1 - Sconosciuti in famiglia

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Non era che una vita perfetta, quella che Michael Penniman conduceva da ormai venti anni. Trascorreva le giornate in tribunale tra una causa e l'altra senza sosta.

Era il miglior avvocato di Parigi: non aveva mai perso una causa e vi erano colleghi che attraversavano l'intero paese per poter ottenere un parere o un consiglio. Qualsiasi cliente decidesse di affidarsi al suo operato, ne usciva vittorioso. L'avvocato Penniman era infallibile.

Il suo stipendio era così stellare che poteva concedere alla sua famiglia qualsiasi tipo di lusso. Vacanze in giro per il mondo, vestiti firmati, ogni genere e tipo di dispositivo elettronico, di giocattolo e quant'altro possiate immaginare. Alla famiglia sembrava non mancare proprio niente.

Ogni sera tardi rientrava a bordo di una delle sue costosissime macchine in una villa stratosferica con un giardino immenso. Alle sue dipendenze aveva tre maggiordomi, un'autista, un giardiniere e due cuochi. Cosa poteva desiderare di più? Direi niente, ma forse tutto.

I suoi cinque figli frequentavano i migliori collegi di Parigi. Il piccolo Fortunè aveva solo sei anni e aveva appena iniziato le primarie, Zuleika aveva dieci anni e frequentava il quarto anno. Il terzo figlio era Michael, detto Mika che aveva sedici anni ed era al secondo anno di liceo musicale, ma questo il padre nemmeno se lo ricordava. Poi c'erano Paloma e Jasmine che avevano rispettivamente vent'anni e ventitré.
Al suo rientro a casa i più piccoli erano già a dormire e non aveva il tempo di scambiare con loro qualche parola o qualche sorriso.
Le due figlie maggiori, invece, erano ormai fuori casa poiché frequentavano l'Università e si erano prese un appartamento in centro. Rientravano solo durante il weekend per il pranzo famigliare della domenica, unico momento in cui il signor Penniman concedeva la sua fredda presenza.

Poteva sembrare il padre migliore del mondo, ma credetemi non lo era.
La sua assenza era l'unica costante in una casa dove con cinque figli ogni giorno era il solito trambusto e mai si poteva parlare di routine o quotidianità.

Mamma Joanie era tutto il contrario. Sapeva crescere i suoi figli con amore, donando loro sostegno e comprensione, cose che non si potevano comprare, ma che erano così fondamentali soprattutto per Mika, il più fragile e problematico dei figli.

Joanie faceva di tutto per ricoprire sia il ruolo materno sia il ruolo paterno, ma questo le era risultato estremamente difficoltoso quando un anno prima si era ammalata.

Michael aveva fatto venire un equipe di medici dall'America per permettere a sua moglie di guarire per mezzo di una nuova cura all'avanguardia.

Non era stato sufficiente. Il grande avvocato Penniman non era infallibile. Non era onnipotente. Era solo un uomo di successo, perfetto nel suo lavoro, ma imperfetto nella vita reale, nel suo matrimonio, nel suo essere padre, nelle sue amicizie.

Fu così che un uomo tanto potente in un giorno qualunque si ritrovò solo con i suoi cinque figli. Cinque perfetti sconosciuti: Michael non conosceva i loro sogni, non conosceva le loro paure, non conosceva i loro problemi, non conosceva le loro passioni.

Tutto questo all'improvviso ricadde sulle sue spalle rendendolo un uomo fragile e insicuro, con mille domande, ma nessuna risposta.

Non pensò in quel momento al bene dei suoi figli, non pensò alle loro amicizie, alle loro relazioni, ai loro bisogni, pensò solo a fuggire da quella realtà che lo terrorizzava.

Fu così che dopo il funerale della moglie, mentre i ragazzi erano sul divano in lacrime disse:"Mi sono licenziato...ci trasferiamo in Inghilterra"

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