2 - Si esce dal buio sai, ma ci si passa dentro

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Erano trascorse due settimane ed era quasi tutto pronto per il trasloco. Fuori da casa Penniman c'erano tre camion pronti a partire.
Paloma e Jasmine stavano salutando i fratelli più piccoli, loro sarebbero rimaste a Parigi per ultimare l'Università.

I piccoli Fortunè e Zuleika non avevano creato nessun problema, avevano anche collaborato a preparare gli scatoloni. In fondo loro erano così piccoli e si fidavano di quel padre che a loro sembrava essere l'unico appiglio rimasto.

Il problema principale era stato Mika. Non aveva fatto altro che gridare, piangere e cercare in tutti modi possibili di ribellarsi al trasferimento.
Non voleva lasciare la sua scuola dove aveva amici a volontà, la possibilità di frequentare un corso di pianoforte e soprattutto la sua ragazza.

Mika se ne stava seduto sul pavimento della sua camera al piano di sopra. Aveva la testa fra le ginocchia e le mani nei suoi bei riccioli. Continuava a domandarsi perché sua madre lo avesse abbandonato a quel padre sconosciuto. Si sentiva profondamente tradito e sconsolato.

Pa:"Fratellino, dove ti sei cacciato?"
Pa:"Mika?!"

La sorella spalancò la porta della camera:

Pa:"Ehi, ma cosa fai sul pavimento?"
M:"Paloma ti prego tienimi qui con te, non voglio andare via"
Pa:"Shh non piangere, fatti abbracciare"

Paloma avvolse Mika nelle sue braccia, comprendeva bene il dolore del fratello.

Pa:"Non posso farlo. Vorrei, ma non posso. Ormai papà ha deciso così"
M:"Quella cittadina non c'è nemmeno sulla carta geografica, sai cosa vuol dire?"
Pa:"Dai non essere così tragico"
M:"Ho aperto maps e nemmeno scaricando l'aggiornamento di ios riesco a trovare quel cavolo di posto"
Pa:"Ne sei sicuro?"
M:"Non c'è! E sai perché? Perché nemmeno un'idiota andrebbe mai a vivere là"
Pa:"So che preferisci le grandi città, ma in un paesino più piccolo potrai magari legare più a fondo con le persone"
M:"Io non voglio legare proprio con nessuno. Non ho avuto nemmeno il coraggio di dirlo a Avril...non le ho detto che me ne sto andando per sempre"
Pa:"Perché non lo hai fatto?"
M:"Ho sbagliato...lo so. Ieri pomeriggio siamo stati così bene insieme e io non volevo rovinare tutto"
Pa:"Come pensi si sentirà quando domani verrà qui a suonare il campanello e non troverà più nessuno?"
M:"Sono un codardo...un vero debole"
Pa:"Non dire così. Infilati le scarpe e corri da lei. Devi farlo. Per lei e per te. Non te lo perdonerebbe mai altrimenti"
M:"Hai ragione! Volo!"

Mika si era deciso: sarebbe andato a dire addio alla sua 'fidanzatina'. Con Avril aveva condiviso l'ultimo anno della sua vita. Non poteva dire di amarla, ancora non sapeva cosa volesse dire davvero amare, ma con lei stava bene. Andavano al cinema, studiavano insieme, vedevano film e ascoltavano musica. Di tanto in tanto si concedevano qualche bacio e abbraccio, ma mai nulla di più.

Aveva appena varcato la soglia di casa quando il padre lo richiamò
P:"Mika torna qua, dobbiamo partire subito! La macchina è pronta e i camion si sono già avviati"
M:"No. Devo fare una cosa prima, non sono ancora pronto"
P:"Ti ho detto di tornare indietro, non voglio discussioni"
M:"È importante te lo giuro. Non te lo chiederei se non fosse così"

Michael afferò Mika per la spalla e lo trascinò in malo modo sulla macchina.
Fortunè e Zuleika erano già sistemati sui sedili posteriori.
M:"Ti odio."
P:"Smettila Mika. Smettila una volta per tutte. Le cose qui cambieranno. Non ti permetterò più di fare queste scenate"
M:"La mamma mi avrebbe ascoltato, non mi avrebbe detto di no"
P:"Bè la mamma non c'è più e adesso decido io per te"
M:"Anche se dessi il meglio di te, non arriveresti a valere nemmeno la metà della mamma"

Fu in quel momento che Michael preso dall'ira diede un forte schiaffo sul volto del figlio che subito si riempì di lacrime silenziose.
Mika infilò le cuffiette nelle orecchie, chiuse gli occhi e cercò di non cedere alla voglia di disperarsi, ma il resto del viaggio fu anche peggio.

Everybody's Talking #MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora