Isabelle abbassò con cautela la maniglia di ferro della porta. Quando si sentì lo scatto, il suo respiro rimase a mezz'aria: doveva uscire da lì dentro; prima o poi lo avrebbe dovuto fare.
Prima di avanzare di passo guardò dalla piccola fessura che aveva creato, per vedere se qualcuno passasse in quell'istante; non sentì e non vide alcuna cosa.
Lentamente aprì quasi del tutto la porta e uscì, purtroppo, dalla sua camera.
Il suono di una voce che la chiamò dalla parte invisibile dall'interno, nell'angolo che veniva nascosto dal legno, la fece sobbalzare. Per un attimo pensò che fosse Fersen, ma la voce era troppo cupa e anziana per essere lui.
Isabelle si girò lentamente e il suo sguardo si incrociò con quello occhialuto di Archibald.
《 Mi hai fatto spaventare! 》 disse lei ricominciando a respirare e portandosi una mano al petto.
《 Mi dispiace Lady Isabelle, non era mia intenzione. - chiuse completamente la porta - Finalmente è uscita. 》
Lei abbassò lo sguardo, non seppe che dire.
Archibald le sorrise:《 Non si preoccupi del tempo, ha fatto la cosa giusta ora. E ora suo padre sarà più tranquillo. 》
Isabelle si fece scendere alcune lacrime:《 Dovrò rivedere il conte, non è vero? 》
Lui, rattristito, annuì col capo.
La dama si buttò fra le braccia del suo maggiordomo personale che l'aveva cresciuta come una figlia:《 Ho paura Archy... ne ho abbastanza... 》
Lui la strinse di più a sé:《 Oh, Lady Isabelle. Ci sarò io accanto a lei. 》
E porgendole il braccio scesero le scale verso le voci del conte Lockwood e di Hans.***
《 Forza fatemi due belli autografi. 》
Andrè era sceso dalla camera di sopra per arrivare nel salotto dove si erano stanziati Alain ed Esperanza.
Alain guardò un secondo i fogli: 《 Che cosa sono? 》
《 Lettere. 》 rispose Andrè in maniera piatta.
Alain le riguardò cercandone di capire il senso ma, prima di poter dire altro, Esperanza si agregó alla conversazione:《 Ho pensato di invitare Rosalie e Bernard ... 》disse a fil di voce.
Lui la guardò:《 Ma sono sposati, abitano nello stesso appartamento. Che senso hanno due lettere? 》
Andrè si slanciò una mano verso il viso provocando rumore:《 A volte sembri proprio idiota. 》
Alain si alzò di scatto dal divanetto arrivando a prendere Andrè dalla camicia; intervenì sua moglie:《 Alain relájate, por el amor del cielo! Non voleva offenderti. Comunque l'altra è indirizzata ai soldati della guardia metropolitana; pensavo ti avrebbe fatto felice. 》
Lui spostó lo sguardo prima sui fogli e poi su di lei:《 Spero che tu stia scherzando. 》
Esperanza guardò l'espressione quasi sconvolta di lui, cercando di comprenderne il messaggio criptato che le voleva mandare:《 Non capisco cosa ci sia di male, alla fine sono vostri amici. 》
L'ex soldato degluttì.
Era vero.
Quelli erano stati suoi amici, dei ragazzi buoni che lo avevano accolto come una seconda famiglia per poi farlo "capo" del gruppo.
Ma dopo quella reputazione, come lo avrebbero visto lì, in piedi all'altare, mentre aspettava la sua sposa?
Si fece mille complessi finchè la mano di Esperanza non prese la sua che strinse con dolcezza:《 Alain, andrà tutto alla meraviglia; non preoccuparti per loro, credo che saranno molto comprensivi. 》
Lo fece convinto e si sorrisero:《 Allora? Firmi? 》
《 Va bene... 》
E intingendo la penna nell'inchiostro che aveva portato l'amico firmò insieme a lei.
Poi un ticchettìo sul braccio.
Guardò Andrè:《 Che c'è? 》
《 Mi potresti anche lasciare adesso. 》
Alain lo scrutó un secondo: lo teneva ancora levitante dalla camicia bianca.
《 Oh sì, certo. Scusami, me ne ero scordato. 》
E lo lasciò con i piedi per terra.
Andrè si ricompose e risalì le scale per andare a prendere le buste dove mettere le lettere.***
Archibald guardò con amore paterno "la sua bambina" cercando di dirle che non l'avrebbe mai lasciata per un minimo secondo nella sua vita.
Da sempre accanto a lei, a proteggerla, a crescerla fin dalla tenera età di quattro anni.
Lui e Roxanne furono come genitori per lei visto che la contessa morì dopo un anno dalla sua nascita e il conte era troppo impegnato nei suoi affari per stare tutto il tempo dietro la figlia.
