Open to love closed to hidden threats

784 28 5
                                    

Uhm, nel capitolo ci sono un paio di scene... non dico troppo esplicite, ma diciamo da rating arancione. Io per sicurezza avverto...

EMMA POV

Per la prima volta il mio corpo fu completamente avvolto dalle fiamme, e ogni bacio sulla pelle era un brivido violento.
Era ormai fermo con le labbra all'altezza della mia clavicola, alla quale si stava dedicando particolarmente: non potei che chiedermi cosa avrei fatto più tardi, se già ora ero così dannatamente eccitata.
Quando strinsi le unghie nelle sue spalle, l'uomo gemette, ma non si distrasse e continuò ancora a baciarmi, portando la mano buona a sganciarmi il reggiseno con decisione; dio, com'era possibile tanta agilità in un gesto che spesso gli uomini faticavano a compiere anche con due mani? Come faceva ad essere così dannatamente perfetto in ogni cosa che faceva? Ma soprattutto, come diavolo facevo io a non avere il minimo ricordo della notte di capodanno?!
In ogni caso non tardai ad assecondarlo, e abbassai le braccia lasciando scivolare l'indumento da solo; e poi il respiro mi si mozzò improvvisamente quando le labbra frenetiche dell'uomo si spostarono sul seno, tanto che fui costretta a stringere le gambe con più forza attorno alla sua vita per non scivolare indietro.
E quando mi catturò un capezzolo tra le labbra per accarezzarlo con la lingua, mi ritenni fortunata ad essere tornata con le braccia attorno al suo collo.
Gemetti gettando la testa indietro, e il fatto che il cavallo dei suoi pantaloni spingesse tra le mie gambe, non aiutava affatto.
Il mio corpo era pervaso da tremiti mai provati prima, emozioni estremamente intense, e se da una parte desideravo porre fine a quel tormento, dall'altra speravo non finisse mai.
-E'... è troppo? Stai bene?- sussurrò d'un tratto, ma troppo scossa per rispondere mi limitai a spingergli di nuovo la testa contro il mio seno, e stavolta fu il capezzolo sinistro a essere torturato.
Proprio quando iniziai ad abituarmi al contatto, le labbra tornarono a scivolare verso il basso, soffermandosi sull'ombelico che stuzzicò con la lingua: ebbi quasi paura dell'eccitazione che sembrava incapace di smettere di intensificarsi ogni secondo che passava. Con tutto quell'affanno, era un vero miracolo che riuscissi ancora a respirare.
-Emma vuoi... vuoi che ci spostiamo?- domandò, posando la mano sulla cerniera dei miei jeans.
-No... non mi importa di... dove lo facciamo.- sussurrai a fatica, carica di desiderio -Sono mesi che rimandiamo questo momento...- gli ricordai, guardandolo negli occhi: ed era proprio così. L'avevamo voluto quella volta a casa sua. L'avevamo voluto nel nostro inconscio ogni volta che i nostri corpi reagivano l'uno all'altro, pur convinti che quel magnetismo non volesse dire niente. L'avevamo voluto dopo capodanno, per provare ciò che non potevamo ricordare.
Non volevo una stanza da letto illuminata da candele e cosparsa di petali di rosa: volevo solo lui.
-Sei una tentazione troppo forte Emma Swan, non so come ho fatto a resisterti fino ad ora- pronunciò colmo di lussuria, e con un unico gesto deciso sbottonò il pantalone e abbassò la cerniera, per poi tornare aggressivo sulle mie labbra, mentre la mano si insinuava nei miei slip.
La mia schiena reagì tempestivamente curvandosi, e gemetti forte sulle sue labbra che invece non smisero di baciare le mie.
Nell'attimo esatto in cui mi penetrò con un dito, gemetti tanto forte da udirmi io stessa: nel mio corpo era scoppiato un incendio, e quando ci si trova tra le fiamme senza avere via d'uscita, si grida.
Forse in quel caso però ero masochista, perché il mio grido non era una richiesta d'aiuto: era la richiesta di averne di più.
E lui lo capì.
