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EMMA POV

Il primo tentativo di aprire gli occhi andò male e li strinsi immediatamente: troppa luce.
Poi, però, percepii una fonte di calore molto più piacevole sotto la mia testa. Non era un cuscino. Così come la mano che ritmicamente mi accarezzava i capelli, non era quella di Mulan o di mio fratello.
-Killian...- borbottai, allungando la mia per afferrargliela. Fa che non sia solo un bel sogno, pensai, mentre cercavo di ricostruire le immagini di poco prima.
Killian davanti alla porta... io che mi gettavo tra le sue braccia. E poi il bacio che mi aveva riempita di ossigeno. Con la mano libera mi sfiorai leggermente le labbra, per cercare anche solo un segno dell'accaduto. No, no, no. Non potevo aver sognato...
-Emma, tesoro. Sono io, sono qui. Mi senti? Come stai?
-Sei qui davvero. Non sto sognando.
-Va tutto bene amore mio, non stai sognando...- confermò, e stavolta riuscii ad intravedere il suo sorriso con gli occhi socchiusi, che lentamente ricominciavano ad adattarsi alla luce. Così come la nebbia che mi offuscava la mente lentamente si dissolveva, lasciando spazio a quelle emozioni che qualche minuto prima avevano preso il sopravvento. L'unica cosa che riuscii a fare fu scoppiare in lacrime e tirarmi su ignorando tutte le sue proteste, per poi stringere forte l'uomo della mia vita e aggrapparmi disperatamente a lui. Mi era mancato come l'aria e, tra lacrime e singhiozzi, non capii come avessi fatto a sopravvivere così tanto tempo senza di lui. Soprattutto, con la decisione di non tornare mai più a stringerlo, a baciarlo, ad averlo tutto per me.
Mentre lui, nella sua stretta, mi sussurrava parole di conforto che non riuscivo a sentire e mi riempiva la fronte di baci, sollevai la testa per riempire lui, di baci.
Bocca, naso, guance, fronte, mento... baciai tutto il suo viso senza perdere tempo a pensare, fino a che non mi ci ritrovai sdraiata sopra. Mi guardava divertito, felice e sconvolto allo stesso tempo, probabilmente non si era aspettato tutta quella foga. E neanch'io.
Dopo esserci guardati negli occhi per qualche secondo, scoppiammo a ridere nello stesso istante, e dopo avergli stampato un altro bacio sulle labbra rotolai di fianco, afferrandogli la mano e continuando a ridere a crepapelle.
Mi sentivo così leggera che se fosse stato possibile avrei spiccato il volo, ma anche piena. Quel senso di vuoto che aveva caratterizzato le mie ultime settimane si era totalmente colmato e si era trasformato in pura felicità. Una felicità che ancora una volta lui mi aveva dato e io non avevo fatto niente per guadagnarmi. L'avevo abbandonato in uno dei peggiori momenti della sua vita, l'avevo lasciato solo e non mi ero fatta sentire, scrivendogli quella stupida lettera piena di bugie. E poi l'avevo tradito.
Invece, ancora una volta, era stato lui a lottare per me quando avrebbe dovuto essere il contrario. Io avrei dovuto presentarmi alla sua porta, implorarlo di perdonarmi e promettergli che avrei fatto qualunque cosa per dimostrargli che valeva ancora la pena avermi nella sua vita. Io avevo fatto soffrire lui e, ancora una volta, lui aveva posto rimedio ai miei errori. Dopo tutto quel tempo senza sentirmi non aveva mai smesso di lottare per noi e io avevo avuto bisogno di una gravidanza – seppur falsa – per rendermi conto di cosa volessi.
Lo meritavo, un uomo del genere? La meritavo tutta quella felicità incontenibile? E poi, se avesse saputo la verità, mi avrebbe ancora voluta? Al solo pensiero non riuscii a trattenere un'ulteriore crisi di pianto, rendendomi conto del mostro che ero. Lui non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, non mi avrebbe mai tradita per nessun motivo al mondo. Era stato un errore, un istante che per me non contava niente, non avevo provato nulla, eppure... eppure era sbagliato. Era sbagliato perché lui non l'avrebbe mai fatto a me, maledizione. Non era perfetto, come tutti gli esseri umani aveva i suoi difetti, ma mi amava incondizionatamente e neanche sotto tortura avrebbe fatto qualcosa che avrebbe potuto ferirmi.
