EMMA POV
Sorseggiai il mio caffé con calma: quella mattina niente cioccolata calda. Con Jones, inaspettatamente, avevamo fatto le ore piccole; avevamo mangiato e bevuto fino alle 2 del mattino, per rincasare quasi alle 3. Non era stato male in effetti, ci eravamo divertiti e avevamo scherzato, e il tempo era volato senza che ce ne rendessimo conto.
Non avevo smesso di considerarlo un gran pervertito, perché sotto l'effetto dell'alcol aveva continuato a farmi notare quanto quei pantaloni attillati facessero risaltare il mio "bel culetto" come l'aveva definito. Forse, se non fossi stata abbastanza brilla anch'io, sarei riuscita a centrargli la faccia con un gancio destro... ma a parte questo, era stato piacevole: io gli avevo raccontato alcuni dei miei casi più avventurosi, lui aveva raccontato a me della sua collaborazione con la polizia di Los Angeles per la stesura di alcuni romanzi. Non ci eravamo inoltrati sul personale, ed ero felice che fosse stato tutto così leggero: non gliel'avrei detto, ma quella serata mi aveva fatto bene.
E molto bene, nonostante mi sentissi ancora una morta di sonno pur essendo le 11 passate.
-Buongiorno Emma... alla fine sei tornata allora!
Feci un salto e per poco non rovesciai la tazzina di caffè sul divano: cosa ci faceva Ruby in casa?
-Mi hanno spostato il turno a stasera- rispose alla mia domanda tacita e venne a sedermisi accanto -Allora, com'è stato uscire con Killian Jones?
-Eravamo fuori per un caso, Ruby. Non per divertirci.
-No? Mi ha inviato la foto che vi siete fatti... tra parentesi, siete davvero carini!
-Lui ha fatto cosa?! Si è inventato tutto, ok? Abbiamo fatto finta di farci degli autoscatti in modo da riprendere il tipo dietro... poi ce ne siamo fatta una, tanto per.
-Sei tornata tardi però...
Sospirai rassegnata: non c'era proprio verso di nascondere le cose a Ruby, e a maggior ragione se Killian aveva il suo numero e la teneva aggiornata sui miei spostamenti. Dovevo ricordarmi di dirgli di farsi gli affari suoi la prossima volta che l'avessi visto.
Non potendo scappare, raccontai alla mia amica la nostra "avventura" dall'inizio alla fine: dall'appostamento in auto, alla decisione di goderci il cibo del locale che si era rivelato ottimo.
Cercai di evitare di dirle che ci eravamo andati pesante con la sangria, ma ci arrivò da sola e io non riuscii a negare: ovviamente mi rimproverò per aver guidato in quello stato, perché pur avendo due soli anni più di me a volte amava assumere il ruolo della sorella maggiore. Tuttavia la rassicurai del fatto che non avrei guidato se non fossi stata assolutamente certa di riuscire a portarci a casa sani e salvi.
-Però non è molto bravo. Non ha senso che me lo accolli... era sempre distratto, non è adatto a fare questo lavoro.- sentenziai infine, ricordandomi il suo comportamento. Era stato assolutamente normale che fosse andata così, ma avevo captato una certa delusione da parte sua, si era sicuramente aspettato di poter fare di meglio.
-Non sei troppo dura? Magari lo è stato solo perché tu stessa gli hai detto che era un caso da poco... e poi perché era impegnato a guardare te.
-Credi che non lo sappia? Ma te lo posso assicurare, è tutto tuo.
-No, per quanto lo trovi affascinante, passo. Sei tu a piacergli, e non mi metterò tra voi due.
-Dio Ruby, ma mettitici pure quanto ti pare! Non provo alcun interesse per lui te lo garantisco! Un po' è simpatico – non dirgli che te l'ho detto o ti ammazzo – ma non è il mio tipo.- conclusi decisa, incrociando le braccia al petto.
Non ero stupida o cieca, era stato chiaro fin dal primo momento che l'uomo provasse un qualche interesse nei miei confronti, ma non c'era speranza che ricambiassi. Prima o poi si sarebbe messo l'anima in pace e si sarebbe accontentato di essere amici, sempre se lo saremmo mai diventati, ovviamente.
Prima di poterlo dire volevo conoscere su di lui qualche dettaglio in più, e magari leggere il libro che mi aveva regalato avrebbe aiutato.
-Hai comprato il libro di Jones?- fece l'altra indicando il volume poggiato sul tavolino, che avevo preparato per iniziarlo durante quella giornata. Solo in serata sarei andata per la prima occhiata al fidanzato della Mills, dato che era dopo le 18, a sua detta, che spariva per il suo cosiddetto "lavoro". Più ci pensavo, più mi invadeva la strana sensazione che quello non sarebbe stato un caso come gli altri, ma non riuscivo a spiegarmi il motivo: insomma, le dinamiche erano le stesse di sempre, proprio come col marito della signora Collins. Cercai tuttavia di scacciare quel pensiero, ci sarei tornata quando mi sarei messa al lavoro. Se nel pedinamento avessi notato qualcosa di sospetto, avrei fatto qualche ricerca più approfondita su di lui, magari chiedendo accesso anche ai database della polizia.
-Me l'ha regalato lui.
-Oh, che carino! È autobiografico, comunque... anche se non so quanto. Credo lo troverai interessante in ogni caso.
-Sì? Se lo dici tu... ammetto di essere curiosa. Dalla trama non mi sembra male... anche se l'ha scritto a 15 anni.
-Oh credimi, non si direbbe che l'ha scritto un ragazzino. È davvero magnifico!
-Non credi di lodarlo un po' troppo?
-Lo farai anche tu dopo aver letto. Ha talento e idee, uno stile accattivante... te ne accorgerai.
Scossi le spalle per chiudere lì il discorso; che fosse bravo l'avevo capito, ma addirittura così fantastico e geniale? Avevo qualche dubbio a riguardo. Tuttavia l'avrei giudicato alla fine, sarei stata giusta con lui. Se fosse riuscito a stupirmi in maniera positiva, l'avrei ammesso.
E poi ero curiosa... cosa poteva esserci di autobiografico in un giallo di un ragazzino di soli 15 anni?
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Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan Trilogy
FanfictionHo intenzione di tradurre questa ff anche in inglese, se c'è qualcuno disposto a darmi una mano mi faccia sapere :) Intanto buona lettura, e spero che la storia vi piaccia. _______________________________________________________________________...