Il giorno tanto temuto era arrivato.
Lady Isabell fu svegliata all'improvviso dai raggi del sole che penetravano nell'ambiente lasciati passare dalle tende appena aperte da Roxanne.
Gli occhi morati di Isabell si dischiusero appena, tanto da far illuminare il suo sguardo circondato dai capelli rossi. Vide la sagoma formosa della sua governante in controluce che le stava difronte, invogliandola ad alzarsi.
Lady Isabell si alzò, svogliata, dal morbido letto della sua camera per poi seguire la donna al centro della stanza dove l'avrebbe sciacquata e poi vestita.
La contessa, ormai coscente che la sua vita sarebbe cambiata da quel giorno, si mise ad osservare gli ultimi momenti che avrebbe passato in quel modo con la sua governante.
Roxanne era una donna sulla trentina d'anni, formosa e di bell'aspetto. I suoi capelli erano castani con tendenze al rossiccio e i suoi occhi erano azzurri con dei riflessi grigi. Si mise ad osservarla meglio mentre le fasciava il busto con il corsetto; lo specchio che si trovava in camera di Isabell era molto grande.
In quello specchio si vide addosso il suo nuovo vestito nero comprato per l'arrivo del suo futuro marito.
Era un bell'abito: il corpetto con un disegno medievale di colore dorato le scopriva il petto e le maniche finivano larghe lungo le braccia; la gonna era semplicemente nera e a palloncino, degna del 700.
《 Talmente bello che per un'occasione del genere è sprecato. 》 Si ritrovò a farfugliare.
Per ultimo, Roxanne, le intrecciò i capelli nel suo tanto adorato chignon tenuto fermo da una treccia.
《 Lady Isabell, ora è il momento del trucco. 》fece per invitarla a sedere nella toilette.
Lei le sorrise gentilmente:《 Vai Roxanne, mi truccherò io stessa oggi. 》
La governante fece un inchino e si congedò.
Quando la porta si chiuse, la contessa non riuscì a far altro che lasciarsi cadere sulla poltroncina della toilette. Prese un respiro profondo e cominciò con la cipria. Quando ebbe finito con quest'ultima si sentì come un cadavere talmente era il biancore, anche se pensò che se lo fosse stato veramente non sarebbe stato affatto male.
Prese il suo adorato rossetto rosso che passò con attenzione sulle sue labbra e per ultimo fece per prendere il blush, ma si disse che era molto più bello sembrare un vampiro che uno di quei pagliacci da circo delle dame di Francia.
A questo pensiero rise per poi uscire dalla stanza riflettendo come, il conte di Fersen, potesse mai essersi innamorato di una donna di quel genere.***
Hans era arrivato alla dimora Lockwood in tarda mattinata, accolto da Roxanne e il padrone.
《 Benvenuto conte di Fersen. 》
Il conte Lockwood era uomo alto e muscoloso, anche se aveva una certa età che si faceva ben vedere dalle rughe del sorriso e i capelli bianchi tenuti in una coda da un nastro blu talmente scuro da sembrare nero.
《 Grazie signor conte. 》e mentre avanzava con i primi passi nella magione stile medievale, due delle serve cominciarono a prendere i suoi bagagli.
《 Conte di Fersen, permettetemi di farle fare una visita nel mio palazzo: avrete modo di conoscere tutte le stanze e potremmo conoscerci meglio. 》
Fersen accennò un sorriso:《 Ma certamente. 》La visita della magione durò un paio di ore, bastanti per conoscere tutte le stanze, per parlare con il padrone della dimora e per far vedere anche la prima parte della tenuta.
Anche se Fersen, in cuor suo, non poteva far altro che sentirsi distrutto per la lontananza dalla sua regina, non potè far a meno di gradire la compagnia del conte Lockwood.
Un uomo tutto d'un pezzo, gentile, cordiale, pieno di idee, quasi sognatore e molto studioso.
Fersen, per la prima volta, non poté far altro che osservare con ammirazione degl'occhi che non erano della sua amata Maria Antonietta. Gli occhi del conte erano di un azzurro cristallino e quando lo vedeva parlare non poteva non notare che brillavano ad ogni parola.
Poi, ad un tratto, arrivò Roxanne:
《 Padrone, volevo avvisarvi che il pranzo è servito. 》
La voce profonda del conte risuonò fin dentro al corpo del giovane con una grossa risata:《 Bene, bene. Signor conte Hans Axel von Fersen, vi invito a pranzare con noi. Così finalmente potrete incontrare la vostra futura moglie. 》
Hans abbassò lo sguardo, abbozzó un sorriso e fece cenno di consenso.
Gli occhi intelligenti di Lockwood lo scrutarono e gli diede una pacca sulla spalla:《 Qualcosa non va, ragazzo? 》
《 N-no. Assolutamente signor conte. 》Fersen cercò di uscire dalla situazione che, ai suoi occhi, sembrò imbarazzante.
Il più anziano rispose con un'altra sua risata:《 Siete sicuramente nervoso per il fatto di incontrare mia figlia. Dopotutto non potrei darvi torto, non la conoscete nemmeno. Ma non vi preoccupate, sarà sicuramente un buon partito per voi. È una ragazza intelligente e le piace molto leggere. Non vi preoccupate. 》Lady Isabell fece un respiro profondo, l'ultima rampa di scale e sarebbe andata incontro alla sua morte.
Strinse le dita attorno allo scorrimano della scala, indecisa sul da farsi.
Chiuse gli occhi un secondo, il tempo di convincersi psicologicamente che non avrebbe potuto rimanere lì per sempre; poteva anche sentire suo padre che conversava allegramente, molto probabilmente con il suo futuro marito.
Aprì gli occhi, lo sguardo di Isabell si fece quasi crudele e sorrise convinta di ciò che stava per accadere.
Se devo morire tra le fiamme ... essia.
Toccò il parquet di legno con i suoi tacchi facendo vibrare il suono nella stanza e si avvicinò sempre di più alla porta della sala da pranzo.
Quando si ritrovò davanti ai legni intagliati dell'uscio si convinse di far la sua entrata a testa alta e bussò con sicurezza.
《 Avanti. 》 La voce del padre risuonò forte e allegra fino alle orecchie della figlia che girò con finta tranquillità il pomello.
Fece qualche passo in avanti, solo lo sguardo era tenuto basso.
《 Vi presento mia figlia signor conte: Lady Isabell Lockwood. 》
Si trovarono uno difronte all'altro e quando i loro sguardi, da prima tenuti sul pavimento, si incrociarono, nel petto di entrambi avvenne una morsa.
《 Piacere di conoscerla conte di Fersen. 》 Isabell riuscì a trattenere con maestria la maschera di ferro che si era creata poco prima di entrare.
《 Incantato di fare la vostra conoscenza. 》 fece di risposta inchinandosi e baciandole la mano.
Si accomodarono e trascorsero il pranzo in silenzio, finchè il conte Lockwood non li invitò a fare un giro da soli per potersi parlare.
Cosa che fu accetta di mala voglia da entrambi.Giunti fuori, Isabell e Fersen, rimasero in silenzio a testa bassa fino alla radura che si estendeva a perdita d'occhio alle spalle del palazzo.
《 Mio padre vi ha mostrato la tenuta? 》
《 Solo una parte. 》
Freddo. Era questo ciò che c'era fra di loro ma, in un modo o nell'altro dovevano farlo sparire.
Isabell non disse niente ma, fece intendere di seguirla lungo il sentiero che si trovava all'estrema destra tra gli alberi.
Per metà del tragitto continuarono a rimanere in silenzio finchè, questa volta, non fu Fersen a interrompere quell'atmosfera congelante:《 Lady Isabell ... 》provò a chiamarla con il risultato di uno sguardo assassino posato sul suo.
《 Sì, conte? 》
Lui degluttì《 Eravate voi ... quella sera? 》
E fu qui che la maschera di Isabell si ruppe, in mille pezzi, per il dolore e il peso della sua ferita.
Lo sguardo di lei si fece umano e cominciò a intingersi di lacrime calde.
《 Sì... 》
Nel cuore di Fersen si fecero largo due sentimenti: la tenerezza e la rabbia.
La vide lì, in un mare di lacrime che non le permettevano, a momenti, neanche di parlare.
Quanto poteva essere stato crudele e meschino nei confronti di quella giovane donna che non poteva avere più di 28 anni?
La fece fermare e si mise in ginocchio prendendo una mano fra le sue:
《 Lady Isabell, lo so che è difficile ma... vi prego di perdonarmi, quella notte non ero in me. Perdonatemi ve ne prego. Vi ho fatto del male, me ne rendo conto e... e ora farò di tutto per rimediare. 》
Il cuore di Isabell sobbalzò.
Perché sento il mio cuore farmi così male? Mi sto forse innamorando della persona che mi ha distrutto la vita?
Non riuscì a frenare le parole:《 Ormai è successo e da un lato ringrazio il cielo che siate voi il mio futuro sposo. 》
Nel volto di Fersen si formuló un'espressione interrogativa:《 Perdonatemi, ma non ne comprendo il motivo. 》
《 Siete stato sempre voi che mi avete strappato il filo della purezza... Se fosse stato qualcun'altro, la prima notte di nozze, mi avrebbe sicuramente ripudiata. 》
Fersen si alzò e senza pensarci si lasciò andare a un movimento spontaneo: l'abbracciò e lei non riuscì a far altro che ricambiarlo.
Dopo che si staccarono non poterono far altro che cominciare a parlare uno dell'altro.
Perché, alla fine, sarebbe dovuto accadere.
Parlarono di libri, di musica, di poesia, di natura e anche di vini.
Fersen si sentì come a casa.
Isabell era una donna affascinante con cui si poteva parlare di ciò che si voleva, era bello godere della sua compagnia.
Poi arrivò la fine del sentiero che si lasciava sovrastare dall'erba congelata sotto la neve.
《 Lady Isabell, ora dovremmo tornare indietro. 》
Lei lo guardò:《 Perchè? 》
《 Non vedete? Il sentiero è finito. 》
E chissà per quale motivo lei cominciò a ridere, lo prese per mano e lo portò tra la neve bianca.
《 Ma che fate Lady Isabell? 》
Lei continuò a ridere:《 Avete paura della neve, conte? 》
Lui, allora, sorrise:《 Affatto. 》
E gli arrivò una palla di neve sulla spalla.
Rimase un attimo sbalordito per il comportamento di Isabell.
In Francia non era abituato a provare gioia.***
Ritornarono al tramonto, infreddoliti e bagnati, ma stavano bene.
Isabell ancora non riusciva a crederci.
Aveva giocato in casa col suo nemico.
Dopo tutto ciò che aveva passato.
Il destino è proprio strano a volte.
E poi, quando fece per salire le scale, si sentì bloccare da un richiamo: 《 Buona notte Lady Isabell. 》 Vide sul suo volto un dolce sorriso.
《 Buona notte Fersen. 》
Ma quando si chiuse nella sua camera ebbe la sensazione di sprofondare.
E se era tutta finzione dipinta su cieli di carta?
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Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.
FanfictionE se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno volesse mai dirci? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto. E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse q...