Ancolie.

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Era da un paio di giorni che gli stavo accanto.
Era un uomo dai meravigliosi capelli castani e con lo sguardo di un verde magnetico.
Di solito mi avvicinavo agl'uomini per lavoro: un po' di belle parole, qualche carezza e parola di conforto per far colmare il dolore dei litigi con la moglie e poi la parte essenziale del lavoro sarebbe arrivata in qualche minuto.
Ma lui, dopo che mi avvicinai, rimasi come tramortita.
Lui era diverso e questa volta anche quella... moglie? Se si può chiamare così un essere che porta un nome da uomo.
Si era un po' aperto con me (anche se ho dovuto fargli bere molti bicchieri di vino), ma non sono riuscita lo stesso ad ottenere abbastanza e a portarlo nelle stanze di sopra.
Io, la migliore tra tutte, colei che riesce a conquistare tutti gli uomini.
Io, Ancolie.
Chiamata in questo modo per il significato dell'omonimo fiore che significa "tradimento".
Ma io riuscirò a conquistarlo, in un modo o nell'altro.
E questa sera è di nuovo lì, al solito angolo della locanda.
***

Alain scese con decisione dalla sella di cuoio.
Sicuramente, Andrè, non sarebbe andato troppo lontano; magari nella classica locanda da lui frequentata ad Arras.
Quella notte c'era movimento: le voci provenivano sorde e fastidiose dalla porta che non faceva altro che aprirsi e chiudersi facendo uscire, od entrare, svariate coppie lussuriose e infuocate.
Alain attraversò la porta e si ritrovò davanti vari strati di folla, era come se tutti fossero uno sopra l'altro.
Cercò di crearsi un varco mentre vagava con lo sguardo in cerca dell'amico.
Un attimo venne fermato da una ragazza di un biondo quasi albino e due occhi azzurri che potevano semplicemente invidiare quelli di sua moglie.
《 Salve, omaccione. 》fece languida, vogliosa.
Se fosse stato fino a qualche mese fa, magari avrebbe anche accettato una bella seratina con lei, a tingere di rosso l'aria di una delle camere dell'ostello, ma ora no. Non più. Perché lui amava quella ragazza dai capelli neri e dagli occhi cerulei che gli mangiavano l'anima ogni volta che incrociava quello splendido sguardo.
La guardò con ribrezzo e con fare scorbutico la scostò provocando il disappunto della ragazza che andò verso l'altro lato della stanza.
Riuscì a scorgere Andrè in un tavolo ad angolo, con lo sguardo assorto nel boccale svuotato a metà della birra.
Si avvicinò di più e, solo in quel momento, si accorse che accanto a lui si stagliava una figura femminile con portamento e vestiti immorali che gli cingeva un braccio.
《 Oh, insomma, Andrè. Smettila di parlare di quella donna. Che poi, donna ... per modo di dire. 》 e si fece scivolare una stridula risata dalle labbra.
Vide l'amico non dire niente, solo una lacrima.
Era palese. Andrè non avrebbe mai tradito Oscar, ma era ferito, distrutto. Frammenti di cristallo infranti sul pavimento.
Alain si posizionò proprio difronte ai due:《 Hey, amico. 》lo chiamò vedendo che alzò lo sguardo.
《 Cosa ci fai qui, Alain? 》
《 Sono qui per darti la bella notizia che la rosa che tu tanto ami e curi ha deciso di continuare a combattere. 》
Andrè fece per sorridere. Come non poteva essere felice? Amava troppo la sua rosa bianca.
Ma ecco sopraggiungere quella donna di facili costumi nella discussione:《 Andrè, non vorrai mica ritornare da quel... quell'essere. 》
Negli occhi dei due uomini si levò il sangue.
Andrè la bruciò con lo sguardo:《 Non osare dire cose del genere a mia moglie. 》
Ancolie, rimasta di stucco, sgranò gli occhi portandosi il dorso della mano a fior di labbra.
Non era mai stata rifiutata in questo modo.
Lo vide alzarsi con l'intenzione di uscire da quella locanda, ma lei tentó una seconda volta di fermarlo.
Lo sguardo smeraldino di lui si incrociò con quello castano scuro di lei.
Due sguardi che esprimevano la stessa emozione: rabbia.
Ancolie non voleva che lui andasse via, si era messa in testa che lui avrebbe ceduto; Andrè, per il canto suo, stava semplicemente provando repulsione.
《 Lasciami. 》digrignò tra i denti, come se stesse per morderla.
《 Perchè? Perché, Andrè? Cosa vi spinge a tornare da lei se io potrei darti tutte le gioie che potresti desiderare nel letto? Lei ormai è incinta, con me potresti divertirti e fare quel che ti pare! Non ho forse dei lunghi e vaporosi capelli castani? E degli occhi profondi da poterti immergere dentro? Non ho la pelle bianca e perfetta? Non sono una donna perfetta anche di carattere? Io ti farei fare tutto quello che vorrai, ti farei divertire e apprezzerei tutto quello che faresti. Non sono forse perfetta in confronto a lei? 》
Alain si stava per intromettere ma, Andrè gli fece cenno di fermarsi e, ricomponendosi, la guardò dritto negli occhi.
《 Ancolie, è vero. Tu sei una bella giovane donna con anche un carattere perfetto. Oscar è una donna che si arrabbia spesso, che fa di testa sua, è testarda, a volte anche saputella e permalosa. Ma tu, Ancolie, hai un solo grande difetto. 》
Ancolie cercò la risposta perdendosi negl'occhi dell'uomo.
《 Tu non sei Oscar. 》
A quel punto la donna mollò la presa e cadde a terra: aveva perso.
Lo vide sparire tra la folla per poi sentire il frastuono della porta che si chiudeva.

***
Esperanza e Oscar erano sedute sul divanetto del salone insieme al resto della famiglia.
Sentirono bussare e Nanny andò ad aprire.
《 Scusate il ritardo, abbiamo avuto un fastidioso contrattempo. 》fece Alain mentre si toglieva il mantello.
Nanny gli fece accomodare: 《 Non preoccupatevi ragazzi, per ora andate in salone dove ci sono le vostre mogli. 》

Oscar strinse la mano al tessuto della camicia da notte appena sentì i passi dirigersi verso la stanza dov'erano tutti.
Appena la porta si aprì vide Alain che chiamò tutti facendoli uscire: era il momento di farli stare un po' da soli.
Oscar sentiva il cuore batterle in maniera disumana finchè la figura di Andrè non si fece avanti sul tappeto.
In quel momento sentì i battiti cessare.
Forse era morta senza neanche saperlo.
《 Piccola mia ... 》la chiamò lui con la voce spezzata dal pianto imminente.
《 Oh André... 》 rispose lei cercando di alzarsi.
《 No, rimani seduta, non preoccuparti. 》e si avvicinò lentamente.
Si guardavano negl'occhi, incapaci di dire qualcosa.
Andrè le si sedette vicino.
Un altro attimo a guardarsi silenti per poi scoppiare a piangere abbracciandosi e ricoprendosi di baci.
《 Perdonami Andrè, ti prego. Perdonami, ho fatto un disastro. 》
Lui le accarezzava i capelli:《 Non dire così, è anche colpa mia. Invece di lottare e cercare di rimanerti accanto non ho fatto altro che peggiorare la situazione. 》
Oscar, ancora piangente, gli prese il viso solcato dalle gocce di pioggia dell'anima tra le mani: 《 Ti amo amore mio... 》
《 Anche io mia principessa guerriera. 》
E si baciarono con foga.
Dopo poco Oscar si staccò:《 Andrè... 》
Lui la guardò con l'occhio arrossato:《 Dimmi amore mio. 》
《 Tu... - le si formò un nodo alla gola - tu... insomma... sei stato con un'altra donna? 》
Andrè sgranò gli occhi:《 Oscar non pensare minimamente a queste cose! - l'abbracciò - tu sei l'unica che vorrei al mio fianco durante il giorno e durante la notte; l'unica che vorrei vedere quando chiudo gli occhi alla sera e l'unica di quando li riapro all'alba. 》
Si sorrisero e si baciarono un'altra volta, teneramente, mentre Andrè accarezzava col dorso della mano il ventre gonfio di lei.
Perché questa era la felicità per lui.
Una donna testarda, una donna con cui combattere. Una donna con cui fare la guerra e con cui fare l'amore. Una donna con cui vivere le migliori avventure. Una donna che gli sta per dare un figlio.

***
Nel ventre della locanda, ormai nel buio silente, l'anima di Ancolie bruciava accesa dall'ira.
Non può. Non può essere riuscita a farlo tornare con se. No, assolutamente no. Io devo averlo. Già, tutto per me.
Si diresse verso la finestra.
Io lo conquisterò, qualunque sia il modo.

Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora