Don't cry, hate me

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EMMA POV

-Ti rendi conto che ho lasciato lì Liam senza neanche salutarlo per seguirti, Emma?! Almeno fermati e ascoltami!- esclamò Ruby per l'ennesima volta, dopo i numerosi tentativi di farsi ascoltare che aveva già fatto in macchina. Non le avevo detto niente quando si era intrufolata nella mia auto, ma neanche quando aveva iniziato a riempirmi di domande. Era inutile che le spiegassi il motivo della mia decisione, non avrebbe capito... non avrebbe potuto. Lei aveva visto sempre il meglio in me, era sempre stata positiva e mi aveva spinta ad andare avanti anche nei miei momenti più difficili... ma a questo punto, non sarei più riuscita a crederle. Non c'era una persona a cui volevo bene che non si fosse fatta del male per colpa mia, perfino lei. Se non fosse stata forte, la paura che aveva provato per Liam avrebbe potuto farle perdere il bambino.
-Eccoci qua...- borbottai dopo aver parcheggiato, e senza tante cerimonie scesi dalla macchina per dirigermi subito al portone. La mia amica fu costretta a seguirmi quasi di corsa e proprio per questo non presi le scale: non era il caso che si stancasse o si sentisse male.
-Emma...
-Ruby, per favore...- sospirai, trovando difficile ignorarla in quella scatola mobile -Non c'è niente che tu possa dire per farmi cambiare idea.
-Allora perché mi hai lasciata venire con te?
-Perché altrimenti avresti preso un taxi. E perché voglio salutarti come si deve...- borbottai, ma prima che potesse replicare le porte si aprirono. E l'istinto mi tradì, anche se solo per un secondo. Il primo passo lo feci verso la porta di casa di Killian. Tuttavia cambiai subito direzione, non era il momento dei sentimentalismi: per lasciarmi tutto alle spalle dovevo essere forte, non dovevo lasciare che le lacrime scalfissero quel muro che stavo cercando di ricostruire e rinforzare ancor più di prima. Dovevo diventare una roccia.
Entrata in casa, nel guardarmi intorno feci il possibile per eliminare dalla mente ogni dettaglio che mi faceva pensare a lui. La maglia di Superman di cui mi ero impossessata ormai da mesi gettata sul divano, la sua camicia lì accanto... entrambe lasciate lì, prima di correre in camera a fare l'amore, ridendo cercando di non ammazzarci per via delle luci spente. La busta vuota ti patatine alla cipolla che avevamo mangiato insieme, anche se piacevano soltanto a lui. Fu il vaso col fiore ormai appassito del nostro appuntamento a farmi venire il magone, però. Quella bellissima rosa rossa che mi aveva fatta sentire speciale.
-Emma... non andare.
-Non posso- sussurrai con voce rotta -Ti prego non dire niente perché se inizio a piangere non smetto più. Per favore Ruby, non ti chiedo di capirmi, solo di... accettarlo.
-Ma stai sbagliando... e poi... poi ho bisogno di te...- sussurrò, poggiandosi una mano sulla pancia. Quello era decisamente un colpo basso, ma sia io che lei sapevamo che ce l'avrebbe fatta: aveva Liam, non era sola. Le sarebbe stato accanto e probabilmente si sarebbe trasferito nel suo appartamento... o lei da lui, dato che probabilmente non avrebbe abbandonato il fratello minore prima che questo si fosse ripreso completamente. Quanto ci sarebbe voluto? Un mese? Due? O di più? Mi sarei informata, ovviamente, non sarei riuscita a partire senza sapere cosa lo aspettava. O senza dargli un ultimo bacio prima che si svegliasse.
-Sono meno di 6 mesi, Ruby... tornerò. Mio fratello può aiutarmi a farmi assegnare un posto alla sede di New York. Questo... questo non è un addio...- la rassicurai, cercando di sorridere. Dopotutto, sarei tornata a casa. La mia vita sarebbe stata più frenetica, ma sarei sicuramente stata inserita nell'unità anticrimine investigativa, non mi avrebbero di certo mandata in qualche cellula orientale. L'unico addio sarebbe stato quello alla mia relazione e per farlo capire al mio uomo non potevo fare altro che allontanarmi. Se fossi rimasta, non avrei avuto le forze di lasciarlo. Anche solo se l'avessi salutato, per questo avrei dovuto andarmene prima che si svegliasse. Avrebbe sofferto, sì. E probabilmente mi avrebbe anche odiata per averlo abbandonato in un momento del genere, ma era meglio così. L'odio nei miei confronti l'avrebbe aiutato a superare il distacco.
-A questo punto, immagino sia superfluo dire o fare qualsiasi cosa... vero?
-Vero...- sussurrai, guardandola negli occhi -Ti scriverò tutti i giorni, te lo prometto. Non è come uno di quei programmi televisivi in cui ti ritirano tutto...
-Mi mancherai lo stesso- fece scuotendo la testa, poi mi abbracciò. O la abbracciai prima io... era irrilevante. Anche a me sarebbe mancata ma, in quel momento, avevo bisogno di fare ciò che avevo deciso. Se fossi rimasta non sarei riuscita ad essere serena, pur sapendo che Killian aveva bisogno di me. Ma ce l'avrebbe fatta ugualmente, aveva bisogno di farcela senza di me.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now