Archibald la rimembró ancora un secondo, quando la teneva in braccio durante i temporali perché lei ne aveva paura; e per un secondo gli parve di sentire un pianto sommesso di Isabelle che gli gridasse proprio questo.La dama entrò nella camera con un rumore sordo che procurava lo strascico del vestito, rompendo il pesante silenzio che si era andato a creare.
Archibald stava a un passo dietro di lei, sul lato sinistro, fingendo di osservare ben poco la scena. Ma lo vedeva bene lo sguardo benevolo finto del conte Lockwood, adirato con la figlia per essere scomparsa da giorni nella sua camera.
《 Lady Isabelle. 》 Il giovane conte che da qualche settimana si era trasferito nella loro dimora l'aveva chiamata dolcemente.
Archibald lo scrutó silenziosamente insieme ad Isabelle, anche se non riusciva a capire cosa avesse di così irritante per lei.
Lo vide ancora, dolce e preoccupato per la salute della sua futura consorte, avvicinarsi a lei e stringerle una mano.
Isabelle gli sorrise debolmente: l'aria stava diventando pesante.
Il conte Lockwood, che Archibald mai vide in quel modo, si alzò serio dalla sedia di legno intagliata e dal cuscino rosso rubino.
《 Isabelle, lo sai che ti dovresti scusare con il conte, non è vero? 》
Lei schiuse le labbra, stava cercando di trovare una frase adatta nel rispondere ma, Fersen, la precedette:《 Conte Lockwood, non si preoccupi. Non ho bisogno di queste cose. È normale che tra me e sua figlia non ci sia ancora molta confidenza, ma stia tranquillo che l'andremmo a creare- Isabelle lo guardò in cerca del colpo che voleva andare a parare- Anzi, vostra figlia mi ha dato il tempo di formulare una splendida idea per poter far sciogliere il ghiaccio che c'è tra di noi. 》
Ora anche Archibald e il conte Lockwood lo guardavano pensierosi.
Fersen le strinse una mano:《 Avevo pensato di portarla in Francia per un periodo di due settimane, per farle vedere dei posti meravigliosi e così poterci conoscere meglio. 》
Un rumore sordo di un vassoio che cade con sopra delle tazze invase l'ambiente: Roxanne era appena entrata per portare il thé.
Dal viso dell'omone si inarcò uno splendido sorriso che lo fece avvicinare ai due giovani, non curante dei ciottoli della porcellana di Copenaghen che si trovavano a terra.
《 Ma che meravigliosa idea! E quando avevate pensato di partire? 》
《 Se lo permette, anche domani. 》
Nella gola di Isabelle si formò un nodo.
《 Ma certamente! Sì, sei proprio un meraviglioso ragazzo. 》
In quel momento si maledisse per non essere rimasta ancora chiusa in quella camera.***
《 Sur le pont d'Avignon,
On y danse, on y danse,
Sur le pont d'Avignon,
On y danse tous en rond. - Ancolie sedeva sotto le fronde del suo solito albero, ormai divenuto la sua postazione fissa di ogni sera. - Les belles dames font comme-ça
Et puis encore comme ça... - Canticchiava una filastrocca che l'era stata insegnata da piccola mentre si pettinava i lunghi capelli - Sur le pont d'Avignon,
On y danse, on y danse,
Sur le pont d'Avignon,
On y danse tous en rond.- Quella filastrocca la sentiva forte e chiara in cuor suo.- Les beaux messieurs font comme ça
Et puis encore comme ça... - immaginandosi lei e il suo amato danzare. - Sur le pont d'Avignon,
On y danse, on y danse,
Sur le pont d'Avignon,
On y danse tous en rond.- pensó a quanto potesse essere bello con l'uniforme militare mentre le stringeva il fianco per danzare in mille piroette- Les militaires font comme ça
Et puis encore comme ça... - Lo sapeva che sarebbe successo. Lui avrebbe ceduto alla sua bellezza, lasciando quell'ibrido da solo, com'era giusto essere.- Sur le pont d'Avignon,
On y danse, on y danse,
Sur le pont d'Avignon,
On y danse tous en rond.- Così lei e il suo amato Andrè avrebbero potuto danzare per sempre sulle note che suonavano per loro i musici della Francia, innamorati del loro amore-Les musiciens font comme ça
Et puis encore comme ça...- Un meraviglioso groviglio di danze e musiche solo per loro due - Sur le pont d'Avignon,
On y danse, on y danse,
Sur le pont d'Avignon,
On y danse tous en rond. 》
Le luci della casa si spensero e Ancolie si alzò nel buio della notte, rivolgendo il suo sguardo alla finestra della casa dove doveva esserci la stanza dell'uomo che amava.
《 Tu verrai a me, un giorno. 》e andò verso la stradina di pietre bianche che riportavano al centro della cittadina.
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Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.
FanfictionE se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno volesse mai dirci? Magari un segreto che con la loro morte non è mai stato detto. E se vi dicessi che sopravvivessero alla rivoluzione e il destino gli serbasse q...