From white with love.

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Erano passati i giorni ed il matrimonio era ormai imminente.

《 Su, voi due, salutatevi per bene che domani non vi vedrete per tutto il giorno. 》Andrè spinse dalla spalla Alain, che si ritrovò a un millimetro di distanza dalla sua futura sposa.
Lui la guardò:《 Spero che tu starai bene lì ... e se avete dei problemi non esitate a chiamarci. 》
Esperanza divenne leggermente rossa, ma sorrise:《 Grazie Alain, ma non ti devi preoccupare per noi ... e della tua assenza, stai tranquillo, che non ne morirò - rise un attimo vedendo il suo amato guardarla con uno sguardo indecifrabile - Siamo stati una vita lontani e per un giorno non avrà molta importanza, visto che dopo sarà per sempre. 》
I due si sorrisero dolcemente e si baciarono.
Poi lo sguardo di Alain passò su quello dell'amico:《 Hey, Andrè! Guarda che anche tu dovresti salutare la tua dolce metà visto che per questa sera e domani sarà con la mia! 》 strizzò l'occhio mentre Andrè si mise una mano dietro la testa.
Alain aveva ragione: anche lei se ne sarebbe andata, insieme a Margueritte e Marie.
Le donne di casa si sarebbero trasferite per quei giorni alla tenuta estiva dei Jarjayes per aiutare la sposa e seguire la tradizione.
Con qualche falcata sul prato verde smeraldo, Andrè raggiunse Oscar e i suoi nivei vestimenti leggeri che accarezzavano il suolo ringiovanito dopo un lungo inverno.
Andrè la strinse forte:《 Lo so che saranno solo un paio di giorni ma, sono preoccupato ... 》
Oscar fece un risolino mentre si scioglieva lentamente dalla presa decisa di lui:《 E di cosa, esattamente? 》
《 Oscar- iniziò - stai per entrare al nono mese di gravidanza e tutto ti sta diventando più difficile da svolgere... E se ti accadesse qualcosa? O accadesse al bambino? Io... 》
Stava per continuare, quando Oscar gli sfiorò le labbra con un dito:《 Non preoccuparti, sono sicura che non accadrà nulla. 》
Andrè fece spallucce:《 Mi fiderò. 》e le diede un tenero bacio sulle labbra.
Finiti tutti i saluti, le donne salirono nella carrozza, chiamata dal generale, della residenza estiva e sparirono dopo qualche curva sui ciottoli.
Augustin e Alain entrarono in casa, pensierosi di come avrebbero dovuto occuparsi della casa essendo che ora non c'era neanche una donna.
Si guardarono intorno:《 Hey Andrè, spero che tu sappia cucinare essendo che è il tramonto e io sto morendo di fame! 》 Alain rise spostando il capo verso il suo lato destro, ma sia lui che il generale videro che non c'era.
Andrè rimase un attimo immobile, a un metro dalla porta.
Dal giorno in cui erano andati in chiesa non era riuscito a levarsi quel senso di sentirsi osservato.
Addosso si ritrovò un senso di essere seguito da uno sguardo non troppo lontano da lui. Si voltò verso il laghetto scintillante di raggi riflessi, fino allo scorgere un lesto movimento tra i cespugli che echeggiarono un rumore che giunse alle sue orecchie.
Andrè cercò di mettere a fuoco il più possibile quel frammento di paesaggio che si stagliava davanti a lui e con cautela avanzò di qualche passo, accorciando sempre di più la distanza che lo divideva dalla presunta siepe.
《 Andrè! 》 la voce del generale lo aveva richiamato dagli interni della magione e lui, anche se libero, non riuscì a far a meno di reprimere il senso di andare verso il vecchio e caro padrone.
Quando si sentì chiudere la porta, Ancolie lasciò andare un sospiro: questa volta c'era mancato davvero poco.

***

La prima a scendere fu Marie, con la sua solita cuffietta sul capo, seguita da tutte le altre.
Davanti a loro si mostrava la grande tenuta Jarjayes avvolta dal buio e dal suono delle onde del mare.
Il buio che l'avvolgeva era come un quadro che rappresentava l'infinito prima di arrivare alle grinfie del Diavolo. Infatti, essa era cupa e talmente alta che sembrò non avesse fine verso il cielo; le poche luci che provenivano dall'interno giungevano tremolanti e fatue; i cancelli alle spalle delle donne erano alti con aguzze lance verso l'etere nero e segnavano l'inizio di un boschetto di pini e querce.
Esperanza si ritrovò a stringere, incoscientemente, la mano di Oscar che le dava estremamente sicurezza e la invitava ad entrare. Con una mano si strinse al pugno il vestito rosso dai rifinimenti neri e le vennero i brividi lungo la schiena al sentir chiudere in mal modo la porta strillante ed i propri passi scricchiolanti lungo il parquet lucido.
Poi una luce veniva velocemente verso di loro dal piano superiore; Esperanza strinse ancora di più la mano intorno a quella dell'amica e trattenne il fiato.
I passi veloci risuonavano sordi in quel pesante silenzio lugubre di una notte nera di aprile.
《 Chi va là? 》 la voce roca e incerta di un ragazzo si fece strada fino alle loro orecchie, prima di presentare un volto chiaro e leggermente arrossato sulle gote.
《 Sono la padrona di casa, Xavier. 》 Margueritte fece qualche passo in avanti, verso la luce della candela, arrivando al primo gradino della scalinata.
Xavier scese le scale velocemente facendo ondeggiare i riccioli castani tendenti al rosso.
《 Perdonatemi Madam, non vi aspettavamo ... 》 fece un inchino garbato per poi salutare adeguatamente le altre donne.
Quando Oscar incrociò il suo sguardo nocciola gli sorrise:《 È davvero un piacere rivederti. 》
Xavier sorrise a sua volta quasi non riconoscendola:《 Madamigella Oscar ma ... siete voi! 》 sembrò quasi che la volesse abbracciare.
Oscar e lui si erano rivisti in più possibilità, essendo che la residenza era più sfruttata da lei e Andrè che dai padroni, e Oscar lo vide crescere; prima bambino ora ragazzo.
Poi gli venne presentata Esperanza e spiegato il motivo della loro permanenza.
Xavier chiamò alcune delle domestiche che, scesero con vestaglie allacciate alla cintola, che gioirono nel vedere "i miglior padroni che potessero capitare".
Poi, dopo che le camere furono pronte, il ragazzo le fece salire lungo il corridoio del piano superiore mostrando i vari dormitori.
Dopo che fu accompagnata Oscar, sopraggiunse il turno di Esperanza che si raccolse tremolante tra le spalle: la dimora le metteva i brividi, le ricordava una di quelle immagini che aveva visto in un suo libro dove raccontava la storia di un principe trasformato in bestia da una fata.
Oscar rimase un secondo ad osservarla dallo stipite della porta per poi avvicinarsi velocemente al suo lato sinistro:《 Non ti preoccupare Esperanza, ti farò compagnia io. Ormai non sarai più sola. 》
La corvina le sorrise grata ed insieme seguirono Xavier fino alla stanza successiva.
Il ragazzo le lasciò davanti alla porta, dopo esser entrato per accendere qualche lume e fare luce nella stanza, poi si congedò ansioso nel vedere la sua prossima a spegnersi.
Oscar entrò con Esperanza ed entrambe si cominciarono a guardare intorno facendo varie e lente piroette creando dei suoni allo strofinare dei lunghi vestiti.
La camera degli ospiti era accanto a quella di Oscar, quasi come se fosse un onore per chi venisse a soggiornare nella casa del più grande generale e del più grande comandante di tutta Francia. Le pareti erano rosse, ornate da foglie dorate mosse dal vento che partivano dal tetto, come una trasformazione di tessuto di quelle di legno dorato che le univano al soffitto di noce scuro; al centro vi stava il lampadario, non troppo grande ma neanche troppo piccolo, abbastanza elegante per far risaltare il tetto sobrio; nella stanza, poi, risiedevano un letto matrimoniale a baldacchino dai toni del rosso di noce scuro, un armadio ben lavorato alla sua sinistra e di fronte dei cassettoni del medesimo legno a cui, accanto, vi stava un separé con fantasie naturali; per ultimo, il pavimento di parquet era ricoperto da un unico e grande tappeto persiano.
Esperanza andò a sedersi ai piedi del letto continuando a guardarsi intorno: non era così terrificante come ciò che aveva visto fin'ora.
Poi qualcuno bussò alla porta: Xavier aveva portato i bagagli.
Prima di congedarsi con un semplice inchino si rivolse alla padrona:《 Le salgo immediatamente i bagagli Madamigella. 》
La bionda annuì e quando il ragazzo scomparve nuovamente, lei si girò verso l'amica:《 Spero che questa camera sia di tuo gradimento. 》
《 Immensamente Oscar ... 》
La bionda la guardò interrogativa:《 Qualcosa non va? 》
Esperanza si morse le labbra e guardò in basso, mentre Oscar si avvicinava lentamente a lei.
《 Con me puoi parlare. 》 Oscar le mostrò uno dei suoi più dolci sorrisi mentre le prendeva il mento tra l'indice e il pollice, costringendola a farsi guardare.
Le guance della corvina si tinsero di rosso:《 Io... 》
《 Sì? 》
《 Ecco... vedi ... io... ho paura ... 》
Oscar la guardò tra il divertito e l'addolcito: alla fine, Esperanza era pur sempre una ragazzina di quasi diciassette anni.
《 Ti prego... non prenderti gioco di me ... 》
Oscar fece un piccolo risolino:《 Non mi prenderò gioco di te, stai tranquilla. 》
Poi Xavier bussò nuovamente alla porta:《 Madamigella, le ho lasciato i bagagli in camera sua. 》
Oscar lo guardò un secondo per poi accennare un sorriso:《 Oh, per favore Xavier, potresti portarmeli qui? Passerò la notte in questa camera. 》 e il ragazzo eseguì gli ordini sotto gli occhi sorpresi di Esperanza.
《 Ma non ve ne era bisogno ... 》
La bionda l'abbracciò più che poté per poi aggiungere divertita:《 Non è da me lasciare damigelle in difficoltà. 》 ed entrambe si misero a ridere.

Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora