Intimacy, Trust and Passion

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KILLIAN POV

Avrei preso alla lettera le ultime parole di Emma e mi sarei gettato sulle sue labbra, se la rivelazione precedente non mi avesse fatto venire i brividi per l'orrore, quindi lasciai la presa sulle sue braccia per non rischiare di spaventarla ulteriormente.
Avevo capito che il suo ex fosse uno stronzo – e in più probabilmente troppo grande per lei – ma non avrei immaginato avrebbe potuto spingersi a tal punto.
La squadrai meglio in cerca qualche livido o un qualsiasi segno che non avevo notato, ma l'accappatoio la copriva quasi interamente.
-Emma...
-Oh, avanti! Pensi davvero che solo un uomo possa usare il sesso come un'arma?- sussurrò, mentre tentava di asciugarsi le lacrime -Non intendevo ciò che pensi, ti sembro una che si lascerebbe obbligare a fare cose che non vuole? Ora andiamo, per favore...
Con un sospiro di sollievo annuii, anche se un po' confuso, ma le cinsi le spalle lasciando che si poggiasse a me con tutto il suo peso: l'avrei presa in braccio, ma non volevo si creassero situazioni imbarazzanti, non era il momento.
Nel corridoio cercai quindi di essere il più veloce perché nessun vicino passasse di lì, quindi aprii lasciandola entrare e la guardai prendere posto sul divano.
Aveva quasi smesso di piangere, solo qualche piccola lacrima continuava a solcarle ancora il bel viso. Le offrii un bicchiere d'acqua che accettò volentieri e lasciai una scatola di biscotti sul tavolino, poi mi accomodai accanto a lei e la mia spalla tornò a farle da cuscino.
-Come va il naso?
-Sta bene, tranquilla. Tu? Un po' meglio?
-Mhm- annuì, e si tirò su per guardarmi negli occhi -Grazie.
-Figurati...- sorrisi, e le accarezzai i capelli per poi portarle una ciocca dietro l'orecchio. Avrei voluto chiederle se avesse voglia di parlarne, ma non era il caso di spingere troppo, sembrava così fragile che temevo di ferirla involontariamente.
-Avevi ragione, prima. Amavo Walsh... la prima volta che ci siamo conosciuti avevo appena 18 anni, lui ne aveva 28...
-Cosa?! Dieci anni più di te?- esclamai, non riuscendo a tenere la bocca chiusa. Che fosse più grande di lei era chiaro, ma non così tanto: avevo solo creduto avesse sui 30 anni portati male.
-Senti chi parla! Quello che ne ha giusto uno meno di lui!- notò con una risata -Comunque sì, ero una ragazzina... non ero ancora detective, studiavo per diventarlo... e lavoravo, sia per pagarmi gli studi che per iniziare a mettere soldi da parte per aprire in proprio, insieme a Neal, un mio caro amico.
-Non sei costretta a raccontarmi tutto se non te la senti.
-Lo so.- mi rassicurò, dandomi un leggero buffetto sul naso con un dito. Fu molto delicata, ero certo fosse stata attenta apposta per non farmi male, anche se non l'avrebbe sicuramente ammesso.
-Lavoravo in un locale serale e notturno, ed è lì che ho conosciuto Walsh...- iniziò a raccontare -non era uno dei soliti clienti perversi che approfittano delle cameriere e le palpeggiano ogni volta che qualcuna gli passa vicino. A proposito, una volta stavo per essere cacciata perché ho storto la mano a uno...
Scoppiai a ridere, immaginandomi una ragazzina bionda con un caratterino già bello tosto: non era un'immagine difficile da figurarsi. Conoscevo bene quel tipo di locali, ed erano tutto fuorché adatti alle giovani, di cui però purtroppo però erano colmi.
-Beh, comunque Walsh venne a bere diverse sere. Si comportava da gentiluomo, era educato e affascinante, mi faceva i complimenti e lasciava anche delle mance molto generose. La settima sera abbiamo chiacchierato un po' e mi ha chiesto il numero, e di lì a un mese mi sono ritrovata a lavorare come segretaria per l'agenzia di moda di sua sorella. Abbiamo iniziato ad uscire, era piacevole... lui era diverso: sempre attento nei miei confronti, sempre molto dolce. Non ero, come dire, ingenua e inesperta, ma non mi ha mai fatto nessun tipo di pressioni. È durata una decina di mesi, poi ho finito il corso ed ho avuto sempre meno tempo per lui... ho rovinato tutto io la prima volta, lo ammetto. Ci siamo lasciati in amicizia, ma quando qualche mese dopo ho lasciato il lavoro per avviare la nuova attività, ci siamo persi di vista... fino a due anni e mezzo fa. Si è presentato di punto in bianco nel mio ufficio perché aveva bisogno che scoprissi delle cose per lui... e a caso risolto mi ha offerto da bere. E beh, abbiamo ricominciato. Io ero più matura, lui anche, e come puoi vedere è durata un bel po'... però da qualche mese le cose sono diverse. Da quando è diventato responsabile marketing della banca ha iniziato ad avere sempre meno tempo, ma oltre a quello... è cambiato. È diventato... non so, noioso. Solita routine: cena al ristorante il sabato sera, e poi sesso. E cena a casa a mia o casa sua un altro paio di volte a settimana, e poi di nuovo sesso. Ora che ci penso, è diventata una relazione di sesso. E a dirla tutta, neanche molto soddisfacente ultimamente...- alzò le spalle con un sorriso colpevole e malinconico allo stesso tempo. Non mi aspettavo mi avrebbe raccontat dettagli così intimi della loro relazione, ma quella storia mi servì a capire quanto effettivamente fosse stato importante per lei quell'uomo: stentavo quasi a crederci, ma a quanto sembrava, una volta aveva avuto un cuore.