-Emma... Emma, stai male? Cosa succede!
-Non ti merito!- singhiozzai -Sei stato di nuovo tu a batterti per noi, mentre io... mentre io ti ho... ti ho...- tradito. Non riuscivo neanche a pronunciarla quella parola, al solo pensiero mi faceva male il cuore.
-Swan.- fece con voce ferma, sollevandomi delicatamente per le braccia per potermi guardare negli occhi -Non mi importa, ok? Non mi importa cos'hai fatto. Mi hai... fatto soffrire, non lo negherò, ma non mi hai preso in giro. Sei stata chiara... mi hai chiesto di lasciar perdere. Se non ci sono riuscito e non ho voluto, la colpa è solo mia. Siamo diversi sotto questo punto di vista. Tu scappi, io ti rincorro... e poi, stavi per tornare.
-Sì, ma...- sussurrai, incantata dal suo sguardo penetrante e il suo indice che asciugava lentamente le lacrime che ancora scivolavano sulla mia guancia destra.
-Sh... niente ma. Quel che è stato è stato. Ti propongo una cosa...
-Cosa.
-Di lasciarci questo mese alle spalle. Di non incolparci a vicenda per ciò che è successo mentre siamo stati lontani... abbiamo entrambi commesso degli errori, ma non c'è bisogno di parlarne. Concentriamoci sui veri problemi tra di noi. Riprendiamo da dove avevamo lasciato Swan, riproviamoci... Io... non riesco a essere felice senza di te. Non ce la faccio.
-Neanch'io...- sussurrai, guardandolo dritto nelle sue pozze azzurre.
Lasciarci tutto alle spalle. Lasciarci l'ultimo mese alle spalle... l'avrebbe pensata ugualmente se avesse saputo cosa avevo fatto? Eppure, più lo guardavo e più mi convincevo che mi avrebbe perdonato qualsiasi cosa... allora, perché farlo soffrire inutilmente? Perché rivelargli quell'errore stupido quanto insignificante? Non c'era bisogno che sapesse ed io, prima o poi, mi sarei perdonata.
-Va bene.- decisi quindi -Anche se non ho idea di come tu faccia a non odiarmi...
-Io non potrei mai odiarti. Io ti amo.
E dopo un bellissimo sorriso a 32 denti che contagiò anche me, tornò sulle mie labbra... e finalmente mi lasciai andare, questa volta per davvero. Senza più rimpianti, senza ripensamenti. Solo amore, e la felicità di saperlo di nuovo mio. Nonostante quello che aveva detto, non lo meritavo... ma mi sarei impegnata perché questo succedesse.
-Anch'io ti amo- sussurrai tra un bacio e l'altro -E se non fossi arrivato, mi avresti trovata domani stesso ad implorarti di riprendermi.
-Non avresti avuto bisogno di implorarmi- sorrise ancora, poggiandomi le dita sotto il mento: non ero più abituata a quelli sguardi... quegli occhi. Troppo perfetti per essere veri, così come lo era lui.
In risposta lo strinsi di nuovo a me, pensando che questa volta sarebbe stato per sempre. E per la prima volta, il per sempre non mi spaventò neanche un po'.
-Che dici... se ti senti bene, facciamo rientrare quei due? Non so neanche quando, ma sembra ci abbiano concesso un po' di privacy...
-Sì... giusto- annuii -Sto bene. È che avevo accumulato così tanta tensione che lasciarla andare tutta in una volta è stato... intenso. Ieri credevo anche di essere incinta e...
-Wooo!- mi bloccò, con gli occhi quasi fuori dalle orbite -Tu cosa? Che storia è questa? Credevi di essere incinta? Abbiamo sempre usato precauzioni, mi pare...
-No, le ultime volte avevo finito la pillola. Ti spiegherò con calma ma... non aspetto bambini... per ora.
-Cosa?
Mi limitai a sorridergli, ma non era quello il momento per discutere seriamente del nostro futuro, quindi mi alzai ed andai ad aprire la porta. Will e Mulan, poggiati contro il corridoio di fronte, si voltarono subito verso di me, per poi entrare.
-Tutto a posto, Emma?
-Sì... nulla che non si possa risolvere con un po' di zuccheri.
-Siete stati veloci a risolvere le cose...- notò Mulan, accennando alle nostre mani che non avevano perso tempo prima di intrecciarsi di nuovo. Io mi limitai a scrollare le spalle e sorridere, per ricordarmi solo dopo di non aver fatto ancora le presentazioni. In realtà non avevo fatto proprio niente: mi ero limitata a svenire tra le braccia di Killian per poi dedicarmi completamente a lui dimenticandomi di tutto il resto del mondo.
-Comunque... lui è Killian, lei è Mulan... la mia nuova amica e compagna di stanza- aggiunsi rivolta a Killian, che lasciò la mia mano per porgerla alla ragazza. Lei la strinse, squadrandolo da capo a piedi. Al che lui rimase leggermente imbarazzato, e io ridacchiai piano: quella ragazza era in grado di mettere a disagio chiunque con un semplice sguardo.
-Emma mi ha parlato decisamente bene di te... quindi vedi di meritartela, sta sprecando una grande occasione.
-Io non le chiedo di farlo, sul serio. Emma... potresti finire l'addestramento- fece poi voltandosi verso di me, con aria completamente sincera. Tuttavia non ebbi neanche bisogno di rifletterci.
-No, no... ero venuta qui solo per allontanarmi... Voglio tornare con te.- gli assicurai.
Lui annuì, allungandosi per darmi un ennesimo bacio sulle labbra. Notando la sua mobilità, mi resi conto che Will non aveva esagerato sul suo ottimo miglioramento solo per farmi sentire meno in colpa. Non zoppicava, non si curvava... niente di niente. Però gli ero saltata addosso, e solo ora realizzai quanto avrebbe potuto essere pericoloso. Mi portai le mani alla bocca, certa di avergli almeno fatto male.
-Emma, che...
-La tua schiena. Ti ho fatto male prima? Mi dispiace, io non ho riflettuto e...
-Shh, Swan, la smetti di cercare motivi per incolparti o per convincerti che non mi meriti? Sono guarito... non ho tempo per la fisioterapia ma sono certo che i dolori residui puoi curarmeli tu con qualche bel massaggio...- ammiccò, scatenando le risatine di Mulan, mentre Will si schiarì la voce.
-Potreste, che so, parlarne in privato?
-Già- aggiunse la ragazza -Non vorrete traumatizzare il piccolino!
Quello le rispose con un'occhiataccia, e stavolta a ridere fummo io e Killian. Non dovetti neanche chiederglielo, dal suo sguardo capii che anche lui aveva visto le scintille tra i due, le stesse che c'erano state tra di noi. Ero sempre più certa che la tanto desiderata donna giusta di mio fratello era proprio davanti a lui, e presto o tardi se ne sarebbero entrami resi conto.
-Adesso è ora di portarvi a casa...- fece poi, rivolto a noi -O volete tornare a New York?
-Beh... se a Killian non dispiace vorrei vedere la tua casa...
-Tutto quello che vuoi, Swan. Posto per due ne ha, me l'ha detto prima in macchina...
Cosa? Prima? E... in macchina? Cosa diavolo stava dicendo? Questo voleva dire che Will...
-Tu. Sapevi tutto.- feci confusa, guardando mio fratello negli occhi. Perché diavolo non me l'aveva detto? Perché non aveva evitato tutta quella messinscena se sapeva che Killian stava venendo a prendermi? Oppure poteva dire a lui di restare a casa ad aspettarmi, dato che poco più di un mese prima aveva rischiato di morire o di rimanere paralizzato. Non gli avrebbe di certo fatto male passare un altro paio di giorni a riposo.
-Colpevole. Mi dispiace ragazzi, non volevo rovinarvi la sorpresa...
-Dai, non prendertela tesoro... non lo sapevo neanch'io ma è stato meglio così alla fine.
-Decisamente- intervenne Mulan -E' stata una bella scenetta, peccato non aver avuto i pop corn! Forza, andiamo così posso salutarvi che tra un quarto d'ora ho lezione!
-Mi mancherai!- esclamai, per poi abbracciarla a tradimento prima che potesse sottrarsi. E mi sarebbe mancata davvero, era una persona fantastica. Probabilmente era solo merito suo se ero riuscita a sopravvivere lì per un mese senza impazzire. Era sempre stata di sostegno, anche solo tenendomi concentrata sul nostro lavoro.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now