Best Partners in Crime

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5 mesi dopo ~ 24 Dicembre


KILLIAN POV

Scesi dalla macchina ci scambiamo tutti e tre un'occhiata: era senz'altro il posto giusto.
Quella piccola fattoria abbandonata dava i brividi, nonostante fossero appena le 8 del mattino del 24 Dicembre.
La mia vita era cambiata radicalmente da quando avevo conosciuto Emma Swan; lavorare con lei a volte era pura follia, ma mi piaceva da impazzire.
Un anno prima, avevo passato la vigilia di Natale a dormire fino alle 10 del mattino passate, e mi ero alzato solamente per non perdermi le squisite frittelle della zia. Allora non avrei mai immaginato che avrei trascorso la mattinata di esattamente un anno dopo a dare la caccia ad un pericoloso criminale in una casa abbandonata sulla Vernon Stockholm Road, davanti ad uno degli Highland Lakes tra Action Park e la riserva di Hamburg Mountain Wildlife.
-Ho chiamato alcuni rinforzi, interverranno solo se avremo bisogno. Si occuperanno dell'arresto.- ci avvisò il detective Johnson, l'amico di Emma che aveva deciso di darci una mano in quello che sembrava essere uno dei casi più grandi e pericolosi a cui avessi mai collaborato.
Trovandoci in provincia di New Jersey, eravamo fuori dalla giurisdizione della New York P.d., ma avendo deciso di portare a termine quell'incarico, avevamo preferito chiedere aiuto.
Erano passati cinque giorni da quando in ufficio si era presentato un senatore direttamente da Washington, per chiederci di occuparci del rapimento di sua figlia, studentessa della New York University; non avevamo indagato sul perché non avesse chiesto aiuto direttamente alla polizia, entrambi eravamo abbastanza svegli da sapere che per un politico non sarebbe stato il massimo avere la polizia alle calcagna, e ce ne eravamo accertati quando avevamo scoperto cose che avevamo deciso di non approfondire. Il nostro compito era quello di ritrovare la giovane Amy Casey e riportarla sana e salva dai suoi genitori, e trattandosi di un'innocente ventenne non avevamo potuto tirarci indietro.
Non guastava neanche il fatto che avremmo ricevuto 50.000$, ovviamente: avevo visto Emma sbiancare quando aveva letto la cifra sull'assegno pronto da staccare – e ne aveva ricevuti altri 10.000 con la preghiera di tenere la polizia fuori da tutto ciò il più possibile.
-D'accordo allora. Entriamo.
-Swan... sei sicura? È la figlia di un senatore, non credo che il nostro uomo sia un principiante.
-Rilassati Johnson, ho letto la cartella del nostro uomo e non si è mai spinto oltre il tentato omicidio.
-Finora.- aggiunsi, d'accordo con l'agente, ma Emma mi scoccò un'occhiata con cui mi fece capire che non ammetteva repliche.
Non era il primo incarico pericoloso a cui assistevo, ma fino ad ora quelli rischiosi erano stati in collaborazione con la polizia: ora eravamo soltanto in tre, e l'unico poliziotto con noi era in borghese.
-Avete ragione. Killian, è meglio se tu resti in macchina e ci aspetti qui. Per quando sarà arrivata la polizia, credo saremo già pronti consegnargli Keller.- aggiunse seria la ragazza, poggiandomi una mano sulla spalla e guardandomi negli occhi.
-Ti puoi scordare che io ti mandi lì dentro da sola, metti caso doveste dividervi. Se entriamo, entro con voi.
Quella sospirò frustrata, ma sembrò capire che discutere non sarebbe servito a niente: quell'estate le avevo promesso di ascoltarla e fare sempre a modo suo, ma finora non l'avevo mai fatto. E ovviamente non avrei iniziato oggi, se fossi rimasto fuori sarei morto d'ansia.
Lasciò andare la mia spalla e con un cenno del capo ci sollecitò a seguirla; cercammo di fare il meno rumore possibile e di tenerci bassi in quei pochi metri che ci separavano dall'ingresso della casa. Dovevo ammettere che senza una squadra di polizia, l'elemento sorpresa sarebbe stato molto più facilmente realizzabile.
Arrivati alla porta, la donna contò tre secondi esatti prima di buttarla giù, e ci ritrovammo davanti a due uomini disarmati rimasti senza parole e la giovanissima biondina legata ad una sedia e imbavagliata.
-Killian, pensa alla ragazza e portala al sicuro, noi ci occupiamo di quei due! E sta all'erta, non sappiamo se ce ne sono altri!- gridò Emma mentre quelli erano già in fuga verso il piano superiore.
Avrei voluto replicare ma nessuno dei due me ne diede il tempo, quindi accorsi a togliere il fazzoletto che impediva alla giovane di parlare, e la slegai per afferrarla subito per le spalle dato che sembrò essere sul punto di cadere in avanti.
-Tesoro, è tutto a posto adesso...- cercai di rassicurarla mentre lentamente la squadravo per assicurarmi che non fosse ferita: sembrava star bene, a parte i polsi rossi e graffiati a causa delle corde. Quella mi guardò, poi scoppiò in un pianto liberatorio che i suoi occhi mi fecero capire si era trattenuta quasi per un'intera settimana; la abbracciai e lasciai che lei abbracciasse me, nonostante fossi nervoso per Emma capivo che aveva bisogno di uno sfogo.
-Come stai? Ti hanno fatto qualcosa?
