Progetti.

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Andrè si svegliò infastidito dai raggi del sole che filtravano dalle tende della finestra.
Aprì il suo occhio verde e girò leggermente il volto dove si trovava il comodino con sopra un piccolo orologio: erano le sette del mattino.
Sbuffò facendo alzare il ciuffetto che gli stava cadendo sopra l'occhio e si lasciò cadere con la faccia nel cuscino; era a pancia in giù.
Si stiracchiò e si voltò dall'altro lato dove vide un bellissimo angelo dai boccoli dorati che teneva gli occhi chiusi e una mano sul ventre gonfio: sembrava talmente tranquilla e beata.
Andrè sorrise e le si avvicinò: gli piaceva molto vederla dormire.
Le diede un bacio sulla fronte, cercando di non svegliarla. Lei mugugnò e si voltò dal suo lato mentre le sue mani si misero sotto la testa: ora sì che sembrava un vero angelo.
Andrè soffocò una risata e le diede un altro bacio, questa volta sulle labbra; a quel tocco Oscar aprì gli occhi, ancora impastati dal sonno.
<< Buon giorno amore mio. >> le disse dolce Andrè.
Oscar si stropicciò gli occhi e con voce ancor fatta di sonno e sogno disse:<< Buon giorno anche a te, Andrè. >>
Le sorrise e le accarezzò quella pozza d'oro scintillante; a Oscar piaceva molto quel gesto e ,quindi, chiuse gli occhi per assaporare meglio le dita di Andrè che si andavano ad intrecciare con i suoi boccoli lucenti.
<< Forza dormigliona, dobbiamo alzarci. >> fece Andrè accarezzandole la guancia.
Oscar mugugnò e si voltò dall'altro lato:<< Ma è ancora presto ... >>
Andrè l'abbracciò da dietro :<< Per un nobile sì, non per un povero plebeo come me. Anzi, è abbastanza tardi! >>
Oscar si voltò per guardarlo e sbuffò:<< Va bene, va bene. Mi alzo. >> e sorridendogli gli diede un bacio.
Dopo che si sciacquarono il viso e si misero i vestiti scesero in sala da pranzo dove tutti li stavano aspettando.
La nonna aveva preparato i suoi buoni biscotti e la cioccolata che Oscar tanto adorava.
Già, la nonna non faceva altro che viziare sia lei che Esperanza.
<< Finalmente i due ribelli si sono svegliati! >> disse Alain ridendo, mentre vedeva Oscar e Andè scendere dalle scale.
Andrè ridacchiò:<< Buon giorno anche a te, Alain. >>
Si accomodarono e cominciarono a fare colazione.
Oscar ed Esperanza, per tutto il tempo che erano in sala da pranzo, non riuscirono a guardarsi negli occhi, tanto meno a parlare.
Esperanza si stringeva le spalle, quanto si sentiva in colpa per l'accaduto del giorno prima.
Vide Oscar alzarsi:<< Scusatemi, vado in salotto a leggere qualche libro. >> e dicendo questo si congedò.
Esperanza si morse le labbra e decise di seguirla.
Alain e Andrè si guardarono interrogativi mentre il generale accendeva la sua pipa.

***

Oscar prese un libro dalla piccola biblioteca a muro. Era un libro pieno di polvere, in uno degli scaffali più in alto dietro a due file di libri, insomma, un libro del tutto dimenticato.
Soffiò sopra la copertina usurata dal tempo del colore della carta grezza che teneva chiuso il libro da un fiocco di rafia.
Sopra c'era scritto in stile gotico a mano: " Magie, rêves et destin. "
Era molto strano trovare un libro simile nella piccola parte della libreria della famiglia Jarjayes, ma non impossibile. Infatti essendo l'anno dell'alchimia era molto semplice trovarne in giro.
Tirò leggermente un finale del fiocco di rafia e aprì il libro.
Le pagine giallastre erano piene di scritte fatte a mano e di disegni: sembrava un libro di magia oscura.
Esperanza vide Oscar che si andava a sedere sul divanetto davanti al camino.
Esperanza prese un respiro profondo e con tono che sembrava dispiaciuto le disse:<< Cosa cerchi in quel libro? Non pensavo che potesse essere uno appartenente ai tuoi generi. >>
Oscar alzò di scatto la testa, non se ne era accorta della sua presenza.
<< Che ci fai qui? >> cercò di fuggire dalla domanda fattele da Esperanza.
<< Ero venuta a scusarmi, sono stata troppo fredda e irriguardosa nei tuoi confronti ... >> Esperanza chinò la testa e con una mano si strinse un gomito.
Oscar sospirò:<< Forza, vieni qui e siediti accanto a me. >> le sorrise.
Esperanza rimase di sasso, pensava a una sfuriata.
Appena le si sedette accanto Oscar l'abbracciò:<< Non è in fin dei conti colpa tua. Mi hai semplicemente detto quello che senti. >>
Esperanza ricambiò l'abbraccio e, appena si staccò, le sorrise:<< Ancora non hai risposto alla mia domanda, però. >>
Oscar riprese il libro:<< Stavo cercando delle risposte ... Sai ho fatto un sogno in cui ...- si bloccò un secondo, non poteva dire tutto a Esperanza- in cui mi dicevano le stesse cose che mi hai detto tu. >>
Esperanza guardò il libro:<< E qual'è la tua domanda? >>
Oscar sentì la pioggia cadere fuori dalla finestra e questo, non si sa' il perchè, la fece rassicurare:<< Se si possono cambiare le cose ... >>
Esperanza accennò un amaro sorriso:<< Oscar, non mi giudicare come guasta feste ma ... sai... il destino non si può cambiare. E' già tutto scritto ed evidentemente il tuo bambino ha un progetto molto grande davanti a lui. >>
Oscar la guardò interrogativa:<< Ma se non vivrà. >>
<< Non per forza l'anima vive solo se si respira. >> e la guardò negli occhi.
Oscar si sentì a disagio ed Esperanza lo capì:<< Scusami di nuovo ... non volevo darti fastidio ... >> e si alzò per andarsene ma, Oscar la trattenne da una manica del vestito.
<< Non scusarti, hai ragione ... alla fine ci sono mille cose più grandi di noi. >>
Le due si sorrisero.

***

Era il primo pomeriggio e tutti quanti erano in salotto a conversare, eccetto Oscar che era in camera, stanca.
A un certo punto Alain guardò Andrè:<< Senti amico ma,oggi che giorno è? >>
Già, ormai si era perso il conto dei giorni.
Andrè si mise il mento fra l'indice e il pollice e ci pensò un secondo:<< Oggi è il 19, il 19 dicembre. >>
Esperanza sorrise:<< Che bello fra 5 giorni c'è la vigilia di Natale! >>
Alain rise, Esperanza era una bambina.
Andrè sorrise:<< Già, e anche il compleanno di Oscar. >>
Esperanza e Alain lo guardarono:<< Davvero? >>
<< Eh già! >>
Ad Esperanza le si illuminò il viso:<< Mi è venuta un'idea! >>
Anche il generale si mise in ascolto:<< E ci dica madam de Soissons, quale sarebbe? >>
<< Potremo organizzare una piccola festa a Oscar, credo che ne sarebbe felice. >>
Andrè sorrise pensando a tutti i compleanni di Oscar: neanche una volta aveva ricevuto una torta o un vero e proprio augurio. Era come se tutti lo scordassero.
<< Sì, lo credo anche io. >> aggiunse.
Esperanza decise compiaciuta:<< E che festa a sorpresa sia! >>

***

Oscar si era addormentata, cercando di riprendere il sonno perso nella notte precedente.

Stava di nuovo sognando.
Questa volta era in una piazza di Parigi e accanto a lei stavano due bambini, un maschio e una femmina, ma di nessuno dei due riusciva a distinguere i tratti.
La piazza era affollata e al centro qualcuno che parlava ma, l'unica cosa che riuscì a capire di tutto il discorso fu "Robespierre".
Oscar guardò di nuovo i bambini, ma non c'erano.
La folla le arrivò addosso e, solo quando si dissolse, vide difronte a lei di nuovo i due bambini: la bambina era sdraiata, priva di vita e il bambino, che la teneva tra le sue braccia, in ginocchio a terra, non faceva altro che piangere.
<< No! Perchè sei andata lì in mezzo?! >>

Oscar si svegliò di botto, ansimante.
Un altro, maledettissimo, incubo.

Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora