KILLIAN POV
Non seppi dire quanto durò l'abbraccio, ma quando ci staccammo intorno a noi non c'era più nessuno.
La guardai negli occhi per cercare di capire come si sentisse, ma al contrario di ciò che avevo pensato, non stava piangendo. Era addirittura tranquilla... e un po' imbarazzata.
-Vuoi venire o no, quindi? Non te lo chiederò un'altra volta.
Annuii e feci per darle un altro abbraccio, ma quella mi bloccò portando una mano avanti e poggiandomela sul petto.
-Ti chiederei per cos'era quell'abbraccio, ma tanto ho capito che sai tutto. Chi te l'ha detto?
Scossi le spalle non sapendo cosa dire: non sembrava arrabbiata, ma se fosse stata solo una maschera, se le avessi detto chi mi aveva svelato il suo "segreto", per la povera infermiera sarebbe potuta finire molto male.
-Non importa. Ma piuttosto, perché sei venuta da sola? Il tuo fidanzato?
-Non sa niente e così deve rimanere. Ora andiamo.- tagliò corto e mi prese per un braccio, evitando accuratamente l'ascensore e tirandomi giù per le scale. Era chiaro che non volesse parlarne, ma non il motivo per cui aveva deciso di fare completamente sola una cosa del genere. Sul primo punto potevo anche capirla, ma perché non parlarne col ragazzo? Anche se lo nascondeva, almeno un po' doveva starci male, era naturale; e se anche fosse stata solo una sua decisione, se l'uomo l'avesse amata l'avrebbe capita e le sarebbe stato vicino.
-Sei... davvero certa che la moto vada bene dopo una cosa del genere?- le domandai preoccupato, una volta fuori. Se solo mi avesse detto la verità, avrei noleggiato una macchina a ore senza problemi.
-Non essere sciocco, ho solo preso delle pillole. Ero al primo mese, l'ho scoperto per caso perché ho fatto le analisi del sangue. Le faccio regolarmente per via del lavoro... ed è uscita fuori questa cosa- mi spiegò con naturalezza, poi mi prese di mano il casco e se lo infilò.
Annuii, ma rimasi comunque in silenzio limitandomi sedermi sulla moto, e diedi il tempo a lei di sistemarsi: non ero un esperto in fatto di aborti, ma era impossibile non avessero alcuna conseguenza fisica, e soprattutto psicologica. Dovevo fare in modo che parlasse e si sfogasse, ero l'unico con cui poteva farlo dato che nessun altro ne era a conoscenza.
-Parti o no?
-Certo, se sei pronta andiamo.
Non appena la donna allora mi strinse le braccia in vita partii, cercando di non avere pensieri inopportuni: già all'andata il suo corpo aderente contro mio aveva fatto sì che fossi scosso dai brividi, dei quali per fortuna non si era accorta. Com'era possibile che quella ragazza mi suscitasse emozioni del genere senza neanche conoscerla davvero? Avrei decisamente dovuto imparare a controllarmi.
Inizialmente guidai più lentamente rispetto all'andata, ma dopo aver ricevuto un paio di calci da parte sua fui costretto ad accelerare prima di venire preso anche a insulti.
Sembrava rilassata, potevo percepirlo dal respiro sul mio collo, e la testa adagiata con naturalezza sulla mia spalla. Avevo portato più volte delle ragazze in moto, ma non era mai stato così piacevole: quasi mi dispiacque quando arrivammo in garage e dovemmo scendere dal veicolo.
-Beh, grazie Jones. Ti devo un favore.
-Oh credimi, mi accontento di seguirti nel caso. Non pensavo me l'avresti mai chiesto...
-Già, neanch'io. Ma non aspettarti chissà cosa... sono tre giorni che per poco non mi addormento in macchina.- mi avvertì sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.
-Almeno in due ci faremo compagnia. Ti ho preso degli involtini e del sushi comunque... ti va di venire a mangiare da me?
-Grazie... è solo che preferirei mangiare e poi dormire un paio d'ore, sono stanca morta. Quanto ti devo?
-Avanti, non mi devi niente. D'accordo... ma sei sicura di star bene?
-Sì. Potrei avere qualche crampo, ma prenderò qualche antidolorifico e sono a posto.
-Forse stasera dovresti riposarti e riprendere domani, no?
-No. Il tipo ha una prenotazione in un locale nel Bronx e credo valga la pena andarci. Risolto il caso e ricevuti i 3000 bigliettoni, potrò andarmene in letargo anche per 48 ore!
Annuii, capendo che insistere non sarebbe servito a niente: Emma Swan era testarda, e almeno quella qualità gliela potevo attribuire al 100%. Forse avrei dovuto farmi anch'io una lista in cui segnarmi gli aggettivi per descriverla, e non solo mentalmente: dovevo tirare fuori qualche quadernino o comprarne uno.
-Bene... eccoci. Come dovrei vestirmi per stasera?
-In pelle andrà bene. Pantalone, giacca... e poi magari una camicia bianca. Non devi sembrare un riccone insomma, la zona in cui andremo è abbastanza malfamata... e il locale non è per signorotti.
-Va bene. Tu come ti vestirai?
-Sorpresa. Grazie ancora per il passaggio e il pranzo... ci vediamo alle 21 e...
-"E non fare tardi!"- conclusi al posto suo con un sorriso, e in risposta alzò gli occhi al cielo divertita.
Non era particolarmente bella l'occasione per cui mi aveva cercato, non per lei, ma almeno era servita ad avvicinarci un po': non mi aveva chiamato "maniaco" o "pervertito" neanche una volta durante quella mattinata, ed era davvero un record.
Dopo averla vista chiudere la porta di casa con in mano la busta del pranzo che le avevo lasciato, rientrai anch'io nella mia con l'umore a mille.
Forse, se tutto fosse andato per il meglio, a fine serata avremmo parlato davanti ad un paio di drink e lei si sarebbe sfogata con me. Tuttavia, se anche non l'avesse fatto, sarei comunque stato felice di passare un'altra sera su un caso... che avrebbe potuto essere divertente se ci fossero stati sviluppi.
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Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan Trilogy
FanfictionHo intenzione di tradurre questa ff anche in inglese, se c'è qualcuno disposto a darmi una mano mi faccia sapere :) Intanto buona lettura, e spero che la storia vi piaccia. _______________________________________________________________________...