Capitolo 3

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Sentii qualcuno chiamarmi e mi svegliai.
Era mia madre e per un attimo mi soffermai sulla sua figura :

Portava un paio di jeans aderenti che le risaltavano le curve, una camicetta rosa abbinata al suo tacco scamosciato e agli orecchini in perla. Sapeva essere casual ed elegante allo stesso tempo, aveva i capelli sciolti ma tenuti in ordine da un fermaglio, era poco truccata ma ben curata, la mia mamma era proprio bella.

Mamma:Hey! Ti sei addormentata e ho pensato di portarti il pranzo sù.

Mi porse un vassoio con un piatto di pasta, una mela e dell'acqua.

Dopo avermi sorriso uscì dalla stanza in silenzio.

La ringraziai e mangiai qualcosa, ma la mia mente era assente, LEI mi mancava.

Passai il resto del pomeriggio a leggere e ascoltare la musica.

Amavo leggere, era un modo per catapultarsi in un altro mondo e non pensare alla propria vita, e io ne avevo bisogno.

Cos'è meglio di un libro per far passare la giornata quando non si ha voglia di unirsi al resto del mondo?

Dopo aver cenato guardai un po' di Tv, non prestavo molta attenzione al programma in onda, ero piena di pensieri che cercavo di scacciare via il più possibile e a quanto pare non riuscivo a nasconderlo perchè mio padre se ne accorse:

Papà: Stai bene ? sembri pensierosa.

Sam: Tranquillo! vado a dormire! Notte!

Papà: okay! Buonanotte!

Mamma: Sogni d'oro!

Ma quali sogni d'oro. A me sembrava di essere in Matrix.

Volevo solo che questo giorno finisse.

*SOGNO*

Tornata a casa dall'ospedale mia madre voleva mandarmi in un centro di ricovero, per ''riprendermi''. A quella notizia impazzii, non ero tanto disperata e non mi sarei mai fatta rinchiudere in un centro per pazzi.

Dopo un enorme litigio pieno di mie urla e pianti di mia madre, li convinsi:

Non sarei andata in un centro ma avrei visto uno psicologo o meglio Melissa, la mia psicologa. Odiavo andarci, crede di poter sapere come sto, ma lei non lo sa, nessuno lo sa, quindi non volevo perdere tempo con queste idiozie.

La prima seduta

Melissa: Allora Sam, io più o meno ho capito perchè sei qui, ma tu ? Tu sai perchè sei qui ?

Sam: I miei credono che io sia impazzita.

Melissa: E tu cosa pensi, sei impazzita ?

'' Ma che domande faceva ? Avrei voluto ficcargli un pugno in bocca così sarebbe stata zitta''

Sam: non sono pazza, sono frustrata.

Melissa: perchè ?

Sam: semplice. Sono un fallimento in tutto e per tutto. Ciò che tocco si distrugge, io sono la distruzione di me stessa. E sono solo triste, tutti mi stanno col fiato sul collo, tutti credono di potermi far stare meglio, mi hanno obbligato a venire a parlare degli affari miei con una sconosciuta pensando di farmi del '' bene'', ma la verità è che se una persona è triste o trova il modo di sistemare le cose e accettà che la vita è una merda, o la fa finita, io lo so, siete voi altri che ancora non l'avete capito.

Annotò qualcosa su dei fogli e riprese a guardarmi.

Melissa: perchè credi che i tuoi genitori ti credano pazza, per cui ti hanno fatto venire da me ... ?

Sam: perchè mi sono quasi uccisa con un mix di farmaci e alcool

Melissa: Direi di partire dal principio: cosa ti ha spinto a ingerire tutta quella roba a tal punto di rischiare di perdere la vita?

Sam: La rabbia e la tristezza, le conseguenze non mi interessavano, non mi interessano tutt'ora.

Melissa: Perchè provavi questi sentimenti?

''Eccola! lo sapevo ! lo sapevo ! era ora di dirlo a voce''

Sam: La mia migliore amica mi è morta davanti agli occhi.

Mellisa: Okay, il fatto che tu sia riuscita a dirlo è un ottimo passo avanti, brava !

'' Si, visto che ci sei dammi un biscottino e grattarmi dietro le orecchie così scodinzolerò la coda e magari ti piscerò sui piedi''

Annotò altro su quei fogli e poi mi fece un sorriso rassicurante.

"Magari potrei fare un falò con tutti quei fogli, avrebbero più utilità"

Melissa: Ti va di raccontarmi cosa e come è successo ?

'' Mi prende in giro ? Certo che non mi va.''

Sbuffai rumorosamente e mi feci forza, prima sapeva come riempire quei pezzi di carta e prima avrei finito quella tortura.

Sam: La mia Anne amava le moto, faceva anche gare, un giorno doveva venire al rifugio con me e gli altri ragazzi, e ci venne in moto.
Era a qualche metro di distanza e...

"dai..."

Sam:quando un camion svoltò senza rispettare la precedenza, travolgendola in pieno.
Morì sul colpo...

"Lasciandomi da sola."

Sam:Lei è in cielo e io sono qua! Una metà non può vivere a lungo da sola .

Melissa: Scusa la mia ignoranza ma, mi spiegheresti cosa intendi con la frase :'Una metà non può vivere a lungo da sola ''

Sam: Noi eravamo una cosa sola, non era la semplice amicizia tra adolescenti, era un legame destinato a durare per sempre, era più di una sorella, lei era parte di me, ci completavamo a vicenda. Come una mela: se la raccogli e te ne mangi solo metà lasciando a terra l'altra metà, quest'ultima marcirà col tempo, lei è la parte mancante della mela, la mela eravamo noi. Qualcuno si è mangiato la mia metà e io sto marcendo. Non si possono separare due inseparabili.

Melissa: Le volevi proprio bene.

'' Ed il premio per 'MISS OVVIETÀ'' va a Melissa. Complimenti! È riuscita ad essere più stupida di "Scemo più Scemo", quel foglio incorniciato che spaccia per laurea deve essere facile da prendere"

Sam : ripeto, era mia e adesso niente ha più senso.

*FINE SOGNO*

La metà mancante di una mela...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora