Guardo Alexander dormire e accarezzo la sua testolina bionda, quanto è bello! Sembra così piccolo dentro quella culla enorme per lui, non posso fare a meno di pensare a quella che io e Tom abbiamo comprato non molti mesi prima. Sorrido lievemente pensando a quando Tom ha provato a montarla per un giorno intero, confondendo i pezzi, mettendoli in maniera sbagliata, ci sono volute ore e tre uomini per riuscirci, Ben e Jim litigavano continuamente mentre io e Tania ci godevamo lo show sedute comodamente sul divano a sorseggiare le nostre tisane. Ricordo lo sguardo felice di Tom mentre osservava quella culla bianca, <<adesso manca solo lui>>disse dandomi un bacio sulla fronte, accarezzando con dolcezza il mio pancione.
L'ennesima fitta al petto mi colpisce, mi sento così sola, nonostante i miei genitori e Tania, che per fortuna ha deciso di restare qui per un altro po' di tempo, ed io gliene sono immensamente grata. Mi metto a letto ma non riesco a dormire, guardo il soffitto e penso a lui, immagino di averlo accanto e ogni tanto gli parlo anche.
Sto impazzendo.
Sento bussare piano piano, mio padre infila la testa e vedendomi ancora alzata, entra, sfila la giacca blu e la poggia sulla poltrona,<<Dorme?>>chiede ed io annuisco.
con la faccia delusa si avvicina a guardarlo e poi sorride, quando nota che ha entrambe le braccine alzate, <<mi spiace,ma questa volta non ti ha aspettato sveglio>>dico
<<è tardi>>
poi si gira verso di me,<tu non dormi?>>
faccio cenno di no con la testa<<non ci riesco>>
<<hai mangiato almeno?>>domanda
<< un po', non ho molta fame>>dico
<< male Annabelle,devi sforzarti, hai sentito il dottore?stai dimagrendo troppo. Sei troppo gracile>>
Mi arrabbio, sembra schifato nel vedermi così.
<<da quando ti preoccupi per me?>>
<<Annabelle smettila di dire queste cose assurde, voglio solo che tu stia bene>>
<<smettila tu di fare l'ipocrita,non ti è mai importato nulla di me>> piango <<e come posso stare bene?! Se non lo avessi ancora capito, il padre di mio figlio è morto. L'unica persona che si è preso cura di me, l'unico con cui avrei voluto passare il resto della mia vita. Tom non c'è più e io non posso farmene una ragione>>
singhiozzo,
Mio padre si avvicina e appoggia una mano sulla mia spalla, è il massimo dell'affetto che può darmi, << non credo di potercela fare senza di lui>>dico
<<si che puoi Annabelle, sei una persona forte e puoi contare sul nostro aiuto e lui ti proteggerà dal cielo>>
<<io voglio che lui mi protegga da qui ,non dal cielo>>dico con rabbia tra le lacrime
poi compie un gesto inaspettato,mi abbraccia, come non ha mai fatto prima, con tutta la forza che ha in corpo,con disperazione e commozione. Mi trovo spiazzata da quel gesto ma subito dopo ricambio ..quanto ho agognato questi abbracci da piccola.
Restiamo così per diversi istanti è poi asciuga le mie lacrime con un dito,accarezzandomi la guancia <<ti sarebbe piaciuto Tom, se l'avessi conosciuto meglio >>dico semplicemente. Lui annuisce mi da un lieve bacio sulla fronte, poi guarda mio figlio <<buona notte Annabelle>>afferma con il fiato corto. Mi rimetto a letto e continuo a guardare il soffitto.
Mi sveglio felice, ho sognato Tom e poi mi rattristo, era solo un sogno,lui non è qui con me, e non lo sarà mai più mi dico.
La tata si occupa di Alexander mentre io mi infilo in bagno, mi spoglio e faccio una doccia, prima di rivestirmi do' una rapida occhiata al mio corpo,guardo il mio riflesso allo specchio, sono una larva, ha ragione mio padre,sono dimagrita troppo,la mia faccia è scavata, con due occhi grandi e spaventati. Non mi piaccio, ma non mi importa nulla, non ho nessuna voglia di sistermarmi o truccarmi.
