Non avrei voluto essere così acida. Ma mi sembrava il modo migliore per far capire che non stavo bene.
Io NON stavo per niente bene, da troppo tempo ormai.Dicono che quando una persona soffre automaticamente cambia, alle volte in meglio e purtroppo alle volte in peggio, come con me. Mi sembra di essere diventata un mostro. E forse lo sono.
SI! Lo sono. Solo un mostro poteva odiare tutti, come me, solo un mostro poteva odiare se stessa più di quanto già odia la gente, come me.
Mi incamminai con lo skate e le cuffie a tutto volume.
*FLASHBACK*
Il mio riflesso allo specchio è orribile.
Ho tutto il trucco sbavato, gli occhi rossi e gonfi a forza di piangere, piangere e piangere, non faccio altro ormai. Ho un dolore fortissimo al petto, mi sento persa e il vuoto mi circonda, voglio solo che finisca tutto. Prima un' aspirina, poi un calmante, poi un sonnifero tutto accompagnato da della vodka lemon tanto per finire in bellezza...
L'ultima cosa che ricordo è la testa leggera, un tonfo e il buoi più totale...*FINE FLASHBACK*
Mi feci travolgere dall'ammasso di pensieri che avevo in testa a tal punto di perdere la cognizione di dove stessi andando, ripresi il controllo di me solo dopo essere finita su dei sacchi della spazzatura.
''MERDA''
Mi rialzai e mentre mi ripulivo da quello schifo lo sentii:
x: ti sei fatta male?
Sam: no guarda, mi sono fatta bene, nuotare tra i rifiuti è uno dei miei passatempi preferiti, ho vinto anche dei premi.
Lo dissi con una punta di acidità.
Il ragazzo a poca distanza da me sembrò sorpreso dalla mia risposta poco amichevole ma sembrò riprendersi in fretta dallo stupore.
X: Che caratterino! No, seriamente ti sei fatta male?
Mi guardo con occhi scrutatori.
Sam: è tutto okay.
Solo in quel momento mi soffermai sulla figura davanti a me.
Era un ragazzo più o meno della mia età, 17, aveva i capelli marrone chiaro, quasi sul rosso, tutti trasandati che però portava bene, gli occhi che giocavano ad essere sul verde e azzurro, erano bellissimi, lui era bellissimo...''Ma cosa diavolo vado a pensare?"
Mi resi conto di fissarlo, così in preda all'imbarazzo presi lo skate e me ne andai.
X: Hey tu ! Aspetta!
Non gli diedi retta, non mi importava.
Girovagai per un po' senza meta, poi tornai a casa per le 12:20.
Non volevo fermarmi in posti che avrebbero portato a galla i ricordi.
Oggi sembrava uno di quei giorni dove i pensieri sono centrati solo su quello e il blocco sul petto non si dissolve.
Mi chiusi in camera e affondai la testa nel cuscino:
*SOGNO*
Mi svegliai da quello che sembrava un coma. Avevo un mal di testa tremendo e un martello pneumatico che picchiava forte sulle tempie.
Non avevo nemmeno le forze di tenere gli occhi aperti, mettendo a fuoco l'immagine a me davanti, mi resi conto di non essere in camera mia, ma bensì in un ospedale.
Le pareti talmente bianche da abbagliare, l'odore di disinfettante, i macchinari e un ago infilato nel mio polso.
Non capivo il perchè di tutto ciò.
Non ricordavo nulla.
Mentre mi guardavo attorno mi accorsi di una sagoma seduta vicino al mio letto. Era mia madre, lo capii subito dai suoi capelli e dal suo profumo dolcissimo. Dormiva con la testa appoggiata sulle sue mani che racchiudevano la mia.Cercai di chiamarla, ma avevo la gola secca.
Sam: Ma...mamm...mamma!
Mossi la mano avvolta dalle sue per farmi notare.
Mamma si mosse un po' e alzò la testa di scatto.
Credo fosse felice e sorpresa perchè spalancò gli occhi e mi abbracciò fortissimo riempendomi di baci, quasi mi mancava l'aria, ma amavo quel profumo.Volevo rimanere abbracciata a lei ma si staccò in fretta.
Andò a chiamare qualcuno ed entrò con un dottore che mi visitò. Dopo aver compilato una di quelle cartelle che si vedono nei film si girò verso mia madre che era di fianco a me e disse:
Dott: per il momento è stabile, ma ha bisogno di molto riposo e deve idratarsi bene, ha ancora molto da espellere, per il suo trattamento non ci saranno veri farmaci, ma rimedi naturali.
Lo disse guardandomi con uno sguardo di rammarico, e continuò con voce bassa.
Dott: ne ha assunti già abbastanza.
La mamma lo ringraziò e se ne andò.
Non capivo cosa stesse succedendo.
Era ora di mettere in chiaro la situazione.Sam: cos'è successo ?
Mamma: non ti ricordi niente ?
Sam: evidentemente no.
Mia madre fece un piccolo sospiro, come per darsi forza e iniziò a parlare:
Mamma: Beh, tesoro tu eri triste, molto triste e non stavi bene, hai preso vari farmaci accompagnati da dell'alcool e hai avuto uno shock anafilattico ...
Scoppiò a piangere e io ricollegai tutto:il bagno, gli antidolorifici, la bottiglia di vodka che tenevo nascosta...loro non erano a casa.
Per un momento avrei voluto non ricordare, poter iniziare da zero.
Ma no, l'inferno d'acqua era la giusta punizione.
Affogare ogni minuto di più, e prima di annegare completamente venivo tirata su a prendere fiato solo per poi tornare ad affogare.
Sbracciare con tutta la forza per risalire era faticoso.
Avrei voluto poter finire negli abissi per sempre.
Mamma: ti abbiamo trovata stesa in bagno. Eri svenuta! Tesoro potevi morire!
Mi abbracciò di nuovo, strettissima, sentivo scendere le sue lacrime e il letto vibrare per i singhiozzi.
Mi dispiaceva vederla così a causa mia.Dalla porta entrò mio padre e mia sorella, e mi sentii a disagio, quasi fuori posto.
Catelynn:Sam!Sei sveglia!
Sam: già!
L'abbracciai, e mi venne vicino anche papà che mi stampò un bacio sulla fronte e disse
Papà: la mia guerriera è sveglia, lo sapevo che eri forte e c'è l'avresti fatta!
Lo abbracciai forte, più di quanto avessi mai fatto.
Mio padre avrebbe sempre voluto un figlio maschio, sogno di ogni padre, così io lo accontentai e si vede tutt'oggi.
Sono un maschiaccio in tutto e per tutto, se potessi tornare indietro rimarrei così come sono perchè è nel mio carattere!
Io e mio padre ci vogliamo un bene dell'anima e ce lo dimostriamo giocando insieme a basket o facendo maratone di film mangiando tante schifezze o facendo lavori manuali.Mio padre è unico, è il mio punto di riferimento ma oramai ho perso la sensibilità anche per questo...
*FINE SOGNO*
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