Lei o nessun'altra

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EMMA POV

-Aspetta... di cosa diavolo stai parlando? Stai delirando? Sei sonnambulo?
-Sono sveglissimo! E credo di sapere chi potrebbero essere i tuoi genitori...
Pur non essendo ancora del tutto certa di essere sveglia, cercai di focalizzarmi sulle parole che Killian aveva appena pronunciato. Aveva trovato i miei genitori? Come poteva, alle 4 del mattino, improvvisamente avere scoperto chi fossero? E poi... perché?
-Ok... meglio che ti lasci cinque minuti per riprenderti. Mi dispiace di essermi gettato così in camera tua, è che...
-No... no, non fa niente. Tranquillo. Solo... ho bisogno di quei cinque minuti. Perché non sei vestito?
-Perché qualcuno mi ha derubato di tutte le magliette comode...
-Idiota, ne ho solo due o tre...- borbottai colpendolo sul braccio, poi mi ributtai indietro sul cuscino, chiudendo gli occhi.
Non ero brava a pensare da appena sveglia, e ancor meno in piena notte, ma non potevo semplicemente ignorare una rivelazione del genere. Per anni avevo cercato di rintracciare i miei genitori, e non ci ero riuscita neanche con tutti i contatti che mi ero procurata nel corso del tempo. Da quasi tre, mi ero messa l'anima in pace sul fatto che i due si fossero presi la premura di fare il possibile per assicurarsi che loro figlia non sarebbe mai riuscita a trovarli. Ci avevo sofferto, avevo pianto, avevo urlato. Ero stata male. Ma poi, alla fine, l'avevo accettato.
Pur sapendo che ci fossero migliaia di buone ragioni per le quali scegliere di abbandonarmi, tuttavia, non ero riuscita a capacitarmi cosa potesse aver fatto una bambina appena nata per meritarsi di perdere ogni possibilità di conoscere le persone che l'avevano concepita.
Magari erano poveri e avevano voluto cercare di darmi un futuro migliore, oppure mia madre era stata violentata da ragazzina e non si era sentita di prendersi cura di me – o tante altre ragioni. Potevo capirlo. Ma prendersi la briga di far sparire ogni più piccola traccia?
Tornai alla realtà solo quando percepii il tocco familiare di un dito sul viso, partì sotto l'occhio per fermarsi al mento; aprii gli occhi, e trovai Killian a guardarmi intensamente, leggermente preoccupato.
-Non ti sei accorta che stai piangendo, vero?
Scossi la testa, incapace di parlare a causa della vicinanza del suo corpo, del suo viso, dei suoi occhi, e delle sue labbra che respiravano quasi sulle mie, mozzandomi il respiro.
-Se vuoi ne parliamo domani. O non ne parliamo proprio. Scusa, dovevo dirtelo, non dovevo interferire nelle tue cose...
-No, scusa tu...- mi schiarii la voce, asciugandomi gli occhi con la mano -Stavo solo pensando a... a quanto ho cercato, fino ad arrendermi... pensavo fosse un capitolo chiuso. E invece... dai, dimmi. Hai sganciato la bomba, credi davvero che io possa aspettare fino a domani?!
Al mio sorriso l'uomo scoppiò a ridere, e io con lui: mi conosceva, sapeva che non ero nota per la mia pazienza, nonostante il mio lavoro ne richiedesse molta. Ero brava a fingere di esserlo, certo, ma non quando avevo la verità su un piatto d'argento!
-Senti... ho freddo, non è che posso raggiungerti sotto le coperte?- propose, spiazzandomi. Era davvero il caso di lasciarlo sdraiare nel mio letto? Accanto a me?
-Avanti Swan. Non sono io quello che fa proposte indecenti qui...
Quell'uscita bastò a cogliere nel segno e farmi arrossire come un pomodoro: grazie al cielo non avevo acceso la luce!
Avevo fatto di tutto per non pensare più al mio attimo di follia, a cui io stessa non riuscivo a dare una spiegazione, ed invece di non nominarlo mai più come avevo sperato, aveva addirittura deciso di rinfacciarmelo tanto sfacciatamente.
Dio, come avevo potuto proporgli di fare sesso per togliersi uno sfizio?! La parte peggiore era che non avevo semplicemente aperto bocca parlando senza pensare, ma ci avevo davvero riflettuto prima di farlo. Avevo pensato che forse, ricordando, avrebbe smesso di farsi film su noi due come coppia, e magari avrebbe aiutato anche me a smettere di chiedermi come fosse farlo con lui. Farsi stringere tra le sue braccia forti, e farsi avvolgere da quel corpo che era sempre stato caldo ed imponente... avevamo evitato di fare sesso una volta, ed eravamo finiti a farlo inconsapevolmente; ora, Killian credeva di essersi innamorato di me. Forse se l'avessimo fatto senza ubriacarci, tutto sarebbe tornato alla normalità una volta per tutte.
-Scusa per quella... cosa.- borbottai, incapace di guardarlo in faccia -Non so cosa mi sia passato per la testa, io non intendevo davvero... io...
-Emma!- mi bloccò con un dito sulle labbra, gesto che non aiutò ad alleviare il mio imbarazzo -Non ti preoccupare. Lo so. Stavo solo scherzando...
-Vieni.
Alla mia decisione netta, l'uomo sollevò un sopracciglio com'era solito fare, ma io annuii e mi spostai a destra sollevando la coperta per fargli spazio. Per quanto a petto nudo fosse una bella visione, e per quanto mi mettesse in soggezione il fatto di averlo troppo vicino, non volevo avere sulla coscienza la sua salute.
Quindi, prese cautamente posto, e fu allora che decisi drasticamente di rompere completamente il ghiaccio: lasciai quindi il mio angolino, e mi avvicinai al mio migliore amico cingendogli le spalle con un braccio, e lasciandolo poggiarsi contro il cuscino insieme a me.
Percepii il suo sguardo anche al buio, ed allora mi voltai per rispondere con un sorriso al suo, bello da mozzare il fiato com'era sempre stato. Neanche la notte era in grado di oscurare i suoi occhi.
-Allora... dimmi cos'hai scoperto. Ma se hai da farmi vedere qualcosa usa il tablet, a quest'ora non sono in grado di decifrare le scritte sul cellulare...- gli ricordai, passandogli il mio iPad. Tuttavia mi resi conto troppo tardi di averlo lasciato acceso sulla prima pagina del suo libro, ed abbassai lo sguardo quando ne sbloccò lo schermo.
-Non hai iniziato a leggere?
-No. Scusa. Le cose si sono fatte... strane e sì, beh... io... ho intenzione di leggerlo, davvero.
-Tranquilla, era solo per dire... non è di questo che dobbiamo parlare ora. I tuoi genitori...
Annuii e lo lasciai trafficare col browser, sporgendomi per vedere cosa stesse facendo; sembrava stare scaricando un pdf da uno strano sito web che non conoscevo. Il nome del file era semplicemente "1990", il mio anno di nascita.
Studiai il suo sguardo mentre trafficava con l'apparecchio, sembrava quasi... eccitato: cosa aveva scoperto di tanto eclatante sui miei, ammesso che si trattasse davvero di loro? Forse mio padre era il presidente? O magari uno dei reali inglesi, o il Papa...
Tuttavia dovevo dargliene atto, non sapevo come ci fosse riuscito, ma aveva comunque scoperto più di me, forse stava diventando davvero un buon investigatore: magari gli avrei fatto un nuovo tesserino, non più da consulente ma da detective. Lo consideravo mio partner, certo, ma ufficializzarlo su carta l'avrebbe reso più reale: oltre ad essere scrittore, sarebbe stato a tutti gli effetti un investigatore privato.
O forse stavo solo correndo troppo.
-Ok... devo andare ad Ottobre ora, e leggerai tu stessa... sono degli scan vecchi quindi non sono chiarissimi ma se io sono riuscito a leggere dal telefono...
-Fammi vedere e basta, mi stai uccidendo dall'ansia!
-Calmati Swan, eccolo! 24 Ottobre. L'articolo al centro.
Annuii e presi l'ipad dalle sue mani, rendendomi conto solo in quel momento che quelli scan appartenessero al "New York Times" del 1990, ed il pezzo che mi aveva indicato riguardava, guarda caso, dell'FBI. Non era molto lungo, ma me lo sarei fatto bastare: era normale che l'FBI non divulgasse troppe informazioni, in fondo.
"Agenti sotto copertura scompaiono dopo il lutto: Solo ieri, 23 Ottobre, gli agenti speciali denominati Snow e Charming hanno subito un grave lutto con la perdita della loro bambina, nata senza vita. Non è inverosimile credere che il dolore possa averli spinti a ritirarsi a nuova vita e sparire dalla faccia della terra ma – nonostante l'FBI non possa né confermare né smentire – il loro appartamento trovato completamente sotto sopra, potrebbe non essere una copertura. Meno di un anno fa è trapelata la notizia che alcuni agenti si stessero occupando di una questione molto importante e delicata riguardante la sicurezza nazionale, e ci sono tutti gli elementi per presumere che possa trattarsi proprio di loro due. Il direttore Williams S. Sessions, ha assicurato tuttavia che il paese non è, in ogni caso, lasciato al proprio destino. Con la speranza di poter dare a breve buone notizie, il Paese sarà informato in caso di maggiori dettagli sull'accaduto."
Rilessi il trafiletto circa tre volte, e non bastò ad evitarmi di scoccare un cipiglio incredulo a Killian: era serio? Credeva davvero che i miei genitori potessero essere due agenti speciali dell'FBI scomparsi, o forse morti? E soprattutto, si era perso un passaggio: la figlia dei due, era nata morta.
-Dai, Emma! Ha perfettamente senso, e tutto coincide. Tu sei nata il 23 Ottobre a Boston, e questa Snow ha partorito lo stesso giorno, proprio al Massachusetts General Hospital... non guardarmi così, non è stato così difficile trovare dove sei nata.
-Killian, "bambina nata senza vita" ti dice niente? E sai quante altre bambine saranno nate lo stesso giorno nello stesso ospedale?
