Blacks swans.

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Andrè corse verso Oscar che si reggeva malamente al tavolo pur di star in piedi mentre Esperanza faceva lo stesso aggrappata ad Alain.
Avevano urlato al medesimo secondo, non c'era dubbio, quasi fossero stati due gemelli.
Andrè corse a sorreggerla e a prenderla tra le braccia per correre verso le stanze di sopra della residenza estiva.
Quando arrivò al piano superiore ringraziò il cielo che si ricordasse tutto a memoria, anche se aveva rischiato di cadere per l'ultimo scalino.
Ormai le ombre lo stavano prendendo sempre di più.
La bionda fu portata in quella che sarebbe dovuta essere la sua camera mentre Esperanza in quella dove fino alla sera precedente avevano dormito con la sua cara amica.
In un attimo di quiete dal dolore, Oscar ascoltò i rumori che provenivano da sotto: gli ospiti erano in fermento e solo le poche donne salirono per andarle ad assistere.
Marie e Margueritte si catapultarono nella camera della loro "bambina" con delle tovaglie, dicendo che, a momenti, delle serve avrebbero portato una bacinella con acqua calda. Invece, con la stessa avvisaglia, Rosalie e Isabell corsero ad assistere Esperanza.
Le due ex nobili erano lontane l'una dall'altra, ma erano così vicine dentro di loro.
Entrambe erano terrorizzate: i dolori non cessavano, la paura di quei movimenti veloci e dell'agitazione che dilagava tra le persone intorno a loro.
Oscar guardò il suo amato; l'aveva detto già una volta "Sono un'incapace, da sola non riesco a fare nulla."
E lei aveva bisogno di lui al suo fianco perché da sola non ce l'avrebbe fatta.
Non parlò, con la mano avanzò nel vuoto verso la parte migliore di lei.
Essa gliela strinse, terrorizzata forse più di lei nel vederla star male e non poterla aiutare.
Lui le avrebbe tenuto la mano fino a quando tutto non sarebbe cessato e l'avrebbe abbracciata con loro figlio tra le braccia.
Andrè la vide cominciare a respirare affannosamente per poi accorgersi che sul volto della sua dea ci fossero delle lacrime fatte di lame e dai suoi occhi traspariva il terrore di chi ha l'oblio davanti a sé.
《 Oscar... perché piangi? - le chiese a fil di voce - Andrà tutto bene, vedrai. 》
Ma Oscar strinse le palpebre e le labbra ferocemente come per ricacciare dentro qualcosa di più di semplici lacrime.
Andrè si sentì una brutta sensazione all'altezza del cuore come se in un attimo glielo avessero stretto in una morsa.
Poi la nonna le fece piegare le ginocchia e alzare la veste preparandosi una tovaglia di quelle portate prima, mentre una serva portava dell'acqua.
Il volto di Marie proponeva un'espressione seria: 《 Ora respira profondamente, Oscar. E appena cominci a sentire le contrazioni devi iniziare a spingere. 》

***

Alain si inginocchiò accanto al letto ove vi stava sua moglie.
Le stringeva forte la mano mentre le riempiva di baci la fronte.
Il volto della sua piccola Esperanza era invaso dal terrore e dalle lacrime: era così piccola e sola per affrontare tutto questo.
Anche ad Alain scese una lacrima: si sentiva un mostro.
《 Perdonami Alain... 》la voce di lei fu un tenero sussurro invaso dal pianto.
《 Di cosa, amore mio? 》lui cercò di negare le altrettante lacrime.
《 Questa sarebbe dovuta essere la nostra notte di nozze e invece... 》non riuscì a completare la frase che un urlo le attraversò le labbra.
Alain si avvicinò al suo orecchio:《 Non ti devi preoccupare di questo. Mi stai per dare qualcosa di molto più prezioso e poi, ormai abbiamo l'eterno davanti a noi. 》
Isabell le asciugò la fronte con un fazzoletto, poi Rosalie la guardò:《 Madame de Soisson, ora deve cominciare a spingere. 》

*** ( Per queste due parti a seguire consiglierei l'ascolto della canzone "Human" di Oscar Zia. ) ***

Il generale era in corridoio, di fronte alla stanza di sua figlia.
Non dell'ibrido che aveva creato, ma del suo più grande capolavoro.
Del suo unico e vero angelo che aveva combattuto per ciò che era giusto.
Della sua bambina.
Stava seduto fra tutti quei soldati che guardavano con preoccupazione le due porte di legno dipinte troppo elegantemente per loro.
Il conte di Fersen era uscito sul balcone alla fine del corridoio, ma Augustin non ne capì bene il motivo.
Si portò il volto tra le mani cercando di calmare tutti quei sentimenti che gli vorticavano dentro.
《 Perdonami Oscar, perdonami. 》
Poi dagli scalini spuntarono Bernard e il dottore.
Il generale si alzò di scatto andando a stringere la mano a quest'ultimo.
《 Salve dottore, spero che ci possa aiutare. 》
《 Farò tutto quello che posso, ma prima vorrei vedere entrambe le pazienti per vedere chi ha bisogno di maggiore aiuto. 》
《 Certamente dottore, prego. 》e si scostò vedendolo entrare in entrambe le stanze delle donne.

Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora