16 - Last party

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Mika aveva appena finito di farsi una doccia, la terza per la precisione. Era parecchio nervoso e cercava in qualche modo di rilassarsi.
"È la tua prima festa a Lavernock, è il tuo debutto!" così Andy gli aveva ripetuto tutta la pausa pranzo facendogli intuire che avrebbe dovuto comportarsi bene.
Nei piccoli paesi funziona così: la gente non sa veramente chi sei, ma ti considera per i vestiti che indossi, per lo sport che pratichi e per altre mille stupide cose, ebbene sì anche da come ti comporti ad una festa.

Quello che desiderava Mika era di fare colpo. A scuola conosceva solo i suoi compagni di classe e quelli di Andreas, ma non molti di più. Non poteva di certo perdere questa occasione.
A Parigi era circondato da amici, non aveva mai avuto problemi a stringere legami, era una persona divertente, solare e con un grande senso dell'umorismo.

Rimase imbambolato in boxer davanti all'armadio per secoli fino a quando si decise per uno skinny grigio e una camicia a quadretti.

Quella sera desiderava solo scatenarsi.
Andy passò a prenderlo puntuale come sempre e mano nella mano si avviarono verso casa di Rafael. Quando mancava solo un isolato, Mika lasciò a malincuore la mano del fidanzato.
A:"Ehi. Non essere triste. Ne abbiamo già parlato, non è ancora il momento."
M:"Lo so, solo vorrei starti attaccato tutta sera, dovrò trattenermi."
A:"Davvero?"
M:"Sì, certo!"
A:"Vedrai che troveremo un modo per concederci del tempo da soli."

Si sorrisero a vicenda, ma appena varcata la soglia di quella magnifica villetta, Mika si dimenticò presto di Andy. Tantissimi ragazzi e ragazze volevano conoscerlo soprattutto quelli che non frequentavano la loro scuola.
Il riccio si sentiva al centro dell'attenzione e si muoveva con spigliatezza tra un gruppo di ragazzi e l'altro come se conoscesse tutti da tempo.

Andreas era molto nervoso. Un misto tra tristezza e gelosia, non era preparato a dover condividere il suo ragazzo con altri. Si aspettava, infatti, una serata completamente diversa e per questo decise di andare a recuperare la sua metà.

Gli si avvicinò con discrezione, con una scusa lo prese per un polso e lo trascinò su per le scale.
Si guardò intorno per essere sicuro di non essere visto e lo spinse nel bagno. Chiuse la porta a chiave e dopo averlo messo al muro catturò le sue labbra.
Il riccio non rifiutò il contatto, anzi ricambiò sollevando di poco la maglia del biondo per accarezzagli la schiena nuda.

Quando la foga del biondo fu placata dai brividi che le mani del compagno provocavano, Mika si staccò e gli rimise a posto la maglietta.
M:"Non credi sia ora di tornare da basso?"
A:"Di già?"
M:"Vuoi limonare tutta sera?"
A:"Non sarebbe male come idea."
M:"Dai Andy è la mia prima festa, sto conoscendo persone nuove. Voglio scendere, non te la prendi, vero?"
A:"No, capisco. Certo che no, andiamo dagli altri!"

Mika, dunque, scese per ritornare in compagnia dei suoi nuovi amici, mentre il biondo uscì in giardino con una birra e si sedette sui gradini della veranda. Aveva un po' di rabbia da sbollire. Avrebbe desiderato molte più attenzioni da parte del suo ragazzo, sapeva che non potevano stare insieme in pubblico, ma in quel bagno era stato chiaro che Mika non avrebbe voluto intrattenersi più a lungo. Aveva preferito gli altri e Andy si era sentito vuoto.

Nel frattempo il salotto si trasformò in una discoteca dove il piccolo Penniman liberò definitivamente la sua natura di animale da ballo. Si mise con altri tre ragazzi sopra il tavolo.
La musica era molto alta e per creare un effetto simile a quello della discoteca facevano in modo che le luci si accendessero e si spegnessero di continuo.
Continuava a saltare su e giù dal tavolo, scuoteva la testa, il ritmo frenetico di quel pezzo dance gli scorreva tra le vene e pensare di fermarsi era impossibile.
Tutto il suo corpo si stava liberando della tensione che aveva accumulato durante il pomeriggio. Non esisteva più niente: solo lui e la musica.
Luci, tum, suoni, tum, volume, tum, sudore, tum, salto, tum...tutto si muoveva intorno a lui, nessuno poteva resistere a quel vortice di energia....fino a quando un tonfo sordo ridestò tutti da quello stato di trance.

Perfino l'attenzione del biondo fu catturata da quel silenzio improvviso e si decise a rientrare. Quando comprese quello che stava accadendo si maledisse per essere stato così egoista da uscire a prendere aria.

Mika era in mezzo al salotto circondato dagli sguardi attoniti dei presenti. Steso. Bianco come un lenzuolo. Le convulsioni attraversavano tutto il suo corpo e della bava si era già formata in prossimità della sua cavità orale.
Andy non perse un solo secondo di tempo, si avvicinò, si sfilò la felpa e la mise sotto la sua testa e pregò mentalmente che la crisi fosse leggera.

Dopo circa tre minuti il corpo del riccio sembrò rilassarsi. Il biondo lo sollevò con delicatezza facendosi aiutare da un amico e lo mise sul divano coprendolo con una coperta. Gli asciugò piano la bocca. E gli accarezzò il volto fino a quando Mika riprese conoscenza stringendogli forte la mano, era terrorizzato.
A:"È tutto a posto, guardami, va tutto bene. Ci sono qua io."
Il riccio iniziò a sudare e a tremare leggermente.
A:"Ti senti ancora male?"
Fece segno di no con la testa, ma a causa della crisi sembrava essersi dimenticato dove fosse, cosa stesse facendo e l'unica cosa chiara in quel momento era la presenza di Andy e aveva bisogno di un contatto per accertarsi di essere ancora vivo, così sollevò delicatamente la testa e lo baciò non curandosi di tutti gli occhi che avevano puntati addosso in quel momento.
Andy si staccò con uno sguardo glaciale, lo spinse giù sul divano e scappò via in fretta e furia.

Quella che adesso sembra esservi la fine, lo fu a tutti gli effetti, ma ricordatevi che chi ha la forza di abbatterci, se lo desidera, la ha anche per prendere la nostra vita e portarla a compimento.

Everybody's Talking #MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora