Capitolo 29

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*PUNTO DI VISTA DI ALEX*

Mi svegliai con un mal di testa cane,come se avessi preso una sbornia colossale o ancora Peggio avessi dato testate al muro fino a svenire.

Mi resi conto di avere solo una coperta addosso e non avere le scarpe ai piedi e la luce era spenta,mamma o papà erano entrati mentre Dormivo.

Mi tirai sù,ma solo sedendomi mi venne da sboccare,che diavolo mi prendeva?

Mi alzai a fatica giusto per mettermi qualcosa di comodo e ritornai a letto,non avevo voglia di alzarmi,non avevo voglia di mangiare,non avevo di uscire,non avevo voglia di fare niente...

Era come se mi fossi svuotato dentro.

Non avevo nemmeno voglia di dormire e questo mi rendeva ancora più nervoso perché non avevo idea di cosa volessi fare...

Le parole di mio padre mi tornarono alla mente

Scappare o lottare

Non so a cosa si stesse riferendo tutto il suo discorso,era stato davvero significativo...ma perchè?

Era riferito al mio Passato nell'altra scuola,era riferito a quello che avevo combinato ieri o aveva a che fare con Sam.......Sam,il mio cuore sentì come una fitta solo al suo pensiero,odiavo questa strana sensazione che sentivo dentro...era ridicolo,non potevo stare così per lei.

Inutile mentire,ovvio che potevo,volevo,volevo spiegazione,volevo parlarle e magari risolvere,avrei preferito anche litigarci o farmi mettere le mani addosso pur di vederla e sentire la sua voce ma allo stesso tempo non ne voleva sapere niente,volevo cancellare la sua esistenza,fare finta di niente...

Non volevo nemmeno pensarci

Rimasi a letto rimuginando sulle parole di mio padre quando mi resi conto che il mal di stesta mi era passato.

Mi alzai,presi le cuffiette del telefono un block notes una matita e mi rimisi a letto,inizia a disegnare,pur non avevo un soggetto preciso la mia mano sembrava sapere benissimo cosa stesse facendo...e dopo poco......mi resi conto di quale fosse il mio soggetto,sarebbe stata la mia opera migliore....perfetta.

*PUNTO DI VISTA DI SAM*

Mi alzai come da un coma.

Era come se il mio corpo fosse rimasto fermo per anni,avevo la gola secca ma non avevo traccia di mal di testa o nausea,non sentivo niente fisicamente ne sentimentalmente.

Era come se fossi stata svuotata,non mi dispiaceva affatto,mi rifiutavo di mettermi a pensare a qualcosa che mi avrebbe fatto star male.

Io sto bene così,non mi frega di nessuno,non mi importa,non mi importa nemmeno di me stessa,non so a che scopo vivo ma è ora di pensarci in modo da avere qualcosa su qui concentrarmi oltre ad odiare chiunque.

Mi alzai e andai dritta in bagno per fare una doccia lunga e bollente,me la presi davvero con calma perché appena uscita mi resi conto che il bagno era diventato una sauna,mi guardai allo specchio appannato e dopo aver passato la mano sul di esso mi fissai per un istante allo specchio; non c'era traccia di emozione sul mio viso,nessuna espressione,niente,mi stavo irritando sentendosi formare una spece di vuoto divoratore nello stomaco così tornai i camera per cambiarmi,mi misi una maglia nera dell' Adidas accompagnati da dei pantaloncini e le solite Converce nere.

Mi pettinai i capelli e li raccolsi in uno chignon.

Scesi in cucina per provare a riempire quello strano vuoto che sentivo dentro lo stomaco, anche se non avevo per niente fame.

Entrando in cucina trovai mio padre seduto a tavola con una tazza di caffè mentre leggeva il giornale mattutino,senza salutare mi diressi al frigo per prendere del succo,dopo essermene versata un bicchiere e aver rimesso la bottiglia nel frigo sentii gli occhi di mio padre addosso,mi avvicinai a una delle mensole e tirai fuori un croissant,stavo per uscire dalla cucina quando venni fermata dalla voce di mio padre

Adam: Sam puoi venire a sederti un attimo qui per favore

Sinceramente non ero arrabbiata con lui,senza dire niente feci come chiesto e mi misi sulla sedia a fianco della sua aspettando di sentire cosa volesse

Adam: mi dispiace che tu non abbia fatto colazione con noi,tua sorella è venuta a chiamarti ma a quanto pare eri sotto la doccia

Non dissi niente,continuai a spiluccare il resto del croissant mentre masticavo al rallentatore,alla quale dedicavo attenzione per non guardare l'uomo che mi stava parlando,vedendo che non rispondevo continuò

Adam: tua madre mi ha detto quel poco che è successo e.....

Mentre parlava smisi di masticare e mi irrigidì,non avevo intenzione di dare spiegazioni a nessuno e all'idea di un altro interrogatorio mi prese il nervoso e se ne accorse anche lui

Adam: non voglio avere spiegazioni sforzate,non ti chiederò niente,se vorrai Me lo dirai tu,ma comunque sei mia figlia,ti voglio bene,non te lo dimostro molto e mi dispiace molto per questo,ma sappi che puoi contare su di me,ti ho visto soffrire molto e ogni tanto mi sento così impotente perché non so come comportarmi e non so come aiutarti,vorrei poterti vedere felice come chiunque ma so che per te non è facile,quindi ti chiedo solo di avere pazienza con il tuo vecchio e dedicargli qualche ora libera per fare qualcosa insieme

Mi sembravano passati secoli dall' ultima volta che avevo trascorso del tempo insieme a lui e sinceramente mi manca...dopo tutta la stronzaggine non posso negare che rimane sempre mio padre e anche se non lo dico...forse...gli voglio bene....non capisco perché faccio così,prima dico di odiare tutti e maledico il mondo e poi mi ritrovo a pensare a coloro che comunque non posso detestare....non posso e basta.

Mi schiarisco la voce per via dell' imbarazzo creato dal mio silenzio

Sam: cos'avresti in mente?

A papà sputa subito un sorriso e gli si illuminano gli occhi sorpreso

Adam: quello che vuoi,sinceramente pensavo che avremmo potuto sistemare l'albero in giardino,avevamo iniziato un piccolo rifugio prima che.......beh,prima che interrompessimo i lavori,potremmo ricominciare,potrebbe uscirne un capolavoro

Mi guardò speranzoso e dopo essersi trattenuto dal dire che i lavori erano stati interrotti dopo la morte di Anne mi costringe ad accettare,senza rivelare nessuna emozione dissi

Sam: mettiamoci a lavorare allora

Il suo sorriso aumentò e ci dirigemmo nello scantinato per prendere gli attrezzi di cui avremmo avuto bisogno.

Ho accettato soprattutto per un motivo: non pensare a niente e a nessuno.

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Spazio Autrice:

scusate gli errori ma pubblicando col cellulare mi è difficile correggere,spero che continui a piacervi il mio racconto,fatemi sapere se vi piace.

Chignon.

La metà mancante di una mela...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora