta scoperto.
-Mi dica ciò che può sul suo fidanzato. Nome, cognome, targa dell'auto, indirizzo e se ha una foto chiara di lui...
-Certo. Signorina Swan, sono sicura che ha tanti casi come il mio, ma mi creda che non lo farei se non fosse indispensabile. Io voglio certezze per mio figlio... e sappia che la retribuirò a dovere. Da 3000 dollari in su, dipende da cosa scoprirà.
Rimasi a bocca aperta: sì, questo non era il primo caso di infedeltà che mi veniva affidato, ma di certo era la prima persona che mi offriva un compenso tanto alto per un lavoro così semplice. 3000 dollari erano più di metà della mia solita paga mensile, e mi sembrava assurdo poterli guadagnare così facilmente. La donna prima di lei mi aveva offerto 500 dollari e rimborso benzina più altre eventuali spese utili al caso... e neanche quello era poco.
Tuttavia quando riacquistai lucidità iniziai a capire come mai la donna fosse preoccupata: se poteva offrirmi una remunerazione base come quella, allora voleva dire che il denaro non le mancava... ed era certamente qualcosa di cui anche il suo fidanzato doveva essere a conoscenza.
-Io... d'accordo. È sicura?
-Sicurissima. Se lei fa il suo dovere, io manterrò la parola. 3000 dollari minimo.
Ebbi una strana sensazione, come se percepissi che per la prima volta ciò che sembrava un tradimento avrebbe potuto essere qualcosa di più grande.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now