Big decisions

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EMMA POV

Stanchezza e nausea erano completamente state espulse dalla mia testa e dal mio corpo, nonostante quel pomeriggio non avessi più dormito... ovviamente. Tuttavia non ero neanche stata a lezione, l'ansia che mi divorava da dentro non mi avrebbe permesso di concentrarmi. Quando avevo pensato che forse la cosa migliore sarebbe stata rimanere incinta per restare con Killian, non ci avevo riflettuto seriamente. Non avevo minimamente preso in considerazione la possibilità che, forse, incinta lo ero davvero. Oppure erano soltanto paranoie, non era da escludere.
-Emma! Smettila di girare avanti e indietro, mi fai venire il mal di testa!- esclamò Mulan, da poco rientrata da lezione. Avevo aspettato per dirglielo, per decidere se condividere effettivamente il fatto con qualcuno. Ero giunta alla conclusione che se non l'avessi fatto, però, sarei scoppiata. Inoltre dovevo sapere la verità.
-Scusa. Ma non so cosa fare! Se sono incinta non mi lasceranno continuare l'addestramento! Soprattutto tra 3-4 mesi... mi ci vedi a correre e fermare i criminali col pancione?!
Mulan scoppiò a ridere, per poi fermarsi con sguardo colpevole, ma dovetti ammettere che l'immagine era comica. Soprattutto a pensare a me col pancione. Proprio io, che non avevo mai desiderato avere figli. Non avevo nessun istinto materno, ma come avrei potuto? Non avevo mai avuto un esempio da seguire, e non volevo fare bambini per poi essere una pessima madre.
-Emma tu sai cosa vuoi fare se sei incinta.
-No, non lo so...
-Non era una domanda. Era un'affermazione.
A quel punto, finalmente mi fermai di fronte a lei, per guardarla dritta negli occhi. Il suo sguardo era fermo e mi scrutava come in attesa che confermassi la sua teoria. E capii qual'era, perché effettivamente era così. Aveva ragione. Ma come potevo, dopo averlo abbandonato?
-Swan smettila di guardarmi come una pecorella smarrita. Se sei incinta tornerai da lui, lo so.
-Io...
-Ammettilo e basta. Se risulti incinta tornerai dal tuo... ex, o come vuoi chiamarlo.
Al posto di rispondere lasciai sfuggire un lamento strozzato, e mi sedetti sul letto per sferrargli un pugno piuttosto violento. Ero terrorizzata. E sì, volevo tornare da lui, certo... ma volere, non sempre voleva dire potere, almeno non in quel caso. Non avevo acceso il telefono da quando ero arrivata, e per contattare Will usavo quello di Mulan. Come avevo fatto anche adesso, perché avevo bisogno di lui. Fortunatamente era a Washington, quindi aveva promesso di raggiungerci entro un'ora.
-Una volta ho abortito...- borbottai, per rendermi conto di averlo fatto a voce alta soltanto quando sentii il verso di sorpresa della mia compagna di stanza. A quel punto, tanto valeva continuare.
-Prima di conoscere Killian stavo con un uomo da due anni... ma le cose non andavano e non ci ho pensato affatto prima di andare in ospedale per prenotare un'interruzione della gravidanza. È così che ci siamo avvicinati io e Killian. Mi ha accompagnata in ospedale e alla fine ha scoperto come mai fossi andata e... c'è stato un abbraccio. Dopo quello... è stato tutto più facile. È diventato il mio migliore amico e nel frattempo me ne stavo innamorando...
Anche se, a quel tempo, non lo sapevo. Fin dall'inizio c'era stata una fortissima attrazione fisica e un grande feeling, ma nessuno dei due, l'estate passata, avrebbe potuto immaginare che di lì a pochi mesi avremmo scoperto di amarci. E ancor meno che, forse, avremmo avuto un bambino.
-Ciò che mi fa paura è... è che se penso all'aborto, stavolta mi sento male. Se sono incinta non posso abortire... e soprattutto non voglio.- ammisi, più a me stessa che alla ragazza. Quasi senza rendermene conto mi sfiorai la pancia, e per la prima volta dopo quasi un mese lasciai scivolare pesanti lacrime dai miei occhi. Prima che me ne rendessi conto iniziai anche a singhiozzare, abbracciando il cuscino e buttandomi sul materasso. Non ricordavo di essere mai stata così spaventata e confusa, neanche quando ero rimasta incinta la prima volta. Allora, in cuor mio, avevo preso la mia decisione non appena l'avevo scoperto.
Ma adesso... Killian mi avrebbe riaccolta? E soprattutto, con che faccia mi sarei presentata davanti a lui dopo quello che gli avevo fatto? Dopo il modo in cui l'avevo fatto soffrire? L'avevo lasciato nel momento del bisogno, avevo lasciato che se la cavasse da solo in quel difficile stato fisico e mentale in cui l'avevo lasciato. E avevo paura perché, in un modo estremamente assurdo, ero felice... un lato di me, voleva che quando avessi fatto il test, fosse risultato positivo. Mi mancava così tanto che, se mi avesse riaccolta tra le sue braccia, vi sarei rimasta per giorni senza muovere un solo muscolo.
Quando sentii bussare feci cenno a Mulan di andare ad aprire, sapevo che si trattava di Will. O Danny. Avevo voluto informarmi solo sul suo passato, e gli avevo chiesto di escludere i dettagli sui nostri genitori, quindi, tra le altre cose, avevo scoperto che il suo nome reale fosse Danny. Tuttavia, ora era ufficialmente Will ed era abituato ad essere chiamato così, quindi mi ero adattata.
-Emma! Oh, dio, cosa è successo?! Stai bene?- esclamò allarmato, gettandosi immediatamente sul letto accanto a me per prendermi una mano e asciugarmi le lacrime con l'altra. Io lo guardai e tirai su col naso, per poi stringere gli occhi per cercare di riguadagnare un minimo di lucidità
-Sto bene...
-Dal messaggio sembrava urgente e mi sembra lo sia. Che è successo piccola? Mi stai facendo preoccupare...
-Vi lascio soli...
-NO!- gridai all'intervento di Mulan, facendo fare un salto per lo spavento sia a lei che a Will. Avevo bisogno di lei, per una questione tanto delicata non volevo rimanere sola con mio fratello... era pur sempre un uomo. Lei era mia amica e nonostante il suo carattere da dura, mi capiva.
-Emma, avanti, che cosa...
-Sono incinta. Forse.- sputai il rospo, stringendomi automaticamente le braccia attorno all'addome, senza il coraggio di alzare lo sguardo.
Tuttavia, quando la stanza piombò in silenzio, dovetti farlo. A pochi centimetri da me trovai Will a bocca aperta e senza parole, a guardarmi sconvolto. O sorpreso... o forse un misto.
-Co... cosa?
-Non lo so, non sono sicura... Ma ho un... ritardo. E oggi ho avuto la nausea tutto il giorno e... non lo so, cazzo!- esclamai, ricominciando a piangere, pur cercando di mantenere il contatto visivo.
-E... sarebbe di...
-Sì... di Killian. Sempre che ci sia. Non so perché sto dicendo queste cose davanti a mio fratello, in un altro momento mi vergognerei da morire... ma sono sempre stata puntuale come un orologio! Quindi come cazzo è possibile, sono 10 giorni ormai...- spiegai, tra un singhiozzo e l'altro. Ma stupida ero stata anch'io, a non essermene resa conto prima. Non che avrebbe cambiato le cose, certo...
-Io... Emma...
-Tu che puoi uscire... puoi andarmi a prendere un test di gravidanza? Per favore... ne parliamo dopo, ma vorrei... vorrei farlo oggi e le farmacie chiuderanno presto e...