Capì e inserì un secondo dito, quindi tornai vorace sulle sue labbra, per sfogarmi su di esse: le baciai affamata fino a morderle con forza, senza fermarmi neanche quando sentii il sapore metallico del sangue.
E proprio in quel momento, quando percepii che mancasse davvero poco perché esplodessi di piacere, la porta d'ingresso cigolò: mentre io mi feci sfuggire un mezzo grido per un misto di sorpresa e disapprovazione, l'uomo tirò con forza il copridivano.
E gliene fui eternamente grata: quando tutti gli altri entrarono, fu l'unico indumento che copriva i nostri corpi per metà nudi.
-Scusate, c'era un po' di fi...la- furono le uniche parole che echeggiarono nella stanza, prima che questa piombasse in un silenzio totale.
Nessuno osò aprire bocca, ci limitammo solamente a guardarci: col caldo che sentivo, ero pronta a scommettere che il mio volto si stesse mimetizzando col rosso del copridivano.
Se fossimo più sconvolti noi o le cinque persone davanti alla porta d'ingresso, non seppi dirlo, ma di una cosa ero certa: se fosse stato possibile, mi sarei scavata una fossa da cui non sarei mai riemersa, nemmeno sotto tortura.
Lanciai una rapida occhiata a Killian, anch'egli incapace di muoversi con lo sguardo fisso sui nostri spettatori, e le braccia a tenere saldamente quella coperta improvvisata.
-A quanto pare non abbastanza.- concluse Liam, con un'espressione estremamente divertita: e io desiderai ancor più di sprofondare. Vidi Killian aprire la bocca per controbattere, ma non ne uscì il minimo suono, quindi la richiuse.
-Bene, noi... ci spostiamo in cucina. A preparare la tavola.- prese la parola Ester, facendo cenno agli altri di seguirla. Grazie al cielo.
-Io vado a farmi una doccia...- borbottai, distogliendo lo sguardo da Regina che continuava a mettermi in soggezione col suo sopracciglio alzato.
-Anch'io. Nell'altro bagno intendo.
Mi scoccò un'occhiata a mo' di di scusa, e lasciò il copridivano a me, dato che alla fine lui era abbastanza coperto.
A testa bassa ci avviammo verso le rispettive stanze, uno dietro l'altro, ma proprio quando feci per varcare la soglia del bagno, mi sentii tirare per un braccio, e in men che non si dica mi ritrovai contro la porta della camera di Killian, immobilizzata dal suo corpo.
-Voglio almeno una doccia insieme...- sussurrò suadente guardandomi negli occhi, ed io riuscii a fare solo una cosa: lasciai scivolare la coperta a terra, per poi portare le mani ai suoi jeans. Per quanto assurdo potesse sembrare, la parte peggiore di quell'interruzione era stato il doverci fermare proprio nel momento meno opportuno.
-In un certo senso è eccitante farlo di nascosto...- gli feci notare mentre gli tiravo giù i pantaloni, di cui infine si liberò con un calcio.
-Già... ma non faremo l'amore Swan, non ora.
-Cosa?!
Stentai a credere alle mie orecchie, non poteva dire sul serio: non poteva avermi praticamente slogato una spalla e sbattuta alla porta solo per fare una doccia in cui non mi era permesso toccarlo.
Al suo ghigno divertito non riuscii a trattenermi dallo schiaffeggiai la guancia, ma nonostante il lieve lamento che emise, il suo sorriso rimase intatto.
-Amo quando fai la violenta Swan, ma non riuscirai a convincermi- iniziò -L'unico motivo per cui ora resisterò dal saltarti addosso, è perché questa notte mi dedicherò a te con tutta calma... e allora mi ringrazierai, sarà tutto perfetto, come meriti che sia.
-Ma Killian...- lo fermai, ora più dolcemente -Non mi interessa la perfezione. Io voglio la spontaneità, e sono certa che sarai d'accordo con me...
