Final Act (Part 1)

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EMMA POV

Solo il pensiero che il sangue freddo mi avrebbe aiutata a riabbracciare Killian mi spingeva a guidare con prudenza e non superare eccessivamente il limite di velocità. Alla fine, non era stato un totale idiota. Certo, era stato imprudente, ma aveva deciso di non escludermi. Aveva previsto che, in fondo, il mio aiuto avrebbe potuto fargli comodo e ciò voleva dire davvero tanto per me. Chiaramente capivo i suoi motivi, capivo che per una volta avrebbe voluto essere lui a proteggere me, ma ero altrettanto contenta che mi conoscesse abbastanza bene da sapere che non me ne sarei di certo stata con le mani in mano. Era davvero l'uomo giusto, tra noi c'era un rapporto completamente equo e non c'era nient'altro che desiderassi di più. Io avrei fatto di tutto per lui, lui avrebbe fatto di tutto per me, ma alla fine era insieme che eravamo più forti. E ne eravamo consapevoli. Lui aveva fatto quel che poteva, ne ero certa, ma adesso era il mio turno di entrare in azione. L'idea di perderlo neanche riusciva a sfiorarmi, perché sapevo di essere disposta a tutto pur di riaverlo accanto sano e salvo.
Diedi un'occhiata allo specchietto retrovisore per controllare se ci fosse qualche macchina sospetta, ma sembrava che l'FBI avesse deciso di seguirmi da lontano. Perché era ovvio mi avrebbero seguita, lo sapevo bene e ne ero contenta. L'aiuto dei due uomini mi sarebbe senz'altro tornato utile, ma era più sicuro muovermi da sola in modo che Brennan potesse rintracciarmi con meno facilità. L'unica cosa che speravo, ma di cui non potevo essere sicura, era che Anna, Elsa e Ruby sarebbero rimaste da parte, al sicuro. Ruby era poco lucida al momento, Anna sempre impulsiva, quindi confidavo in Elsa, Kristen e Ester per tenerle a bada. Meno eravamo e meglio era, avere troppe vite a rischio avrebbe aiutato. Ora dovevo pensare soltanto ai due fratelli, ed essendo il rapitore loro padre, volevo credere che se le cose si fossero complicate, non sarebbe arrivato a tentare di ucciderli. Era un mostro, ma pur sempre un padre. Non volevo sparargli. Killian non me l'avrebbe mai fatto pesare, ma anche lui aveva un lato fragile. Come un qualsiasi uomo non l'avrebbe ammesso, ma avrebbe sicuramente sofferto e non volevo.
Così come suo padre era un padre, lui era un figlio. Un figlio con un solo genitore ancora in vita, e io sapevo bene come fosse non avere nessuno. Avrei preferito avere un padre crudele ma con un briciolo di umanità e affetto per me, piuttosto che non averne uno.
Tuttavia, Killian e Liam erano la mia priorità. Avrei fatto quel che andava fatto. Non ero in forma, la testa mi scoppiava da impazzire, ma l'unica cosa che volevo era chiudere la questione una volta per tutte.
Avevo perfino voglia fare quella chiacchierata con Killian riguardo ai bambini. Concentrarmi sulla normalità, sulla vita di tutti i giorni. Iniziare a pianificare la nostra vita di coppia.

1 mese prima

-Congratulazioni, figliolo! Siamo così fieri di te!- esclamò la donna, correndo verso il figlio appena promosso ad Agente Speciale per abbracciarlo.
Il giovane rimase fermo, sorpreso se non addirittura scioccato dalla presenza dei suoi genitori. Era passato un anno da quando li aveva rivisti per la prima volta, dopo che l'avevano dovuto abbandonare insieme a sua sorella. Un anno durante il quale non si erano mai fatti sentire, un anno durante il quale non avevano mai risposto ai suoi messaggi, alle sue domande. E ora, come se niente fosse, comparivano per congratularsi con lui. Come si aspettavano che reagisse? Doveva scoppiare a piangere e ricambiare l'abbraccio? E poi, dopo una cena, dirgli di nuovo addio senza sapere quando li avrebbe rivisti di nuovo?
-Mamma. Papà. Cosa ci fate qui?- chiese quindi, restando impassibile. Non avrebbe tollerato una risposta vaga: adesso era un agente speciale anche lui e voleva solo la verità.
-Possiamo spiegarti, Danny...- fece suo padre -Capiamo. Capiamo che per te tutto ciò non ha senso, ma siamo tornati per restare. Questa volta davvero.
-Oh, co... cosa? E...
-E abbiamo intenzione di spiegarti tutto. Accetta di venire a festeggiare stasera nella nostra nuova casa e saprai ogni cosa... ovviamente sei il benvenuto anche per restare a dormire, sei il nostro bambino...- sussurrò la madre, lasciando trapelare alcune lacrime.
Lui annuì. Sapeva cosa lo aspettava? No. Era certo di potersi fidare? No. Ma Ginni e James avevano fatto un passo avanti, gli avevano teso una mano, e lui aveva deciso di accoglierla. Per questo annuì e li abbracciò, proprio come aveva sognato di fare fin da quando era piccolo. Come non era riuscito a fare un anno prima, troppo frustrato per le poche informazioni vaghe che gli avevano fornito dopo aver aspettato ben 24 lunghi anni per farsi sentire.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now