-Non sono una persona da relazioni stabili. La prima volta che sono stata con uno avevo 15 anni e lui di 20... era un ragazzo tenero, volontario all'orfanotrofio.- mi rivelò, poi si fermò quasi sorpresa delle sue stesse parole, probabilmente per lo stesso motivo per cui lo ero io: perché mi stava continuando a raccontare tutti questi dettagli molto intimi sul suo passato?
-Sì, beh, comunque- riprese -poi Ryan... e insomma altri, occasionali. Non sono una poco di buono eh, ma 5 o 6 ragazzi li ho avuti oltre lui. E poi è tornato, con la stabilità con cui mi aveva coccolata per mesi, in un periodo piuttosto brutto: è stato lui ad aiutarmi a tornare su. Quindi... ora è dura. Non lo amo più, questo è vero, ma... l'ho amato molto, e gli voglio bene nonostante si sia comportato da pezzo di merda. Mi ha dato tanto, e gliene sarò per sempre grata. Cazzo, ho stroncato l'unica relazione diversa dall'amicizia che sono, o meglio, ero riuscita a costruire. In questo sono dannatamente brava. È per questo che ho avuto un attimo di esitazione dopo avergli detto del bambino... sembrava avermi capita alla fine, e invece di lasciarlo... io... ci ho fatto sesso. Sono una stupida, ti farò anche schifo. Poi però è arrivato il ragazzo del giornale e... beh, da lì sai.
Annuii, cercando di capire il suo stato interiore: oltre che stupida era stata piuttosto irresponsabile a fare sesso due giorni dopo l'aborto, ma in fondo come biasimarla? Aveva avuto paura, e di conseguenza aveva cercato di fare un ultimo disperato sforzo per mantenere viva la sua relazione: quale modo migliore di questo? In fondo ero un uomo anch'io, e quindi ero in grado di capire le debolezze ed esigenze di noi uomini.
-Non dici niente? Tipo che sono una sgualdrina idiota?- mi domandò sarcastica, sbuffando.
-Nah... sei solo umana, Swan. E non mi fai schifo, tra parentesi. Ma asciuga quelle lacrime, perché hai un nuovo amico adesso. Magari non all'altezza di ciò che avevi con lui ma...- mi morsi il labbro, pentendomene subito dato che avevo un taglio anche lì.
Alla mia espressione dolorante, Emma scoppiò a ridere e mi abbracciò forte, per la seconda volta nell'arco di mezz'ora: era proprio diversa rispetto a come l'avevo inizialmente inquadrata, sembrava molto più affettuosa adesso. O forse era così con tutti i suoi amici? Forse il suo approccio distaccato nasceva inconsciamente dalla paura di rimanere ferita, e si lasciava andare soltanto nel momento in cui arrivava la fiducia.
-Non sottovalutarti, hai ragione. Sei sorprendentemente paziente con me... nonostante sia stata molto antipatica. Non che tu non te la sia cercata, certo, ma...
-Scusa dolcezza, era proprio inevitabile notare il tuo bel culetto lì sulla scala...- commentai, meritandomi il sonoro schiaffo che mi diede sul braccio, ridendo.
-Però per il mio fascino per poco non sei caduta, me li ricordo i tuoi occhi adoranti...- insistetti, poggiando la mano sul ginocchio che l'accappatoio le aveva lasciato scoperto.
Abbassò prima lo sguardo sulla mia mano, poi lo alzò per guardarmi negli occhi scocciata, anche se probabilmente stava solo fingendo.
-Non cambierai mai, vero? Non puoi proprio fare a meno di toccarmi.
-Forse.
-Ma trovarti una ragazza?
-Non ne ho voglia... ora come ora mi basta questa stronza che ho davanti, in fondo è simpatica. E ammettilo, ora stai molto meglio.
-Sì- annuì -e di questo ti ringrazio.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now