Final Act (Part 2)

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EMMA POV

Non vidi e non sentii nient'altro. Nulla in quel momento avrebbe potuto fermarmi, e non ci riuscì neanche l'agente Sam, pur essendo il doppio di me.
Brennan avrebbe potuto spararmi in quel preciso istante e io non avevo tirato fuori neanche la quarta pistola che avevo portato con me per difendermi, ma non mi importava. Mi gettai ai piedi del corpo dell'uomo che amavo e per quanto ne sapevo potevo anche essermi rotta le ginocchia. Tutto ciò che vedevo era sangue. La testa mi girava così tanto che non riuscivo neanche ad individuarne la fonte. La mia vista era sfuocata... c'era solo rosso. Rosso ovunque.
-Killian! Killian ti prego, di' qualcosa... Killian! BRENNAN!- gridai poi, alzando lo sguardo colmo di lacrime verso l'uomo, in piedi proprio accanto a me -COME PUOI FARE UNA COSA DEL GENERE A TUO FIGLIO! SEI UNO PSICOPATICO!
Nonostante mi puntasse la pistola contro, neanche per un istante abbassai lo sguardo: non avevo paura. Non potevo avere paura di un pazzo.
-Emma, lascia... ti prego, Emma...
-KILLIAN! Killian mi senti?
Fu un leggero rantolio, quasi impercettibile, ma al mio orecchio la sua voce arrivò forte e nitida. Non era troppo tardi. Forse non era troppo tardi. Se aveva già ripreso i sensi non poteva essere ridotto così male... no?
Strinsi diverse volte gli occhi per capire da dove venisse quel sangue, e proprio quando mi resi conto che non riuscivo a individuare la fonte perché la ferita era dietro la schiena, mi sentii tirare per i capelli con forza. Riconobbi la stretta di Killian che tentò disperatamente di tenermi per la giacca, ma l'altro fu più forte, ovviamente. Allora gridai ancora, ma non per il dolore. Gridai perché il mio uomo aveva bisogno di me, in quel momento più che mai. Il suo petto si alzava e abbassava a malapena e ogni rantolio che emetteva, era altro sangue che gli colava dall'angolo della bocca.
Dietro l'agente Sam vidi comparire un zoppicante e terrorizzato Liam, ma quando fece per avvicinarsi al corpo del fratello, Brennan mi strinse forte attorno al collo con un braccio – costringendolo a fermarsi.
-Brennan...- iniziò Sam, rompendo quell'orribile silenzio -Brennan, lascia che Liam aiuti suo fratello. E se lasci andare Emma, parleremo... possiamo negoziare. Non vuoi fare davvero del male ai tuoi figli, vero? Non vuoi lasciar morire tuo figlio...
Nel frattempo cercai di impiegare tutte le mie forze per prendere aria e non perdere i sensi, non potevo permettermi di svenire. Perché non gli avevo sparato subito? Perché ero stata così debole? Mi sarebbe bastato tirare fuori la pistola e premere il grilletto. Due secondi. Lui non se ne sarebbe neanche accorto. Ma no, ero stata una stupida idiota ingenua, avevo creduto che perfino lui meritasse una seconda possibilità per redimersi di fronte ai suoi figli. Ma non ne era capace... forse la follia lo aveva spinto così oltre che ormai aveva dimenticato di avere un'anima e un cuore. Se solo l'avessi capito prima, ora saremmo stati tutti in salvo.
-Stracciate il mio mandato d'arresto. Fatelo e vi lascerò chiamare l'ambulanza. E non dovrete mai più intromettervi nella vita della mia famiglia. Perché è ciò che siamo destinati ad essere e quando mio figlio si rimetterà tornerà qui a casa. Ma Emma, Liam e Ingrid rimangono. E dovrete portare anche Ruby e le figlie di Ingrid.
Io ormai lacrimavo dal dolore, ma ancor più temevo che se quel folle non li avesse lasciati agire, per Killian sarebbe stato troppo tardi. A questo punto non mi importava di me, poteva anche spararmi, l'importante era che aiutassero lui: non potevo lasciarlo morire, non per colpa mia. Il padre era il suo, ma la detective ero io! Mai e poi mai avrei dovuto permettergli di collaborare in questa missione, era troppo pericoloso! Come avevo potuto essere così stupida?
-Aiutatelo... non pensate... a me...- borbottai, con il poco fiato che riuscii ad emettere.
Come immaginai l'uomo mi strattonò con forza, ma non ebbi più neanche la forza per gridare. Con la vista appannata riconobbi Liam che cercava di fare qualche passo avanti, ma quando Brennan mi puntò la pistola contro la tempia fu Killian ad urlare un "NO" a pieni polmoni. Come potevo essere così fortunata da avere un uomo che perfino nello stato in cui si trovava non faceva altro che pensare a me? Non me lo meritavo, non meritavo tutto ciò se non ero in grado di proteggerlo.
Eppure, la sua voce mi diede la forza.
Forza che tuttavia si spense dopo pochi secondi.
Riuscii a tastare la giacca nel punto giusto, solo per accorgermi che la pistola che avevo nascosto lì era sparita.
Era davvero finita.
Non c'era nient'altro che potessi fare, se non piangere come una bambina spaventata. Ed era proprio così che mi sentivo in quel momento: impotente.
-Brennan...
-SILENZIO!- gridò a pochi centimetri dal mio orecchio -Se non siete disposti a darmi ciò che desidero, farò diversamente. Se in questa vita non possiamo stare insieme, staremo insieme in un'altra... siamo una famiglia e ho fiducia nel fatto che ci ritroveremo sempre. Questo mondo crudele ci ha separati... il prossimo ci riunirà.
E quando sentii il rumore del grilletto, capii cosa volesse dire con "prossimo mondo".
-Sarà la dolce Emma a compiere questo viaggio per prima... ma non preoccupatevi figlioli... i prossimi siamo tutti noi. Non ho paura della morte, sapendo che ci legherà...
-No no no, Brennan, per favore. Ritireremo il mandato di arresto e ti manderemo un elicottero col quale andare ovunque vorrai. Lascia solo stare i ragazzi...- tentò l'agente e, nonostante fosse ben addestrato e il mio udito non fosse al massimo, la nota di disperazione nella sua voce fu evidente. Sapeva che ormai le chance di farla franca erano una su un milione. Con un criminale si poteva trattare, si poteva trovare una soluzione... ma con un pazzo?
Poi uno sparo.
E io chiusi gli occhi, pronta alla fine.
Non fu la mia vita a passarmi davanti al rallentatore, fu soltanto l'ultimo anno. Proprio come nella cella fredda che avevo creduto sarebbe stata la mia tomba.
Killian che mi guardava per la prima volta con un sorriso sghembo e la sua battuta che tanto mi aveva fatta arrabbiare.
Killian che diventava sempre più il mio porto sicuro, giorno dopo giorno.
Killian che mi baciava di slancio il primo dell'anno per dichiararmi il suo amore.
Io che baciavo Killian e il freddo che spariva.
La prima volta che avevamo fatto l'amore di soppiatto, con tutti in casa ma ansiosi di consumare fisicamente quel sentimento che non eravamo più in grado di reprimere.
Il primo "Ti amo" nella neve, zuppi, infreddoliti, ma felici.
La promessa di non perderci mai.
Forse dovevo avere fede come Brennan... il nostro amore ci avrebbe permesso di ritrovarci perfino nell'aldilà, ovunque quell'aldilà fosse stato.
Dovevo crederlo, per poter morire senza rimorsi.
E poi, quando credetti di scivolare una volta per sempre, scivolai
Ma non sentii dolore, perché non fui l'unica a cadere.
Riaprii gli occhi shockata, chiedendomi se non fossi già morta prima di rendermene conto... dopotutto, c'era sangue.
Ma la fonte di sangue non ero io. Era l'uomo sotto di me. Con un foro dritto nel petto.
In quel momento mi sentii scuotere ed automaticamente mi aggrappai alla persona che era venuta in mio soccorso, solo per poi gettarmi di nuovo a terra sul corpo del mio uomo, mentre il suono delle sirene che si avvicinava, distruggeva il silenzio di quell'area fantasma.
-Amore mio... stai bene...
-Certo che sto bene Killian...- singhiozzai, lasciando che il fratello gli premesse sulla ferita per strappargli di mano la pistola che ancora stringeva forte tra le dita.
Ecco cosa aveva fatto quando mi aveva tirata per la giacca: non era stato solo un disperato tentativo di tenermi con sé, aveva preso l'arma!
-E... ed è tutto merito tuo... adesso ti prego, ti prego, resisti... stanno arrivando ad aiutarti...- singhiozzai tra le lacrime, stringendo la sua mano calda.
-E'... l'ho... l'ho ucciso? Ho... ucciso mio padre? È morto?
-Killian...- sussurrai, non sapendo cosa dire. Avevo imparato a leggerlo alla perfezione, eppure non riuscii a decifrare il suo sguardo. Forse perché non era mai stato così. Sentivo la mano tremargli ed ero certa che non fosse per il dolore, almeno non per quello fisico. Dopotutto aveva appena ucciso suo padre, e io non riuscivo neanche a dargliene conferma.
-Non... è... ok. Ok. Io... ok. Emma, sei... sei tu la... la mia famiglia.
Avrei tanto voluto rispondergli, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu singhiozzare e chinarmi su di lui a baciarlo. Anche lui era la mia famiglia. Ed era la famiglia migliore che potessi desiderare.
-Non... non riesco a muovermi... le... le gambe... e...
-Shh, shh, non importa, passerà, ci sono io qui con te e non ti lascio. Devi essere forte, devi farlo per me, per favore... Non potrei vivere senza di te Killian, anche tu sei la mia famiglia. Sei la mia casa... ti amo... ti amo come non ho mai amato nessuno Killian Jones.
La voce mi si spezzò, ma prima di strizzare gli occhi per contenere un'ennesima ondata di lacrime lo vidi annuire, poi sentii la sua stretta di mano che ricambiava la mia.
La riconobbi, quella era la sua silenziosa promessa. Avrebbe stretto i denti e avrebbe resistito per me: per nessuno ero mai stata così importante, nessuno in fin di vita avrebbe mai e poi mai ucciso il suo stesso padre soltanto perché io vivessi. E per quanto desiderassi correre per scoprire le condizioni di mio fratello, un fratello che avevo appena scoperto di avere e che forse aveva dato la sua vita per me, non ebbi le forze di staccarmi dall'amore della mia vita. Perché in fondo, nel bene e nel male, avrei sempre scelto lui. Avrei scelto lui a me, ed era la prima volta.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now