-No...- singhiozzò -Ma pensavo mi avrebbero uccisa. Volevano da mio padre cinque milioni di dollari, e se avesse pagato subito sarei già a casa a quest'ora!
-Tuo padre ti vuole bene, sapeva che se avesse pagato non avrebbero più avuto motivo di tenerti in vita. Per questo si è rivolto ad Emma, è la migliore detective in circolazione. Ora andiamo, ti porto alla macchina. Tieniti a me.
Quella annuì, e fortunatamente risultò abbastanza stabile da riuscire a camminare da sola. Cercai di essere il più veloce possibile, perché avevo tutta l'intenzione di tornare dentro a dare una mano se nel frattempo Emma e l'agente non avessero fatto ritorno.
-Amy, ascoltami, è molto importante... sono solo loro due o hanno dei complici?
-Non lo so...- borbottò, mentre la aiutavo a sistemarsi sui sedili posteriori, in modo che potesse mettersi più comoda -Ma credo di sì. Loro... sembravano solo due pazzi disperati in cerca di soldi.
Annuii, un po' più tranquillo: era proprio come avevamo immaginato, secondo le nostre ricerche Keller non aveva mai fatto parte della criminalità organizzata, e nonostante ora avesse un complice, i due dovevano aver agito solamente per sé stessi. Tuttavia, proprio perché erano fuori di testa, come il senatore avevamo convenuto che pagare la cifra sarebbe stato come dare l'ok all'omicidio della giovane.
Due spari improvvisi mi distolsero dai miei pensieri, e sbiancai. Emma.
Cercai di frenare in partenza tutti i scenari possibili che mi si presentarono davanti agli occhi, ma il terrore che Emma fosse stata colpita aveva preso il controllo della mia mente.
-Vai, non devi restare per forza con me. Starò bene, la polizia arriverà presto.
-Non... non posso lasciarti sola.
-Vai! Non sono una bambina, me la caverò. Davvero, vai.
Esitai solo un altro secondo, poi la ringraziai e corsi a perdifiato verso la casa, fermandomi soltanto una volta davanti alle scale: a irrompere come un pazzo scatenato non avrei ottenuto nulla di buono.
Quindi tolsi la sicura alla pistola e iniziai a salire lentamente, nella speranza che qualche scricchiolio della vecchia scalinata di legno non mi avrebbe tradito.
Arrivato su mi sporsi alla porta semiaperta e portai subito una mano davanti alla bocca. Johnson era a terra, e non avevo la minima idea se fosse solamente privo di sensi o morto.
Emma e Keller erano uno di fronte all'altra, e si puntavano le pistole contro: lei tuttavia teneva stretto anche il complice del criminale, ed al suo tentativo di dimenarsi la vidi rafforzargli la presa intorno al collo.
-Non ci provare nemmeno. E Keller, butta via quell'arma o faccio saltare la testa al tuo fratellino.
Boccheggiai in silenzio: in effetti i due si somigliavano, ma Emma era stata astuta da capire che fossero fratelli. Due fratelli pazzi e disperati in cerca di fortuna a quanto pare.
-Dovrei aver paura delle minacce di una ragazzina?- rise l'altro, avvicinandosi di un passo a lei -Lascialo andare, e potrei anche evitare ti farti scoppiare la testolina... ho il cuore tenero con le belle ragazze.
Invece di rispondere strinse ancora di più il più giovane: ammiravo da morire il suo sangue freddo, persino io andavo nel panico in certe occasioni, anche se non avevo mai lasciato il suo fianco.
-Non fare un altro passo, la ragazzina non scherza. E se avessi il cuore tenero non avresti rapito quella povera ragazza.
-Avevamo solo bisogno di un gruzzoletto per andarcene e rifarci una vita tesoro.
-Poi l'avreste uccisa. Vi ha visti in faccia entrambi, quindi non fare il furbo con me. Poi sareste partiti, e una volta sperperati i soldi, non vi sareste di certo messi a lavorare per guadagnarne altri.
Emma mi scoccò un'occhiata veloce per farmi capire che mi aveva visto, e continuò ad intrattenere il criminale mentre io cercavo di elaborare un piano il più velocemente possibile.
Quando vidi la trave di legno poggiata proprio accanto a me mi illuminai: era la soluzione perfetta.
Purtroppo nel momento in cui mi mossi, il fratello minore si accorse di me, quindi agii senza pensare e spalancai la porta colpendo l'altro in testa prima che potesse rendersi conto di ciò che stava succedendo. Nel momento stesso in cui crollò a terra, iniziammo a sentire le sirene della polizia e ci sorridemmo: ancora una volta era fatta, e anche Johnson si tirò su apparentemente illeso.
-Bel colpo Jones- si complimentò impressionato, guardando l'uomo a terra -Io mi occupo di lui, voi occupatevi di Keller Jr.
-Certo. Junior non si perdonerà mai di essersi fatto battere da una ragazza, eh?- lo prese in giro quella, mentre la aiutavo a tenerlo fermo perché lo ammanettasse -Comunque Johnson non farmi venire mai più colpi del genere!
-Scusa Swan, ma tranquilla che ho la testa dura.
-Per fortuna. E tu Jones... mi fai incazzare perché fai sempre di testa tua, ma... Sei stato grande!
Ci battemmo il cinque e scoppiammo a ridere, sotto lo sguardo incredulo dell'uomo ammanettato che aveva fatto l'errore di sottovalutare Emma Swan.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now