52 - Ti scatterò una foto

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Successe tutto rapidamente. Uno scatto dietro l'altro. Quella polaroid permetteva ad Andreas di fissare quelle emozioni che sulla sua pelle nient'altro erano se non brividi. Un ricordo. Un'emozione. Una fatica. Un sorriso. Erano tutti incorniciati sul frigorifero. Attaccati con le calamite come quei pezzi di vita si stavano attaccando al suo essere più profondo.
Ogni giorno era una sfida, ma era sempre più bello, sempre più coinvolgente.

A Mika non occorrevano fotografie. Lui si fermava. Non importava quando o dove. Semplicemente si fermava e sorrideva. Era così felice, così colpito da tutto quello che era successo che non riusciva a farne a meno. Era il suo modo di formare i ricordi e di nasconderli nel profondo del cuore dove nessuno avrebbe potuto portarglieli via. Spesso erano i pianti di Nicholas o le risate di Lilian a risvegliarlo da quelli stati di trance.

Andreas fin da subito aveva rivelato un gran talento nell'occuparsi dei bambini. Trascorreva ore in farmacia, nei negozi per scegliere solo il meglio. Li vestiva con cura maniacale e stava attento a leggere ogni loro espressione sul viso. Il riccio, invece, era decisamente più impacciato e improvvisato. Un merito, tuttavia, era da riconoscere al moro: Nicholas non si addormentava mai nelle braccia del biondo. Per quanto si sforzasse con canzoncine, coccole e carezze quegli occhi rimanevano sempre spalancati. Mika, invece, aveva elaborato vari stratagemmi con cui si era conquistato la preferenza del piccolo: giretto in macchina, ninna nanna al pianoforte, dondolo, massaggi al pancino. Nicholas spesso cedeva al sonno, ma c'erano anche momenti in cui li costringeva a vere e proprie maratone.

Mika era intento a leggere le istruzioni dei pannolini, ma più si sforzava più non riusciva a capire il verso corretto. Eppure quando Andreas lo aiutava, tutto era così semplice. Sbuffò sonoramente facendo sorridere i due bimbi che, sdraiati uno accanto all'altro sul fasciatoio, sgambettavano ignari che sarebbero dovuti restare nudi fino all'arrivo del biondo.
Il riccio li sollevò delicatamente e li prese in braccio, uno a destra e l'altro a sinistra stando molto attento e si diresse nella sua camera da letto. Il marito aveva insistito fin da subito perchè i bambini imparassero a dormire nelle loro culle, ma quella era certamente un'eccezione. Li sdraiò al centro del materasso e si mise fra di loro, mise dei cuscini ai bordi del letto per sicurezza e dopo essersi tolto la maglietta li circondò con le sue lunghe braccia.
Adorava stare a contatto con quelle due creaturine e tutto il suo affetto veniva sempre ricambiato. Immediatamente Lily si girò sul suo fianco e appoggiò la sua schiena a quello di Mika per poi avvinghiarsi a quel braccio muscoloso che la avrebbe protetta e si addormentò subito, Nicholas invece rimase immobile con i suoi occhioni spalancati.
Guardava il moro diritto negli occhi e non mostrava nessun segno di stanchezza, così Mika incominciò a cantare piano piano fino a quando si addormentarono insieme.

Un'ora dopo Andreas rincasò con i cani e le buste della spesa. Si stupì di sentire silenzio, una strana calma era sparsa per tutta la casa.
Mise a posto la spesa e quando salì al piano superiore notò che in bagno c'era ancora schiuma per tutto il pavimento. Il riccio doveva sicuramente aver fatto il bagnetto ai gemelli.
Si diresse in camera da letto e si stupì a quella vista. Mika era in pantaloncini, addormentato profondamente, con Lily alla sua sinistra e Nik sul suo petto con la manina a stringere i suoi ricci.
Si avvicinò silenziosamente e prese in braccio la sua principessa. Le mise il pannolino con cura, una magliettina leggera e la adagiò nella sua culla dove presto venne raggiunta dal fratellino.
Il biondo lasciò un piccolo bacio sul volto di entrambi e, tornato in camera, si spogliò e si mise a letto con il marito.
M:"Mmm...Sei tornato"
A:"Sì, ho messo a letto i bambini. Dormono come angeli."
M:"Li amo da morire e amo anche te. Vi amo."
A:"Anche io."
M:"Sono felice Andy...Dio mi sembra un sogno"

Dio mi sembra un sogno"

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