I giorni, i mesi, passano così....tutti uguali. Mi occupo con pazienza e amore al mio piccolo che cresce e prende peso giorno dopo giorno, adesso è paffutello, esattamente come quei puttini biondi raffigurati nei quadri. Lo copro meglio mentre un soffio di vento mi scompiglia i capelli, seduta sulla panchina del nostro parco,lo tengo stretto a me,canticchiando una dolce nenia. Ho passato poco tempo con Tom qui ma questo posto mi fa pensare a lui, è come se qui ritrovassi la pace. Il vento sta cambiando,così decido di rientrare.
qualcuno mi viene incontro,
riconosco quella sagoma, mi agito all'istante e il mio fiato diventa affannato.
Non lo degno di uno sguardo e mi incammino verso la casa, in cerca della Tata o di qualsiasi altra persona, cosa non semplice , visto le dimensioni dell'edificio potrei non incontrare nessuno.
So che mi sta seguendo <<che diavolo ci fai qui Robert?>>
<<dovevo lasciare dei documenti a tuo padre, poi ti ho vista fuori e ho pensato di venire a salutarti e conoscere il piccolo>>mi si piazza davanti,fissando con curiosità mio figlio, <<non toccarlo!!>> urlo dandogli una pacca sulla mano che stava per accarezzare la guancia di Alexander. <<Annabelle non essere scortese con me>>afferma serio
Mi fissa con un ghigno sul volto <<sei troppo magra, ma mi piaci sempre>> dice mettendomi una mano sul sedere e strizzandomi una natica. Mi sposto bruscamente ma non posso fare granché, ho Alexander in braccio<<togli quelle sudicie mani>>urlo con disgusto, mentre Alexander piange.
Si avvicina al mio viso, sento il suo fiato pesante sul mio collo
<< non fare la preziosa con me. Sai che quando voglio qualcosa me la prendo, e sai anche che tu mi appartieni>>dice facendomi gelare il sangue nelle vene.
<<signorina Annabelle, dovremmo far mangiare Alexander>> Tata Rita entra miracolosamente in veranda.
<< sei di nuovo mia Belle, non dimenticarlo!>> mi sussurra all'orecchio prima di andare via, un brivido di terrore di pervade la schiena, porgo il mio bambino alla tata e mi siedo per riprendere fiato, ho le gambe che tremano come foglie.
Faccio un bagno caldo, e piango con disperazione, mi sembra di essere piombata indietro nel tempo, l'incubo di Robert è tornato a far parte della mia vita.
È notte e come al solito io non riesco a prendere sonno,così accendo il mio vecchio pc portatile e cerco gli studi di avvocati di New York, sullo schermo appare la faccia di Jordan Davis. Annoto il numero su un post it che trovo sulla scrivania, ma non ho il coraggio di comporlo, così fisso quella foto,il suo sorriso è molto simile a quello di Tom. Senza rendermi conto cerco notizie sull'incidente, ci sarà pur qualcosa a riguardo, i giornali locali ne avranno parlato sicuramente, non so perché non lo abbia fatto prima,dopo mille ricerche trovo un piccolo articolo ed una foto della macchina di Tom,caduta da un dirupo,mi fa così male vederla, mi volto dall'altra parte, ma poi mi faccio forza e proseguo la lettura, dice che la strada era bagnata e che l'auto sul quale viaggiava il professore universitario Thomas Davis è sbandata per via della velocità con cui percorreva quella strada, che si è capovolta dopo aver fatto un lungo volo per la scarpata, andando in fiamme. Piango disperatamente,in silenzio per non svegliare il bambino.
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Il mio posto al sicuro
ChickLitAnnabelle, giovane donna sofisticata, scappa da un passato ingombrante , abbandonata dalla facoltosa famiglia, si ritrova a scappare continuamente da un amore malato, dalla follia di Robert,l'uomo che diceva di amarla e che adesso la terrorizza. ...