Posai le labbra sulle sue senza baciarle, ma semplicemente le accarezzai. Era tenero il suo voler essere perfetto per me, nessuno si era mai sforzato tanto solo per farmi piacere... ma era quello il punto. Killian non aveva bisogno di dimostrarmi nulla, il semplice fatto che tenesse a me così tanto, rendeva già tutto perfetto. Lui era perfetto, ed ero felice di essermene finalmente resa conto; non avrei mai smesso di volergli bene come ad un amico, ma ormai era sempre più chiaro che a legarci ci fosse qualcosa di più. Non ero in grado di dare una definizione precisa a ciò che provavo, ma mi sentivo sicura: in me c'era una sicurezza che pensavo non sarei più stata in grado di provare dopo la delusione con Walsh... ma solo ora mi rendevo conto che con Killian l'avevo sempre avuta.
Non avevo paura di fidarmi, di espormi, di condividere ogni parte della mia vita... semplicemente, mi sentivo sicura. Di tutto. Di lui.
Il mio cuore batteva più forte di quanto non avessi mai fatto, e il ritmo sembrava accelerare ad ogni sua carezza prima sul collo, poi dietro la schiena.
-Oh Swan, non ti merito... sono una brutta persona, perché adesso dovrei resistere e lasciarti riposare. Ma non ci riesco...- sussurrò sulle mie labbra, quando mi fece scivolare gli slip lungo le gambe.
-Lo sono anch'io, perché sei tu quello che non dorme da quaranta ore... ma non ce la faccio a lasciarti andare.- dissi, lasciando completamente nudo anche lui: solo dopo averlo studiato da capo a piedi, con un cipiglio interessato e malizioso, gli baciai le labbra e lo condussi in bagno, direttamente nella doccia. Aveva decisamente un gran bel fisico.
Poi, insieme al getto d'acqua, partirono anche i nostri corpi.
Braccia e mani ovunque, brividi su ogni centimetro di pelle, l'eccitazione che cresceva, senza sosta. Il suo corpo premuto contro il mio, come se fossimo in procinto di fonderci l'uno con l'altra.
E allora lo fece. Senza preavviso. Portò la mano dietro la mia schiena, le labbra sulle mie, e si spinse dentro di me. Con delicatezza e decisione, in una maniera tale da farmi dimenticare di trovarmi sulla Terra.
Fu un piacere diverso, nuovo, così intenso da sembrare surreale; entrambi sembrammo cercare di prendere fiato dall'altro, per poi tornare poi a baciarci nel tentativo di soffocare i gemiti.
Ma quando iniziò a muoversi dentro di me, trattenersi divenne impossibile; il mio bacino rispose in totale sintonia ai suoi movimenti decisi, e continuando a gemere senza sosta buttai la testa indietro, lasciando che sfogasse i suoi baci sul mio collo.
Le spinte iniziarono a farsi sempre più potenti e profonde man mano che si susseguivano, e a giudicare dai suoi ansimi, nessuno di noi si sarebbe trattenuto ancora a lungo.
Per prepararmi, quindi, arretrai quel che bastò per poggiarmi contro la parete, e affondai le dita nella sua pelle calda, bagnata dal getto d'acqua ancora che lavava via le ultime incertezze.
Poi il paradiso. Se e quanto forte urlai non seppi dirlo, ma il piacere che derivò da quell'orgasmo fu così intenso da far vibrare tutto il mio corpo.
Non fu come me l'ero immaginato, fu ancora meglio, superiore ad ogni mia aspettativa. E non si esaurì subito, durò a lungo, abbastanza a lungo da obbligarmi a stringermi forte a lui, o le mie gambe tremanti avrebbero ceduto.
Passarono attimi infiniti prima che le mie orecchie tornassero ad udire gli ansimi ancora affannosi di entrambi, ma non appena mi sentii abbastanza lucida lo baciai per un po', per allungare quello splendido momento.
E trascorsero ancora molti istanti prima che i nostri sguardi si incrociassero, ma il suo era così radioso che potei esser certa il mio lo fosse altrettanto.
-Te l'avevo detto che non serviva un momento perfetto...
-E come sempre hai ragione tu, Swan- sorrise, posandomi un bacio a stampo.
-Lo so. E ora finiamo questa doccia o si insospettiranno e... non è il caso- gli ricordai: non avevo la minima voglia di ricalcare la figuraccia di poco prima.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now