-Non capisci. Se davvero avevano tra le mani qualcosa di grosso... hanno deciso di proteggerti facendo credere a tutti che fossi morta! Mi sembra così ovvio! E poi, 13 bambine sono nate quel giorno, compresa la piccola "morta". Di queste 13, soltanto tu e Sally Lautner siete orfane, ma lei non somiglia così impressionantemente a Snow e Charming.
-COSA?!
Non gli lasciai neanche il tempo di sbloccare il suo cellulare, che glielo strappai di mano ed entrai immediatamente nella galleria delle immagini per aprire la prima.
Lo shock non tardò ad arrivare, senza neanche il bisogno di zoomare.
Qualcosa scattò dentro di me alla vista dei due volti, ed il fatto che fossi praticamente l'incrocio di quelle due persone mi rese impossibile trattenere le lacrime. Killian mi strinse a sé, ed io lo lasciai fare poggiando il telefono sulle gambe, e la testa sulla sua spalla. Non potevo crederci, non potevo credere che quelle due persone coi loro nomignoli assurdi fossero le stesse che mi avevano abbandonata: eppure qualcosa mi diceva che era così. Non avevo prove, avevo un articolo e una foto sbiadita, ma quella bastava.
Semplicemente, me lo sentivo.
-Credi... credi che siano morti?- gli domandai tirando su col naso, senza abbandonare la posizione comoda che mi aveva fornito.
-Io credo di no. Non sono mai stati dati per morti... non ci sono state altre notizie, ma...
-E allora perché non mi hanno cercata?! Sono passati 25 anni! Potevano mettersi in contatto con me, ci sarebbero riusciti con uno schiocco di dita se sono dell'FBI!
-Emma...
-No! Non provare a difenderli! Col lavoro che faccio, posso anche capirli... posso capire perché mi hanno abbandonata. Ma non perché non mi hanno mai cercata! Se non volevano figli tanto valeva abortire!- gridai staccandomi da lui, ma quello sembrò non accettarlo e mi attirò di nuovo a sé, quasi con violenza, per stringermi ancora una volta.
-Non pensarlo nemmeno, Swan, o potrei smettere di essere il gentiluomo che sono e darti uno schiaffo. Se tu non fossi nata, io non avrei mai conosciuto la persona più importante della mia vita.
A quelle parole mi forzai ad alzare lo sguardo sul suo: il buio, ancora una volta, non bastò a nascondere i suoi occhi, anch'essi lucidi, e la convinzione con la quale aveva pronunciato quell'affermazione, mi spaventò.
-Killian...
-Non sanno cosa si sono persi. E no, non volevo difenderli... volevo solo dire che sono loro a perderci. Non credere neanche per un solo secondo di non essere amata, perché io ti amo. Puoi non credermi, puoi credere che sia confuso, e magari è così... non sono mai stato innamorato prima d'ora, non so bene cosa voglia dire... Ma qualunque cosa succeda, per quanto tu possa trattarmi male, sbattermi porte in faccia, picchiarmi, o tutto quello che vuoi... io non ti abbandonerò mai, Emma Swan, potrai contare su di me fino alla fine dei miei giorni: te lo giuro. E poi, per lasciarti andare dovrei essere proprio un gran coglione!
E lì, nonostante tutto, le mie lacrime si trasformarono in risate: sapeva sempre come farmi star meglio, ed alleggerire anche i discorsi più profondi.
Tuttavia senza rendersene conto, Killian Jones aveva cancellato ogni mio dubbio.
Lui mi amava: quelle parole erano le più belle che qualcuno mi avesse mai dedicato, perché innocenti eppure cariche di affetto. Cariche di certezze. Di amore.
Ne ero estremamente spaventata, ed erano il motivo per il quale non potevo permettermi di innamorarmi di lui... non potevo permettere ai sentimenti di sopraffarmi. Se l'avessi mai perso, tanto sarebbe valso smettere di vivere, perché ero certa che non esistesse nessun altro così speciale come lui, almeno non per me.
Solo allora mi accorsi di aver smesso di ridere.
-Emma... giusto perché tu lo sappia, tra noi non cambia niente, se tu non vuoi. Vuoi un amico? Sarò il tuo amico. Sempre. Non pretendo nulla da te, se non di averti accanto come fino ad ora...
Annuii, ed alzai lo sguardo per tentare di decifrare il suo: non era duro, era serio ma allo stesso tempo dolce, rassicurante.
-Non... non sei arrabbiato con me?
-Certo che no. Tu con me? Per aver fatto ricerche senza dirti nulla...
-No.- scossi la testa -Anzi, ti ringrazio, io... non ero pronta a rischiare di illudermi di nuovo...
Stavolta fu lui ad annuire, e restammo in silenzio a guardarci negli occhi, al buio: perché, nonostante sapessi di non doverlo fare, avevo sempre più voglia di gettarmi sulle sue labbra?
Assaporarle, lasciarmi inebriare completamente dal suo profumo, e lasciarmi avvolgere dal suo corpo forte e accogliente.

Two Unusual Manhattan's Partners in Crime - The Lost Swan TrilogyWhere stories live. Discover now