CAPITOLO 8

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Il giorno dopo Grifondoro organizzò una festa per inaugurare l'inizio di un nuovo anno in cui tutti gli studenti di tutte le case erano stati invitati. Il tema era "BLACK AND WHITE". Molly aveva deciso che avrebbe indossato un abito a palloncino a righe bianche e nere, Dom aveva un vestito lungo, nero, pieno di pailette, Denyse aveva pronto per l'occasione un bellissimo abito nero monospalla, abbastanza aderente. Alycia non sapeva cosa mettere, esattamente come me, grazie ad un incantesimo trovato su alcune riviste di moda, io e Alycia potemmo creare, i nostri vestiti per la festa. Mancavano cinque ore alla festa e, mentre giù sistemavano tutto per la serata, io e Alycia facemmo un patto: Io avrei creato i vestiti a lei e lei a me. Ero preoccupata poichè lei mi ripeteva sempre di valorizzare di più il mio corpo e di buttare quei maglioni ultra larghi che portavo sempre d'inverno. Dopo una mezz'oretta avevo creato ventidue vestiti. Così andai da Alycia per portarglieli e lei mi diete i miei vestiti, secondo me saranno stati una trentina. La sfilata cominciò da lei. Tutte le mie cugine erano armate di foglio e pennarello pronte a dare il proprio parere. Dopo tre quarti d'ora scelse un abito a palloncino bianco, ricamato interamente in pizzo nero. Così partimmo alla ricerca del mio vestito, dopo mezz'ora, i vestiti erano finiti e io non ne avevo trovato nemmeno uno che mi piacesse. Mancava un'ora e mezza alla festa e mi ero rassegnata al non andare. Così, dopo che le mie cugine e Den andarono al piano di sotto mi misi il pigiama e mi stesi sul letto pronta ad addormentarmi, quando sentii qualcuno bussare alla porta. Mi alzai per aprire la porta, ma una volta aperta quest'ultima, non c'era nessuno. Notai uno scatolo e un biglietto, per terra, così li presi e rientrai in stanza chiudendo la porta alle mie spalle. Lo scatolo era tutto nero con un gioco di chiaro scuro sul coperchio. C'erano disegnati degli alberi con dei brillantini e, ai lati, nastri di brillantini su una base nera. Aprii il coperchio con curiosità. Quando vidi il contenuto rimasi sorpresa. Lo scatolo conteneva un abito nero a tubino con del pizzo bianco in alcuni punti, stupendo e delle scarpe tacco 10 altrettanto belle. Nel biglietto c'era scritto: "indossalo e divertiti alla festa. Quest'abito si intona bene con la collana. Amor, c'ha nullo amato amar perdona". Chi era la persona che mi faceva tutti questi regali? E poi perchè me li faceva? Non avevo tempo di pormi tutte queste domande. Era tempo di prepararsi per una festa da sballo. Cominciai a correre per la stanza alla disperata ricerca di cose che forse non servivano nemmeno. Andai in bagno per farmi una doccia calda così da far sciogliere un po' le mie emozioni, mi asciugai i capelli in fretta e furia, feci anche una passata di piastra per renderli più morbidi e ordinati. Visto che erano ancora un po' gonfi decisi di rimediare e cercai di aggiustarli un po'. Mi infilai il vestito e le scarpe, uscii dalla stanza e cominciai a scendere le scale con passo deciso, adesso ero pronta a divertirmi e a godermi quella serata. Quando arrivai in sala comune notai gli occhi di tutti i presenti su di me. Alla fin fine, oltre a quello stupendo vestito e alle scarpe, avevo il ciondolo a cuore, i capelli raccolti in una treccia appoggiata sulla spalla e un trucco composto da: matita sopra e sotto, rimmel, ombretto chiaroscuro per mettere in risalto gli occhi, fondotinta e phard. Cominciai a ballare come una pazza, non mi importava di quello che gli altri potevano pensare di me e non riuscivo a fermarmi. Alla fine di ogni canzone mi ripetevo "questa è l'ultima, questa è l'ultima", ma arrivava sempre una canzone più bella che mi trasportava sempre di più. Ballai per più di due ore senza fermarmi, i miei piedi cominciarono a risentirne ma la mia testa mi diceva di continuare a ballare. Con quel vestito sembrava addirittura più facile camminare, ballare, saltare. Era perfetto perchè rimaneva sempre al suo posto senza alzarsi mai. Finalmente arrivò una canzone più o meno "brutta", così ne approfittai per andare a bere qualcosa. Tutto procedeva perfettamente: ero stupenda solo grazie al vestito e mi stavo divertendo da pazzi. Eppure non mi sentivo ancora soddisfatta del tutto. C'era sempre quella vocina nella mia testa che mi diceva "chissà se tra questa gente c'è anche l'ammiratore segreto", "chissà com'è fatto". Iniziai a scurare con lo sguardo la sala comune alla ricerca di qualcuno che potesse rispecchiare l'idea che mi ero fatta sull'ammiratore segreto ma non trovai nessuno abbastanza dolce e gentile come lui, tutti i presenti erano o troppo sbronzi o troppo impegnati a fare colpo su qualche ragazza. Decisi di ignorare questi pensieri, quella sera nessuno sarebbe riuscito a togliermi l'allegria. Dopo un'altra ora e mezza di puro ballo sfrenato, decisi di uscire un po' e di andare sulla torre di astronomia, era l'una di notte quindi ero sicura che nessuno mi avrebbe trovato lì, nemmeno Gazza e il suo gatto. Appena arrivai sulla torre mi sedetti come al solito sul davanzale e ammirai la luna era bellissima. Da lassù si poteva ammirare sempre un panorama mozzafiato, su di me aleggiava un tetto di stelle, oltre le mura del castello era possibile osservare gli ampi campi, le colline si poteva vedere anche la capanna di Hagrid, usciva ancora il fumo dal camino e c'era Thor fuori che dormiva beato. I tacchi cominciavano a far male, così me li sfilai e li poggiai in terra. Quella serata fu perfetta, la musica, gli amici, il vestito non facevo altro che pensare al vestito e alla collana. Non riuscivo a togliermi di testa il vestito e il mittente segreto. Ero curiosa di sapere chi me l'avesse mandato. Insomma non mi era mai successo di avere un ammiratore segreto e poi avevo un'immagine talmente perfetta di lui, lo immaginavo serio, divertente, romantico. So che può sembrare sciocco ma per un attimo iniziai a creare un bozzetto nella mia mente di come potesse essere anche fisicamente, lo immaginai alto, magro, con delle spalle larghe e braccia possenti in cui potevo sprofondare qualora mi avrebbe abbracciata. Mentre sprofondavo nei miei pensieri vidi una civetta tutta nera con gli occhi blu volare nel cielo notturno. Si fermò d'avanti a me e mi porse la zampa, lasciando cadere sulla mia mano il biglietto che portava tra gli artigli, gli accarezzai il capo e poi volò via. Presi il biglietto e lessi:" Eri bellissima con il mio vestito e la mia collana. Buon inizio anno, sogni d'oro". Quella notte entrai nel mio letto con una confusione indescrivibile in testa.

《Spazio autrice》
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Hate or Love? [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora