New story throughout the storm

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KILLIAN POV

-Allora?- saltai in piedi, non appena il medico uscì dalla stanza di Emma, dove l'avevo portata e adagiata sul letto ancora incosciente. Avrei voluto rimanere con lei, ma il dottore non aveva ammesso repliche e ci aveva cacciati tutti fuori; nel frattempo ci aveva raggiunti anche zia Ester, e mi aveva tenuto la mano per tutta la mezz'ora d'attesa. Ci avevano pensato Liam e Ruby a raccontarle tutto, io ero troppo preoccupato per Emma per riuscire ad aprire bocca.
Ero felice per la svolta che avevano preso le cose alla fine, quel bacio... ma passata l'euforia del momento, mi ero reso conto che una volta sveglia avrebbe potuto far finta di niente. Ma soprattutto, come si sarebbe svegliata? Sarebbe stata bene? O traumatizzata?
-Potete stare tranquilli- iniziò -A parte qualche livido e la ferita superficiale in fronte, fisicamente non ha nulla che non vada. Le stava salendo la febbre, ma le ho fatto un'iniezione e starà benissimo. Non ho fatto analisi più approfondite però, non era il caso di violare la sua privacy... soprattutto non sapendo.
-E... crede possa... possa esserci qualcosa?- domandai, in preda all'ansia. Anche se, alla fine, l'avevamo trovata completamente vestita, seppur di quel poco che si era messa addosso.
-Non lo so. Segni evidenti non ce ne sono, però. Per ora potete entrare da lei, fatemi chiamare quando si sveglia così potrò farle delle domande... e non stressatela, deve riposare. Il suo corpo è stato sottoposto a uno stress fisico non indifferente, nonostante sia piuttosto forte.
Annuii, e come potevo dargli torto? Era stata al gelo per ore, e solo la sua forza di volontà le aveva permesso di resistere fino al mio arrivo.
Senza aspettare gli altri varcai la porta a passo svelto, e mi fermai solo quando fui davanti al suo letto.
Sorrisi.
Era avvolta in un morbido pigiama in pile rosa chiaro che Ruby aveva comprato al negozio accanto all'ospedale, e il suo colorito era tornato al suo naturale roseo. Il fatto che fosse così serena mi fece quasi ridere, il suo sonno era sempre stato così pesante che nulla riusciva a turbarla!
Allungai quindi la mano per afferrare la sua, molto più calda rispetto a prima; e in quel momento pensai che non mi importava se una volta svegliatasi si sarebbe ricordata ciò che era successo tra noi: mi interessava solo che stesse bene. Per il resto, avremmo avuto tempo.
-Fratellino...- borbottò Liam, poggiandomi una mano sulla spalla -Perché non vai a casa a farti una dormita? Sei distrutto... ti chiamerò quando si sveglia, potrebbe anche volerci qualche ora.
In risposta scossi la testa, nonostante fossi davvero molto stanco: avrei riposato più tardi, avevo promesso di starle vicino e l'avrai fatto. Volevo essere lì al suo risveglio.
-Regina e Robin stanno arrivando- intervenne Ruby, dato che nessuno sembrò mettere in discussione la mia decisione -Volete che portino qualcosa da mangiare? Bere?
-Fagli portare dei panini al formaggio grigliato.
-Giusto. Sappiamo bene che non si accontenterebbe delle barrette energetiche alla macchinetta...- rise piano, ed io mi unii: non c'era alcun dubbio, non si sarebbe mai fatta bastare qualche snack, quando era affamata era capace di mangiarsi un montone intero. Ero certo che sarebbe stata felice di trovare il suo piatto preferito, anche se probabilmente per cena saremmo tornati tutti a casa, lei compresa. Dovevo solo sperare che quell'uomo orribile le avesse risparmiato altri tipi di dolore.


-Ho bisogno di un caffè- sentenziai ponendo fine al silenzio che regnava, quando per la terza volta le mie palpebre fecero per chiudersi.
Erano passate due ore ed Emma stava ancora dormendo; tuttavia nessuno di noi se n'era andato, anzi, si erano uniti anche Robin e Regina, e quest'ultima aveva avuto bisogno di una zolletta di zucchero pallida com'era al suo arrivo.
Le reazioni eccessive non erano da lei, ormai lo sapevamo tutti, ma quando si trattava dalle persone a cui teneva non poteva fare a meno di preoccuparsi più del dovuto. E per fortuna era con Robin a vedere un locale quando Ruby l'aveva chiamata, se fosse stata sola dubitavo sarebbe arrivata in ospedale da visitatrice.
-Vuoi che vada a prendertelo io?- propose mia zia, ma quando scossi la testa ero già in piedi: avevo bisogno di sgranchirmi le gambe, anche solo per due minuti, dato che ormai non riuscivo più a sentirle.
-Volete qualcosa? Caffè, acqua...?
Dato che nessuno rispose, lanciai un'ultima occhiata a Emma e mi decisi a uscire dalla stanza: erano le quattro e mezza del pomeriggio ormai, e mi chiesi se la ragazza si sarebbe svegliata in tempo per poter tornare a casa dove sicuramente avrebbe riposato meglio.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now