-Ok.- disse infine, stringendomi entrambe le mani per poi posarmi un bacio sulla fronte -Ci penso io. Sappi solo che... io ci sarò sempre per te, Emma. Qualunque cosa succeda.
-Grazie...- sorrisi per la prima volta tra le lacrime -Lo so. Sono felice di averti trovato.
-Anch'io, piccola. E... ricordati che c'è anche un'altra persona che non ti abbandonerebbe mai.
Tirai su col naso e mi costrinsi a guardarlo. Aveva un'espressione dolce e seria allo stesso tempo, ma decisi di non dire nulla. Lasciai invece che si alzasse ed uscisse dalla stanza, promettendomi che ci avrebbe impiegato il minor tempo possibile.
Avevo una paura matta di scoprire la verità ma, allo stesso tempo volevo sapere e volevo saperlo ora. Se avessi dovuto aspettare anche solo il giorno dopo sarei impazzita nell'attesa, ma non potevo andare a consultare il medico dell'accademia. Nessuno doveva sapere nulla prima che avessi avuto la certezza di essere incinta: dovevo scoprirlo io e poi decidere come gestire la situazione.
-Ha ragione, lo sai?- intervenne Mulan, dopo lunghi minuti di silenzio.
-Su cosa?
-Non conosco questo tuo Killian Jones, anche se conosco un paio dei suoi romanzi. Ma da ciò che ho capito, non è un uomo che ti lascerebbe sola in una situazione del genere.
-Tu hai sempre detto di non avere bisogno di un uomo per vivere la tua vita.
-Già, è vero. Ma io non sono te. E Swan, dio, perché devi essere così ottusa? Non sto dicendo che un uomo è fondamentale... ma se hai trovato la persona giusta, perché non ammetti che ti manca e basta? Tu vuoi essere incinta, e non provare a ribattere, te lo leggo negli occhi. Vuoi essere incinta perché questo, in qualche modo, ti costringerebbe a tornare da lui.
-Non... non è vero.
-E' vero. Emma, io sono un agente migliore di te, anche se comunque superi tutti gli altri. E probabilmente potresti essere anche più brava di me... se solo lo volessi!
-Cosa?!- esclamai, non sapendo se essere offesa. E poi non era migliore di me, eravamo decisamente pari. Ci compensavamo ed eravamo perfette nel lavoro in coppia. Come poteva dire una cosa del genere? Perché insultarmi in un momento come questo?
-Sì Emma, sono migliore di te.- ripeté, parandomisi di fronte a braccia incrociate -E sai una cosa? Nel lavoro vero non sceglierei te come partner, mi intralceresti.
-Adesso basta.- sentenziai, alzandomi in piedi e spingendola indietro.
-Perché? Se non la smetto ti metti a piangere? Povera piccina...
-Basta!- gridai, scagliandomi con un pugno che lei fermò con una mano, per poi guardarmi in faccia neanche troppo sorpresa. Io non potei dire lo stesso, invece. Non era stata assolutamente mia intenzione cercare di colpirla, ma il mio braccio era partito in automatico. Mi ero arrabbiata, e mi ero arrabbiata tanto. Ma solo, perché lei aveva ragione. Ero stata abbastanza brava da convincere il direttore e gli agenti che essere un agente era ciò che volevo davvero, ma non lo ero quanto bastava per convincere me stessa. In fondo, l'avevo sempre saputo. Neanch'io avrei scelto me stessa come partner: potevo essere abile quanto volevo, ma finché mi fosse mancata la convinzione di stare facendo ciò per cui ero nata, non sarei mai stata al suo livello.
Non avendo altro da dire, tornai a sdraiarmi resistendo alla tentazione di aprire il frigo per prendere una lattina di birra. Sia perché non avrebbe giovato al mio mal di testa, sia perché avrebbe potuto fare male a ciò che, probabilmente, stava crescendo dentro di me.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now